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"Viviamo nel terrore"
Di Fabrizio (del 10/09/2013 @ 09:02:50, in conflitti, visitato 1723 volte)

Il villaggio rom lungo il fiume Crati Il quotidiano della Calabria

Lettera dei rom ai cosentini dopo i raid punitivi su cui indaga la procura Botte, insulti e addirittura un'incursione in auto con un uomo investito: dopo l'escalation di violenza in città è stata aperta un'inchiesta affidata alla polizia. Ma intanto gli abitanti del villaggio sulla riva del fiume Crati scrivono alla città: "Vi è mai successo di essere massacrati di botte mentre andate al supermercato?"

COSENZA - "Vi è mai successo di essere massacrati di botte mentre andate al supermercato a comprare il pane per i vostri figli? Siete mai stati accusati di una cosa che non avete fatto? A noi tutto questo succede da ormai un mese". La comunità rom che vive nel villaggio di Vaglio Lise, alle porte di Cosenza, ha deciso di rivolgersi alla città con una lettera aperta, dopo l'escalation di violenza subita nei giorni scorsi. La procura, nei giorni scorsi, ha deciso di fare luce sulla vicenda e ha affidato alla polizia un'indagine sui pestaggi.

"Ogni volta che usciamo dal villaggio per andare a fare la spesa, su via Popilia veniamo aggrediti, picchiati, insultati da persone che dicono di volersi vendicare per aver subito dei furti" scrivono ora i rom nella loro lettera che, sottolineano, è rivolta a chi ce l'ha con loro, "più che al resto della cittadinanza ed a quanti nel quartiere ci hanno sempre dato affetto e ospitalità": "Chiediamo a questi giovani se secondo loro è giusto che a pagare debbano essere padri di famiglia innocenti, uomini che si alzano all'alba ogni giorno per andare a vendere aquiloni e collanine sulle spiagge. Ai giovani che si aggirano intorno alle nostre baracche, armati di pistole, benzina e mazze da baseball vorremmo chiedere se a loro sia mai capitato di essere picchiati, perseguitati, incarcerati ingiustamente". E aggiungono: "Ogni giorno viviamo nel terrore. E di notte non dormiamo, perché temiamo che qualcuno possa incendiare le nostre baracche, far del male ai nostri bambini".

Raccontano anche che una settimana fa, mentre passava davanti ad una chiesa, un abitante del campo rom, un uomo che vive a Cosenza da quasi dieci anni e mai si è macchiato del minimo reato, è stato investito da una macchina. Dalla macchina sono scesi due giovani che, invece di soccorrerlo, si sono accaniti su di lui a colpi di mazze, spaccandogli la testa. "Alle istituzioni chiediamo sicurezza - è l'appello dei rom -. Ai parenti ed agli amici di questi giovani che fanno le ronde, chiediamo di parlare con loro, spiegare che l'uso della violenza è sempre sbagliato, e che attaccare gli innocenti solo in base alle loro origini etniche, è un crimine contro l'umanità".

Le indagini intanto proseguono e intenzione della Procura di Cosenza è dare un nome agli aggressori. Impresa non tanto facile e per questo ci si avvarrà anche della visione di alcuni video ripresi dalle telecamere di sicurezza posizionate lungo le strade dove si sono materializzati alcuni dei pestaggi. Ritorna alla ribalta, però, il problema dell'integrazione in città: nei giorni scorsi era montata una protesta dei cittadini di Casali, che chiedono l'allontanamento delle famiglie rom dal palazzetto dello sport, nel quale il Comune di Cosenza le ha sistemate da quattordici mesi, dopo un incendio che distrusse molte baracche a Vaglio Lise. Doveva essere un alloggio temporaneo, ma i rom sono ancora lì, con la struttura sportiva (un tempo molto frequentata) diventata un grande stanzone, che ospita quindici nuclei familiari. In teoria dovrebbero abbandonare la struttura, in quanto l'emergenza è di fatto scaduta.