Comunicazione agli "indesiderati" per antonomasia
Di Fabrizio (del 12/07/2013 @ 09:02:52, in casa, visitato 1505 volte)
Non risolverà tutti i problemi, ma è una "pezza" semplice
e pratica... quindi nessuno ne approfitterà! Ma se qualche Rom o qualche Sinto
volesse tentarci...
Problema di spopolamento? Alcuni Comuni lo risolvono così -
Scritto da Angela Iannone |
Yahoo! Finanza
- lun 8 lug 2013 17:50 CEST
L'unica cosa "buona" della crisi è il livello di inventiva e creatività che si
attiva nelle persone, pronte a fare di necessità virtù per risolvere ogni
problema.
L'inventiva viene soprattutto dai piccoli borghi italiani che, soffocati dalla
morsa del Patto di Stabilità, dalle ristrettezze economiche e dalle poche
risorse sul territorio, hanno dato libero sfogo alla fantasia.
Una delle ultime iniziative anti-crisi, non soltanto economica, viene da
Sadali,
piccolo paese dell'entroterra sardo: qui il sindaco del Comune, per contrastare
il fenomeno dello spopolamento - e quindi per risolvere un problema di
erario -
si è inventato un interessante progetto.
Alle giovani coppie che decideranno di andare a vivere in maniera stabile in
questo borgo di poco più di 900 anime in provincia di Cagliari,
l'amministrazione comunale darà un buono spesa mensile di 200 euro, per due
anni. Ad una condizione: il paese di provenienza deve avere più di 3mila
abitanti, altrimenti, come un cane che si morde la coda, si popola un centro ma
se ne svuota un altro.
Il progetto del sindaco Romina Mura è iniziato verso la fine del 2010 e ad oggi
la popolazione è aumentata da 928 a 958 abitanti, non una cosa da poco "per un
paese che si è spopolato ininterrottamente dagli anni ’60 in poi" spiega il
primo cittadino. Anzi, un successo: trenta persone in più "equivalgono più o
meno a un incremento del tre per cento".
Il bonus mensile è un toccasana sia per il problema abitativo di Sadali sia per
l'economia locale: la quota elargita infatti può essere spesa esclusivamente nel
territorio comunale, un meccanismo semplice per far girare l'economia. Non solo:
i nuovi abitanti, per lo più giovani coppie sposate, con esperienze
professionali che vanno dall’artigianato all’agricoltura, stanno rivitalizzando
il territorio anche dal punto di vista culturale e pratico, riappropriandosi di
orti abbandonati e dando il via a nuove forme di agricoltura e di consumo
responsabile e biologico.
Sadali non è l'unico Comune ad adottare un particolare stratagemma per
combattere lo spopolamento. A San Giovanni d’Asso, un borgo di 900 abitanti in
provincia di Siena, l’amministrazione comunale nel 2011 dava un contributo di
300 euro, da investire nell'affitto di un appartamento, a tutti quelli che
decidevano di prendere la residenza lì. Da allora, però, l'esperimento pilota
non è stato però rinnovato, sia per una questione economica "non l’abbiamo
rinnovato per mancanza di fondi", ammette il sindaco, sia perché le famiglie che
fanno domanda di trasferimento chiedono anche un lavoro, un'occupazione. Perché
la casa è tanto, sì, ma non è tutto.
"Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo
nutrirai per tutta la vita", recita un antico proverbio cinese. Così, se qualche
Comune garantisce un tetto, altri preferiscono dare un'occupazione che renda i
neo abitanti autonomi. Succede a Quiliano, in provincia di Savona, dove il
sindaco ha deciso di affidare in concessione gratuita alcuni terreni da
coltivare. La selezione avviene attraverso un bando pubblico e il vincitore ha
il compito di curare - a tempo indeterminato - la raccolta dei frutti e fare
manutenzione.
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