LabUr: "Ostia e i rom: come si puo' pensare di realizzare i 'villaggi temporanei'?"
Di Fabrizio (del 14/07/2013 @ 09:09:38, in casa, visitato 1295 volte)
Ostia - Riceviamo e pubblichiamo da Paula de Jesus, urbanista del Laboratorio
urbanistico del municipio X: "I campi nomadi costituiscono quella che è
definita l''urbanistica del disprezzo', che impiega aree prive di valore e che
presto diventano nuovi luoghi di emarginazione. Gestire l'emergenza abitativa è
una cosa, gestire i nomadi un'altra"
"Grazie al Pd dell'attuale X Municipio si apre un nuovo capitolo dell'emergenza
abitativa a Roma: l'edilizia per i Rom. In poche parole, casa e lavoro diventano
i due elementi base per risolvere un annoso problema sociale e di integrazione,
ingigantito dalle scelte sbagliate della sinistra e affrontato con inutili e
costosi sgomberi da parte della destra. Così, dopo il fallimento di Alemanno con
i campi Rom, si parla in questi giorni di trovare aree "per realizzare villaggi
temporanei", cioè campi Rom che poi diventano definitivi, e si portano avanti
'soluzioni alternative'. Come i programmi di autocostruzione: dare ai Rom case e
cascine da ristrutturare. Il pretesto è la sistemazione di poche decine di
famiglie insediatesi nella modesta pineta delle Acque Rosse ad Ostia, minacciate
da una serie di microincendi estivi. Una pineta, quella delle Acque Rosse, da
sempre sede di insediamenti abusivi e non solo Rom. La decisione politica è
quella di Emanuela Droghei (Pd), Assessore alle Politiche Sociali del X
Municipio e moglie del capogruppo Pd in Campidoglio, Francesco D'Ausilio.
Inquietante la sua dichiarazione: "opereremo in tempi strettissimi".
La Droghei non solo ignora problemi urbanistici, igienico-sanitari e legati al
turismo, ma ancor peggio ignora realtà locali come quella della Caritas che,
sponsorizzata da SeL, Pd e in collaborazione con la facoltà di architettura di
Roma Tre, sta portando avanti per i Rom un progetto di autocostruzione e di
formazione professionale ad Acilia. Eppure. non più di un anno fa l'attuale
capogruppo Pd del X Municipio, Giuseppe Sesa, in qualità di 'esperto' Pd per le
politiche sociali sosteneva: "Non c'è alcuna volontà di risolvere il problema
dell'emarginazione alla radice", contestando le scelte di Alemanno. Oggi, al
governo del Municipio, Sesa dimentica quello che aveva detto: il problema
dell'emarginazione rimane e la Droghei si adopera per consumare ulteriore suolo.
Non ci sono strumenti urbanistici che contemplino la bizzarra soluzione della
Droghei del 'villaggio temporaneo' a meno che la Droghei non voglia risolvere in
forma illegittima il problema realizzando il solito ghetto moderno con cui si
accompagna in Italia la figura del Rom, del Sinto o del Camminante.
Premesso che un censimento vero e proprio non c'è e che dunque il
dimensionamento del 'villaggio temporaneo' è fittizio, premesso che i progetti
di autocostruzione in Italia sono pochissimi, come si fa a pensare a campi Rom o
'villaggi temporanei' nel X Municipio, destinato, a detta di tutti, allo
sviluppo del turismo e al recupero urbanistico del territorio? Non è solo colpa
del Pd e della poco illuminata Droghei, ma anche del neo assessore
all'Urbanistica del X municipio, Giacomina Di Salvo, che evidentemente non ha
suggerito alla collega Droghei che i campi nomadi non possono ricadere né in
zone residenziali né vengono considerati insediamenti abitativi, ma rientrano
nella categoria (ormai di accezione comune) di "area per allestimenti pubblici
sovracomunali". In altre parole, i campi nomadi costituiscono quella che è
definita l'urbanistica del disprezzo, che impiega aree prive di valore e che
presto diventano nuovi luoghi di emarginazione. Gestire l'emergenza abitativa è
una cosa, gestire i nomadi un'altra. La prima è una pianificazione urbanistica
ed edilizia, la seconda una pianificazione sociale che deve comprendere servizi,
assistenza e politiche di integrazione, quelle vere. Reperire "un'area pubblica
nella quale poter montare unità abitative per una ventina di nuclei familiari",
come sostiene invece la Droghei, è solo il parto di chi ignora e che non
conoscendo le regole ordinarie per gestire un problema si inventa regole
straordinarie che ti sbattono in prima pagina". Paula de Jesus per LabUr".
Autore: redazione
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