La Gazzetta di Modena
di Serena Arbizzi - Duecento persone protestano in consiglio comunale e pure i sinti rifiutano: "Un
ghetto". Rese note le cifre dell'assistenza
nomadi
"Cortile non è il posto dove nascondere i problemi di Carpi" e, ancora, "Prima
il confronto poi la delibera", "Sì al superamento del campo, no a nuovi ghetti".
Al suono di questi slogan, scritti sugli striscioni e ripetuti da oltre duecento
cittadini che ieri sera hanno "invaso" palazzo Scacchetti in occasione del
consiglio comunale, il più affollato dell'intera legislatura, in cui sono stati
dibattuti quattro ordini del giorno, due interrogazioni e altrettante mozioni
sull'infuocato argomento del trasloco del campo nomadi a Cortile. In
particolare, l'ordine del giorno Pdl "ritiene illegittima quella parte
dell'Ordinanza del Sindaco che dispone l'utilizzo di un terreno privato con
opere di urbanizzazione pubbliche" e ha sottolineato che già Emergency il 28
agosto 2012 aveva evidenziato condizioni disastrose in via Nuova Ponente.
Paradossalmente, ieri sera, le ragioni dei nomadi, presenti anch'essi con una
delegazione di dieci sinti, combaciavano con quelle dei comitati: "Noi non
vogliamo andare a Cortile, vogliamo le microaree - ha detto il gruppo che verrà
trasferito all'ex scuola - così veniamo ghettizzati. Noi lavoriamo, commerciamo
nel ferro, facciamo le pulizie... anche se la gente non si fida di noi".
In principio di seduta sono poi volate parole grosse tra il presidente del
consiglio Giovanni Taurasi e Antonio Russo perché la diretta prevista nella sala
vicina alla discussione era stata annullata.
L'assessore Alberto Bellelli ha invitato le opposizioni a proporre alternative,
dopo avere passato in rassegna gli interventi dell'Ausl nella storia del campo,
ma non "le microaree: non le reputo una soluzione, laddove sono state costruite
hanno moltiplicato problemi esistenti. Il centro di prima accoglienza di Cortile
era quello che poteva essere recuperato nei tempi più ragionevoli. Ho chiesto
agli uffici delle politiche sociali cosa significherebbe una chiusura del campo
in termini di spesa per l'accesso diretto ai servizi: 11 madri con 11 figli,
costerebbero fino a 99mila euro al mese, 16 minori da 7 a 16 anni, le rette
arrivano a oltre a 130 euro, fino a 69.400 euro al mese. Gli anziani non
autosufficienti costerebbero 780 euro al mese".
Applaudito l'intervento del consigliere Cristian Rostovi, che ha parlato di
"balle" dette dal Comune: "Per fortuna che si tratta della decisione dei tempi
più brevi: ci avete messo 25 anni... Quanto ai costi a carico delle politiche
sociali: sembra che li abbiate tenuti in quelle condizioni perché vi costavano
meno...".
I cittadini - che hanno già raccolto con la petizione 2.000 firme contrarie - si
sono scaldati anche sulle cifre spese dal Comune per i nomadi, 870mila euro,
enunciate da Russo.