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Cocci di un discorso impopolare
Di Fabrizio (del 16/01/2013 @ 09:05:56, in media, visitato 1181 volte)

di Daniele Mezzana

Trasversale, inconsapevole, supponente: il razzismo verso i rom miete vittime, ma sempre si professa innocente. Un libro, pubblicato solo on line, ci aiuta a comprendere questo fenomeno e il suo intreccio "con le migliori intenzioni".

Questo libro parla del nostro razzismo verso i rom. Quello che esplode dalla rabbia repressa della gente comune, quello che trapela dalla voglia di scoop dei giornalisti, quello che le buone intenzioni di tanti politici non riescono a eliminare, perché è troppo radicato, troppo profondo per essere affrontato a chiacchiere. Fabrizio Casavola, questa volta, non si sofferma sulle vittime, ma su di noi, o meglio sul "razzismo fatto in casa", in un libro pubblicato solo online e disponibile gratuitamente. Un testo breve (41 pagine), scritto con intelletto ed emozione, che produrrà sicuramente un forte impatto sui lettori.

Casavola è uno che parla con cognizione di causa, perché da oltre quindici anni vive e opera insieme ai rom a Milano, in collegamento con associazioni e reti di rom in tutta Europa. Cura un portale, Mahalla, che è una miniera di informazioni e punti di vista critici sulla situazione delle comunità rom e sinti europee. Insomma, è uno che queste cose le vive e le sa capire. Ha già scritto altri volumi, ma in questo approfondisce in particolare la genesi del razzismo e la costruzione negativa dell'altro, anche a partire da fatti apparentemente minimi; ad esempio, le parole usate nel discorso comune ("abusivi", "tollerati", ecc.): le parole qui pesano, misurano il grado di dignità attribuita alle persone che indicano, influenzano negativamente l'azione di una minoranza di esaltati e di una maggioranza che il più delle volte preferisce non sapere, non vedere, o comunque non risolvere i problemi.

L'autore svolge questo suo approfondimento sulla base della propria personale esperienza e di un'analisi attenta e appassionata dei resoconti e degli strafalcioni dei media e degli intellettuali, in occasione di una serie di eventi-chiave che hanno coinvolto specificamente la comunità rom e gli abitanti di alcuni quartieri di città italiane come Torino, Milano, Vicenza, Roma, Pescara. Come rileva Casavola, l'ignoranza e la sostanziale incapacità, o non volontà, di capire la realtà dei rom sono un fenomeno trasversale rispetto alle varie ideologie e ai diversi approcci politici. Questa non è una sorpresa per i pochi che sul campo ci stanno quotidianamente, ma che si dica nero su bianco è importante e istruttivo: quel che conta sono le persone, gli attori e la loro volontà di fare.

L'autore mette in risalto la gigantesca dis-informazione rispetto alla condizione dei rom, e i meccanismi profondi, direi psicoanalitici, su larga scala, alla base di una discriminazione che si fa fatica a concepire, soprattutto dopo le sofferenze e le trasformazioni che il nostro continente ha vissuto nell'ultimo secolo, e che evidentemente non hanno insegnato abbastanza. Cocci si legge tutto d'un fiato, anche se non è un testo facile. Parlando in termini cinematografici, è un "corto" secco, duro, ellittico e a tratti poco digeribile. Personalmente non sono riuscito a recepire, o a cogliere, fino in fondo tutte le analisi, le proposte (o le invettive) di Casavola, e forse questo capiterà anche ad altri lettori. Ma leggere questo libro vale decisamente la pena, perché in poche, preziose, pagine si presentano informazioni e giudizi da cui difficilmente si può prescindere per conoscere la situazione dei rom nel nostro Paese, e per mettere sul tavolo qualche proposta seria d'intervento. Come quelle di "tavoli-consulta", proposti dall'autore, che vedano riunite, nelle varie città, tutte le parti in causa e tutti gli attori locali interessati, per parlare (finalmente) e discutere di soluzioni concrete. Gocce, forse, nell'oceano del pregiudizio, ma comunque passi avanti per produrre una trasformazione silenziosa, magari lenta, ma sperabilmente efficace.