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"Sporchi, ladri, criminali". Gli zingari e l'antiziganismo, un razzismo condiviso
Di Fabrizio (del 19/03/2013 @ 09:08:53, in Italia, visitato 2380 volte)

ilReferendum di Valentin Ipuche

"Sporchi. Ladri. Criminali. Sempre pronti a portarci via i nostri bambini, nascondendoli sotto una lunga gonna di stracci, non appena distogliamo lo sguardo. Non serve neanche esplicitare il soggetto, perché questi pregiudizi rimandano senza esitazione all'idea comune dello zingaro."
Così recitava il volantino di invito all'incontro sull'antiziganismo tenuto dal docente di antropologia culturale Leonardo Piasere al primo piano dell'Università di Verona.

In un'aula piccola ma gremita i ragazzi del collettivo Studiare con lentezza, promotori dell'incontro, hanno fatto riferimento alle problematiche dell'Aula Zero, un'aula autogestita aperta a tutti gli studenti. Lo spazio rischia infatti di essere chiuso dopo i fatti del 12 febbraio, quando in occasione di un incontro sulle foibe i ragazzi del collettivo hanno subito un'aggressione da parte di formazioni neofasciste veronesi.

Il tema"antiziganismo" molto articolato e complesso è stato affrontato in modo dialettico, rispondendo alle domande piuttosto che con l'uso del monologo.
Il concetto dell'identità nelle diverse realtà rom, la storia dei movimenti migratori dei più grandi gruppi come i sinti, i calderas, etc e il ruolo della tradizione sono elementi chiave per comprendere il razzismo condiviso nei loro confronti. Elementi comuni ma anche di diversità come il tema dell'omosessualità all'interno di tali comunità, tenendo sempre presente che non si può generalizzare: le popolazioni romanì in Europa sono composte da 11 milioni di persone. Questo vuol dire che se fossero la popolazione di uno Stato ufficiale sarebbe il 12esimo all'interno dell'UE per numero di abitanti, e avrebbe diritto a 22 rappresentanti nel Parlamento comunitario. Tanti quanti l'Olanda.

Il relatore, che ha vissuto a lungo all'interno di comunità rom, ha discusso dei problemi con cui questa convive. Uno su tutti è lo stato di invisibilità totale in cui vivono molte persone, in condizioni di apolidi di fatto, senza nemmeno il riconoscimento di apolidia. Ma come gli zingari vedono le popolazioni che li circondano?

La figura dello zingaro è estremamente stereotipata ed è colma di luoghi comuni che circondano queste popolazioni. L'alone romantico di mistero esotico che circondava lo zingaro ha fatto in modo che non troppi decenni fa nella bassa veronese i bambini "stregati" venissero fatti allattare da balie gitane. Oggi è totalmente svanito.
Gli zingari lasciano segni segreti sui cancelli, sulle porte: per malocchio o per segnalare ai complici di una possibilità di furto. Questa è una leggenda metropolitana nata da un racconto di un autore tedesco risalente agli inizi del XIX secolo, che tra l'altro parlava di una singola donna che praticava quest'usanza a scopi mnemonici e non di una comunità.

Nato invece da una commedia veneziana è un altro mito razzista: gli zingari rapiscono i bambini.
Leonardo Piasere fa chiarezza: quando uno zingaro rapisce un bambino della comunità locale è rapimento mentre quando lo Stato sottrae alla comunità rom i suoi bambini è "difesa dell'infanzia". In tale ottica lo studioso ha esaminato tutti i casi di presunti rapimenti di bambini degli ultimi vent'anni, scoprendo che in tutti i casi la storia si sgonfiava, tranne in due in cui si è arrivato a giudizio e ci sono state due condanne, secondo il relatore inconcepibili stando agli atti.
Nello stesso lasso di tempo lo Stato Italiano ha dichiarato adottabili 300 bambini rom. La probabilità che un bambino rom sia dichiarato adottabile è 17 volte maggiore rispetto a un bambino "comunitario".

In Italia non esiste una politica nazionale in questo ambito, ma solo qualche regolamento regionale.

Ironico è anche il fatto che per la comunità europea le priorità sono in quest'ordine l'educazione, il lavoro, la salute e l'alloggio. Per le comunità romanì l'ordine è specularmene invertito.

La storia del rapporto dell'Italia con queste comunità non è dei più felici. Ci sono stati campi di concentramento istituiti esclusivamente per gli zingari, all'interno di un piano studiato a partire dal '36. Un atteggiamento ostile che non ha mai smesso di perpetuarsi, e che vede la sua massima espressione nei partiti di estrema destra e nella Lega Nord. Quando Roberto Maroni è stato per seconda volta ministro dell'Interno sotto Berlusconi ha istituito 5 commissari straordinari per supervisionare gli zingari, provvedimento bocciato dal Consiglio di Stato che ha accolto i ricorsi dell'associazione European Roma Rights Centre Foundation.

Zoomando ancora di più sul locale, Flavio Tosi sindaco di Verona è stato condannato nel 2009 in via definitiva per propaganda razzista per una raccolta firme nel 2001. Insieme a lui la sorella Barbara Tosi (consigliere comunale), Matteo Bragantini (Commissario Federale della Lega Nord Südtirol e componente del Direttivo Nazionale Veneto della Lega Nord), Enrico Corsi (assessore), Luca Coletto (assessore) e Maurizio Filippi (altro esponente del partito).
I leghisti avevano avviato una pesante campagna mediatica per la raccolta di firme per cacciare gli zingari dalla città, in particolare nei confronti di un gruppo di famiglie sinti che tra l'altro avevano residenza a Verona, ed erano quindi incacciabili.