Un mese fa, da
Czech_Roma
Conkova (seconda da destra) al Roma street party (Photo: Martin
Nejezchleba) - Street party versus odio: i Rom cechi sotto minaccia
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Deutsche Welle
Durante le proteste nelle città ceche, i neonazisti hanno
gridato slogan per diffondere la paura tra la popolazione rom. Sembrano pronti
ad usare la violenza. Ma i Rom della città di Duchkov hanno risposto con misure
pacifiche.
Little Robert e i suoi amici hanno la strada tutta per loro, al momento.
Sette anni, siede sul nero asfalto, mentre sua sorella traccia il contorno del
corpo con un gesso. Aggiungono uno smiley alla figura.
Due ragazzi più grandi scarabocchiano in fretta delle bandiere rom sulla
strada - blu e verdi con la chakra rossa in mezzo - e scrivono accanto "Siamo
anche qua". Così, quei bambini cercano in qualche modo di esorcizzare
l'incombenti calamità.
Quattro marce in tre mesi
Appena un'ora e mezza dopo, una cinquantina di neonazisti e 250 residenti di
Duchkov marciano sulla figura disegnata col gesso. I loro slogan risuonano tra
le facciate fatiscenti degli edifici di questo quartiere dove vivono molte
famiglie rom. "Questa è casa nostra" e "Boemia ai Cechi" i canti neonazisti.
Little Robert (non è il nome vero) sulla marcia è furioso. Vorrebbe fare
qualcosa di più del disegnare figure di gesso sull'asfalto. "Almeno gettare a
terra uno skinhead e tirargli dei calci," dice. Davvero? "No, mettergli le
manette, almeno non può muoversi." Questa è già la quarta marcia anti-rom nel
suo quartiere a cui deve assistere negli ultimi tre mesi.
"Siamo anche qua" hanno scritto (Photo: Martin
Nejezchleba)
Le proteste a Duchcov sono state innescate da un'aggressione nel quartiere
rom verso la metà di maggio, quando alcuni ubriachi picchiarono un uomo e una
donna. Il sito neonazista ceco Free Resistance adoperò le registrazioni della
telecamera di sicurezza sull'aggressione, per alimentare il sentimento anti-rom
e chiamare ad una protesta a livello nazionale.
La criminalità nelle aree povere è qualcosa che preoccupa molti Cechi, ed i
Rom ne sono il capro espiatorio collettivo. "Continueremo a guardare soltanto?"
era la domanda retorica posta nel video online dell'estrema destra.
La persecuzione sta diventando un luogo comune
Hanno risposto all'appello circa 2.500 persone in otto città, marciando
fianco a fianco ai neonazisti. Lo slogan spregiativo: "Assieme contro il terrore
zingaro". Nella città industriale di Ostrava, nell'est del paese, i
manifestanti si sono scontrati per le strade con la polizia. La polizia ha usato
gas lacrimogeni e manganelli per impedire l'entrata degli estremisti in buona
parte del quartiere rom.
Street party per contrastare l'atmosfera da pogrom: rifocalizzando
l'attenzione sul positivo
A Duchcov si sono uniti circa 60 tra residenti e volontari, per opporsi alla
marcia neonazista. E' stato eretto di fronte all'ingresso di una casa un palco improvvisato,
costruito con pallet. Accanto, è appeso uno striscione, con la dicitura "Neri,
bianchi, uniamo le forze".
La performer Ivana Conkova sta anche cercando di calmare l'atmosfera di
persecuzione. La ventottenne lavora a fianco di pochi altri volontari
dell'iniziativa civica Konexe, organizzando azioni ogni fine settimana per
contrastare le proteste anti-rom. Lo scopo è anche di distrarre iRom, aiutandoli
a mantenere la compostezza ed evitando che si nascondano in casa.
Mentre il corteo canta "Andiamo a prenderli", Conkova suona, canta e
balla con i residenti - perlomeno, è quello che cercano di fare. Conkova chiama
questo piccolo street festival "un'oasi di pace". I suo occhi castani hanno uno
sguardo stanco: porta avanti la sua lotta contro il razzismo - senza alcun
supporto finanziario - quasi ogni fine settimana.
