\\ Mahalla : Articolo : Stampa
Riletture
Di Fabrizio (del 23/01/2013 @ 09:04:01, in Kumpanija, visitato 1485 volte)

...

Dalla prefazione di Jean Léonard-Touadi:

... Un inferno con tanti gironi e ciascuna consorteria pro-Africa che si impadronisce di un girone e lo spaccia per il tutto. Ogni associazione ha la "sua Africa": quella dei lebbrosi, dei bambini soldato, dell'Aids, dei pozzi da scavare, delle mutilazioni genitali da combattere, delle periferie degradate degli "street boys" e delle masse da evangelizzare. Tutte battaglie sacrosante. Ci può essere il pericolo, però, che diventi l'Africa della messa in scena, della spettacolarizzazione e dello sfruttamento della sofferenza altrui a fini di "fund raising". La fibra emotiva qui è di rigore. Si tratta di suscitare la "pietas" del donatore eventuale, senza minimamente preoccuparsi di fare capire le cause remote e attuali delle situazioni. Qui gli africani sono passivi, oltre che pazienti, in attesa che irrompa il "deus ex machina" europeo che tutto sana, tutto risolve e salva. E gli africani, grati di tanta generosità, vengono mostrati mentre ballano e cantano inni di ringraziamento. Quest'Africa della drammatizzazione della bontà europea ignora la soggettività di popoli che da sempre si sono caratterizzati per la loro precipua capacità di resistenza e di "debroullardise" (arte di arrangiarsi). Donne, giovani e intere comunità - tramortiti dai meccanismi infernali della globalizzazione neoliberale e da poteri locali conniventi - che cercano di dare un senso alla loro esistenza ridotta a una ginnastica individuale e collettiva di sopravvivenza. Cambiare l'immagine dell'Africa non significa dare voce a quelle realtà, come spesso si sente dire; ma tendere un megafono perché queste voci arrivino il più lontano possibile. In altri termini, l'immagine delle Afriche che hanno smesso di guardare il cielo degli aiuti rende giustizia alla realtà di un continente che ha imparato a "ottimizzare l'anarchia" della politica e dell'economia ufficiali. Forse ciò servirà poco alle operazioni di raccolta fondi ma è più aderente al vissuto individuale e collettivo degli africani.

[...]


Dall'introduzione di Daniele Mezzana

... quest'immagine dell'Africa a Sud del Sahara è, purtroppo, rintracciabile nei molti punti di vista che si occupano, a diverso titolo, delle vicende di tale continente. Non solo i "cattivi" pensano a un'Africa stereotipata e, per così dire, araldica, ma anche, spesso, i "buoni", o addirittura i buoni "intelligenti". Tutto ciò ha come conseguenza una concezione asimmetrica delle relazioni internazionali, a svantaggio dei Paesi africani, e una forma, in qualche modo crudele, di forte isolamento di tali Paesi, che si risolve in una sostanziale, spesso involontaria, negazione dell'umanità africana. Questo accentua, se possibile, il dolore che l'Africa già patisce, poiché aggiunge ai suoi numerosi problemi la sofferenza, del tutto inutile ed evitabile, prodotta dall'incomprensione e da uno stigma neanche tanto nascosto. La realtà, in effetti, è profondamente diversa, o quanto meno più complessa di quanto non pensino tante persone, anche colte e avvertite.

[...]


Penso che sarebbe un libro indicato a chi si interessa alle tematiche solitamente trattate in MAHALLA

Società africane. L'Africa sub-sahariana tra immagine e realtà - Anno 2005 - Editore Zelig - Collana Futura - 330 p., brossura (cur. Mezzana Daniele, Quaranta Giancarlo)