Comunita' zigane e cittadini "abbandonati" dal Comune
Di Fabrizio (del 08/10/2013 @ 09:06:24, in Italia, visitato 1322 volte)
ASSOCIAZIONE OPERA NOMADI
MILANO
COMUNICATO STAMPA
Siamo ormai prossimi al raggiungimento di metà mandato Amministrativo della
Giunta milanese e un bilancio seppur provvisorio su come sia stata affrontata e
gestita dai due Assessorati competenti (Politiche Sociali e Sicurezza
Volontariato) la "questione Rom" è doveroso farlo. Diciamolo subito con
chiarezza, il nostro è un giudizio sostanzialmente negativo per l'inerzia con
cui si affrontano i problemi quotidiani, quelli che nascono all'interno delle
Comunità Romanì e non trovano nessun interlocutore esterno con cui confrontarsi
e quelli dei cittadini che subiscono l'assenza di un soggetto pubblico e
istituzionale a cui chiedere risposte concrete e non solo intenzioni. Due anni
fa invocammo una valutazione generale della situazione, per capire come e in
quanto tempo il corso delle nuove azioni avrebbero dovuto produrre dei
risultati. D'altra parte non si fa un po' questo quando di apre un nuovo
"cantiere"? Si spiegano i motivi dell'opera e il progetto, i tempi di
realizzazione con i conseguenti disagi, il costo, la fine dei lavori. Non
ricevemmo alcuna risposta e i risultati ad oggi sembrano indicarne il motivo:
non fornire dei dati oggettivi e qualitativi di partenza per la conoscenza di un
fenomeno che si è chiamati a gestire consente di non comprendere chiaramente
cosa verrà fatto nel tempo, come e con quali esiti. Il "Progetto" approvato dal
Comune circa un anno fa non solo disattende i problemi nella loro sostanza, ma
si è rivelato pure uno "schiaffo" per tutte quelle Associazioni chiamate ad
esprimere il proprio parere ma poi nei fatti estromesse nella realizzazione
della strategia. Altro che partecipazione!
Ma già, quale strategia?
Un conto sono le parole, un conto i fatti.
Ci si nasconde dietro le restrizioni economiche ma, in verità, grazie ai fondi
statali del precedente Piano Maroni così tanti soldi non sono mai stati posti a
"bilancio", sia pure per mezzo di una Convenzione stipulata con la Prefettura,
per la realizzazione di azioni di inclusione rivolte alle comunità romanì
milanesi. Quello che manca sono però proprio le azioni, cioè continua a
prevalere l'assenza o l'abbandono degli interventi sociali intesi in senso lato
a partire proprio dai campi comunali. Non c'è stata nessuna rivisitazione
rispetto ai criteri di gestione di, poche e sempre meno... azioni affidate in
molti casi a Enti che pure hanno sostanzialmente fallito o esaurito i loro
compiti di "mediazione sociale", abbandonando al contempo quelle buone pratiche
che nel passato avevano pur tra mille difficoltà garantito un dialogo più
costruttivo con le comunità romanì. Ogni giorno riceviamo segnalazioni da parte
di cittadini che ci chiedono perché mai non ci sia un interlocutore in grado di
metterli a confronto e lavorare insieme alle comunità zigane, almeno quelle
stanziate stabilmente da anni nei quartieri. Non dovrebbero essere questi i
"patti" di convivenza? Non avrebbero forse un interesse generale? Eppure non
sono cittadini prevenuti e ostili in molti casi, ma persone che vivono sulla
propria pelle un disagio crescente e la frustrazione di non sapere a chi
rivolgersi. E questa frustrazione, che provoca rabbia, delusione e reazioni
sconsiderate è la stessa che ritroviamo nelle Comunità Zigane lasciate allo
sbando. Dobbiamo forse concludere che alla retorica bellicosa in stile De Corato
si sia solo avvicendato un linguaggio meno esasperato ma con un orizzonte
culturale che resta simile: l'esclusione di rom e sinti dalle politiche
pubbliche e la loro inevitabile "assimilazione"?
Milano, 7 Ottobre 2013-10-07
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