La polizia in tenuta antisommossa presidia per mantenere l'ordine e tenere
lontani i manifestanti (Photo: Martin Nejezchleba)
"Vogliamo offrire ai bambini un'esperienza differente e positiva," dice Conkova.
Visibilmente scossi, gli adulti si agitano su sedili di plastica bianca, bevendo
caffè turco. Una giovane trucca le facce dei bambini. Non sembra che abbiano
voglia di cantare e ballare. Violino, violoncello e chitarra sono ben presto
sopraffatti dal ronzio di un elicottero.
La marcia di protesta è a solo qualche centinaio di metri di distanza. Un
cordone di poliziotti in tenuta antisommossa è lì per impedire alla protesta di
raggiungere i Rom. La voce roca di Conkova non basta a scacciare la paura e la
rabbia dei Rom.
Tempo di attesa, cucinando zuppa di patate
Jitka Bartova non sta passando niente di tutto ciò. Questo sabato la sindaca di
Duchcov è a casa, cucinando zuppa di patate. Ma questa signora di mezza età, con
capelli rossi e sparsi, dice di poter comprendere perché i cittadini sono
arrabbiati, e perché hanno deciso di unirsi agli skinhead nel circondare il
quartiere rom.
"In molti sta crescendo la frustrazione," dice dalla sua terrazza soleggiata, a
pochi isolati di distanza dalle manifestazioni. Sottolinea che la difficile
situazione economia e l''alta disoccupazione, significano che sempre più
"bianchi" sono in difficoltà finanziarie.
"E poi vedono un Rom sorridente con un assistente sociale che compila un modulo
per loro. E' un sentimento che cresce tra gente di cui nessuno si occupa." dice
la sindaca di Duchcov. Descrive il Rom street party come una provocazione.
La sindaca Bartova ha espresso comprensione per le frustrazioni dei
cittadini verso i Rom (Photo: Martin Nejezchleba)
Alla prima protesta anti-rom di maggio, Bartova tenne un discorso in cui
sembrava esprimere pubblicamente simpatia per i manifestanti. Qualche settimana
fa, l'agenzia d'investigazione pubblica ha valutato il fenomeno che sempre più
Cechi rispondano agli appelli alla mobilitazione da parte dei neonazisti, come
una grave minaccia alla sicurezza pubblica e alla democrazia della repubblica.
Breakdance al posto della battaglia
Le organizzazioni ceche dei diritti umani per anni hanno evidenziato le
discriminazioni sui Rom a scuola, o nel mercato del lavoro e dell'alloggio. Sono
discriminazioni profondamente radicate nel sistema. La città di Duchcov, ad
esempio, ha venduto a compagnie immobiliari private, gli edifici parzialmente
fatiscenti in cui i rom si rifugiavano la notte. Gran parte degli assegni
sociali che i Rom ricevono, finiscono direttamente nelle tasche degli squali
immobiliari, attraverso affitti gonfiati.
Anche cittadini "regolari" stanno partecipando alle proteste anti-rom (Photo: Martin
Nejezchleba)
Tornando allo street party, poco prima delle 16.00, succede qualcosa che Conkova
dice succede sempre quando i cori anti-rom diventano troppo opprimenti. I
presenti si allontanano dal podio per vedere chi vuole seguirli.
"la pressione sta montando," dice uno. "E' ora di prendere la cosa nelle nostre
mani." Anche Conkova, prova a fermare la folla. "I Rom devono uscire dal ruolo
di vittime," dice.
Ma alla fine i Rom decidono contro il conflitto aperto. Non vogliamo
provocarli, dicono; dobbiamo proteggere i nostri bambini. Siamo qui per
festeggiare.
I bambini lo prendono alla lettera, tornando di corsa sul palco. Assordanti
esplosioni pop si diffondono dagli altoparlanti. Robert è i suoi amici trovano
finalmente uno sfogo alla loro rabbia: breakdance.