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Russia
Di Fabrizio (del 23/11/2012 @ 09:04:51, in Regole, visitato 1738 volte)

Abusi polizieschi contro Rom, migranti ed attivisti, i dati sulla Russia davanti al Comitato ONU contro la Tortura - 7 novembre 2012

I dati della Russia su torture e maltrattamenti sono sotto esame del Comitato ONU contro la Tortura. Venerdì 9 e lunedì 12 novembre [sono stati] ascoltati funzionari russi per coinvolgerli nel rispetto da parte della Russia della Convenzione ONU contro la tortura ed altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

ADC Memorial, con il sostegno di FIDH, ha fornito attraverso un rapporto pubblico prove sugli abusi polizieschi contro Rom, migranti ed attivisti. Nel contesto di questa repressione crescente contro le voci dissidenti ed i popoli marginalizzati nella Russia odierna, questo rapporto è un'opportunità per l'organismo di controllo dell'ONU di richiamare la Russia a riformare la sua legislazione e rivedere le sue politiche per far terminare gli abusi della polizia. ADC Memorial, e FIDH richiamano la Russia a rispettare le dignità fondamentali e l'integrità di tutte le persone sul suo territorio, senza discriminazioni.

Il memorandum ADC - FIDH documenta gli abusi giornalieri patiti da segmenti specifici della popolazione russa, gruppi marginalizzati come Rom, migranti e lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT), e voci dissidenti come attivisti sociali, giornalisti e difensori dei diritti umani. Questi abusi vanno dalla profilazione etnica agli abusi quotidiani delle autorità per "operazioni speciali", pestaggi e torture nelle stazioni di polizia, che talvolta portano alla morte. Non solo violano le convenzioni internazionali che proibiscono la tortura, ma sono anche in evidente contraddizione con la nuova legislazione russa, entrata in vigore nel marzo 2011, che afferma principi di responsabilità della polizia e di non discriminazione nei confronti di minoranze etniche, linguistiche o di altro tipo.

Riesame della Federazione Russa da parte del Comitato ONU contro la Tortura

Rom: vittime quotidiane della violenza poliziesca

La relazione presentata al Comitato conferma che i Rom sono un bersaglio specifico della polizia russa, come pure gli abusi giornalieri a cui sono sottoposti. Tra gli agenti rimangono diffusi stereotipi negativi che legano l'origine rom a comportamenti criminali, e nella polizia sono comuni atteggiamenti intolleranti e xenofobi. I Rom sono particolarmente oggetto di torture e maltrattamenti, a causa di pratiche poliziesche diffuse come controllo ingiustificato dei documenti, detenzioni arbitrarie e fermo nello stazioni di polizia. Avvengono costantemente "operazioni speciali" - cioè raid negli accampamenti rom, per scoprire crimini commessi da loro specificatamente - raid caratterizzati da trattamenti discriminatori e degradanti. Le strade per il ricorso interno sono difficili nella pratica, e così si crea un clima di impunità per le forze dell'ordine. I documenti riportano casi di pestaggi di uomini e donne rom in determinate stazioni di polizia, che talvolta portano a morte mascherata da suicidio. Portano alla luce anche casi di detenzione illegale, maltrattamenti e violenze specifiche di genere contro le donne rom.

Migranti: dagli stereotipi xenofobi agli abusi sistematici di potere e ai crimini razziali

Il rapporto fa luce anche sulla situazione dei migranti, un altro settore vulnerabile della popolazione russa. Oltre 10 milioni di stranieri entrano ogni anno in Russia, inclusi molti stagionali che arrivano dall'Asia Centrale e dal Caucaso Meridionale in cerca di lavoro. Queste persone costituiscono uno dei gruppi più vulnerabili nella società, vittime di stereotipi xenofobi e percepiti non solo come "alieni" alla società russa, ma anche come "delinquenti" che violano la legge sull'immigrazione. In questo contesto, la profilazione etnica, i controlli casuali dei documenti e le confische illegali delle loro documentazioni, sono diventate pratiche diffuse. Vengono regolarmente condotte operazioni su larga scala "per sopprimere l'immigrazione illegale", mantenendo i migranti in un clima di paura costante. Queste operazioni danno luogo ad estorsioni di tangenti, insulti razzisti, intimidazioni ed altri abusi di potere. Sono abusi comunemente riservati ai migranti ed incontrano un'impunità totale. Questo senso di impunità di cui godono le forze dell'ordine crea le condizioni per crimini contro gli immigrati, e può portarli ad essere oggetti di sequestri, sparizioni forzate, minacce e pestaggi nei commissariati di polizia, nonché a coercizioni psicologiche pari alla tortura.

Militanti antifascisti, antirazzisti e LGBT vittime di brutalità poliziesche

Anche le voci dissidenti, al pari dei gruppi marginalizzati, sono soggette a molestie da parte della polizia. Violenze e minacce sono usate spesso dagli agenti per scopi politici come misure repressive contro quanti esprimono attivamente la loro posizione politica o sociale. Come dichiarato nel rapporto, "lo stato spesso cerca di giustificare la persecuzione degli attivisti, riferendosi alla necessità di combattere l'estremismo, che diventa in realtà lotta al non conformismo". Il rapporto documenta diverse minacce, aggressioni e pestaggi di attivisti sociali, in particolare antifascisti, antirazzisti ed attivisti per i diritti LGBT. Lungi dal diminuire, queste pratiche sono diventate su larga scala dalla fine del 2011. Il rapporto evidenzia la brutale repressione delle proteste tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012. In questo contesto, gli attivisti LGBT soffrono di doppia discriminazione, in quanto membri di un gruppo marginalizzato interessato ad un forte stigma sociale, e voci dissidenti che richiedono diritti e libertà, gli attivisti LGBT sono perciò vittime di attacchi e pestaggi, ed anche di abusi d'autorità da parte della polizia e di pressioni da parte delle agenzie statali.

Nessun progresso senza responsabilità

ADC Memorial e FIDH chiedono alla Russia di rispettare i propri obblighi internazionali nel quadro della Convenzione contro la Tortura ed i principi dei diritti umani sanciti nella sua riforma del 2011; chiedono allo stato di prendere le misure necessarie per porre le pratiche di polizia in linea con gli standard sui diritti umani. Impunità, mancanza di responsabilità e l'invariabile atteggiamento "benevolo" delle agenzie investigative e dei tribunali nei confronti dei crimini commessi dai rappresentanti della legge, creano terreno fertile per abusi di autorità, violenze e torture. Non c'è riforma che può risolvere questi problemi fino a quando questi crimini non verranno indagati, perseguiti e puniti. Inoltre i gruppi a rischio quali le minoranze etniche e le altre, gli attivisti politici ed i difensori dei diritti LGBT devono ricevere una protezione speciale.

ADC Memorial e FIDH sperano che lil rapporto sulla Russia del Comitato contro la Tortura fornisca un'opportunità per evidenziare le carenze del sistema legale e della giustizia in Russia, e di formulare raccomandazioni concrete a porre fine alle diffuse pratiche poliziesche della tortura, e di altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti.

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