Abusi polizieschi contro Rom, migranti ed attivisti, i dati sulla Russia
davanti al Comitato ONU contro la Tortura - 7 novembre 2012
I dati della Russia su torture e maltrattamenti sono sotto esame del Comitato
ONU contro la Tortura. Venerdì 9 e lunedì 12 novembre [sono stati] ascoltati
funzionari russi per coinvolgerli nel rispetto da parte della Russia della
Convenzione ONU contro la tortura ed altri trattamenti crudeli, inumani o
degradanti.
ADC Memorial, con il
sostegno di FIDH, ha fornito attraverso un
rapporto pubblico prove sugli abusi polizieschi contro Rom, migranti ed
attivisti. Nel contesto di questa repressione crescente contro le voci
dissidenti ed i popoli marginalizzati nella Russia odierna, questo rapporto è
un'opportunità per l'organismo di controllo dell'ONU di richiamare la Russia a
riformare la sua legislazione e rivedere le sue politiche per far terminare gli
abusi della polizia. ADC Memorial, e FIDH richiamano la Russia a rispettare le
dignità fondamentali e l'integrità di tutte le persone sul suo territorio, senza
discriminazioni.
Il memorandum
ADC - FIDH documenta gli abusi giornalieri patiti da segmenti specifici
della popolazione russa, gruppi marginalizzati come Rom, migranti e lesbiche,
gay, bisessuali e transgender (LGBT), e voci dissidenti come attivisti sociali,
giornalisti e difensori dei diritti umani. Questi abusi vanno dalla profilazione
etnica agli abusi quotidiani delle autorità per "operazioni speciali", pestaggi
e torture nelle stazioni di polizia, che talvolta portano alla morte. Non solo
violano le convenzioni internazionali che proibiscono la tortura, ma sono anche
in evidente contraddizione con la nuova legislazione russa, entrata in vigore
nel marzo 2011, che afferma principi di responsabilità della polizia e di non
discriminazione nei confronti di minoranze etniche, linguistiche o di altro
tipo.
Riesame della Federazione Russa da parte del Comitato ONU contro la
Tortura
Rom: vittime quotidiane della violenza poliziesca
La relazione
presentata al Comitato conferma che i Rom sono un bersaglio specifico della
polizia russa, come pure gli abusi giornalieri a cui sono sottoposti. Tra gli
agenti rimangono diffusi stereotipi negativi che legano l'origine rom a
comportamenti criminali, e nella polizia sono comuni atteggiamenti intolleranti
e xenofobi. I Rom sono particolarmente oggetto di torture e maltrattamenti, a
causa di pratiche poliziesche diffuse come controllo ingiustificato dei
documenti, detenzioni arbitrarie e fermo nello stazioni di polizia. Avvengono
costantemente "operazioni speciali" - cioè raid negli accampamenti rom, per
scoprire crimini commessi da loro specificatamente - raid caratterizzati da
trattamenti discriminatori e degradanti. Le strade per il ricorso interno sono
difficili nella pratica, e così si crea un clima di impunità per le forze
dell'ordine. I documenti riportano casi di pestaggi di uomini e donne rom in
determinate stazioni di polizia, che talvolta portano a morte mascherata da
suicidio. Portano alla luce anche casi di detenzione illegale, maltrattamenti e
violenze specifiche di genere contro le donne rom.
Migranti: dagli stereotipi xenofobi agli abusi sistematici di potere
e ai crimini razziali
Il rapporto fa luce anche sulla situazione dei migranti, un altro settore
vulnerabile della popolazione russa. Oltre 10 milioni di stranieri entrano ogni
anno in Russia, inclusi molti stagionali che arrivano dall'Asia Centrale e dal
Caucaso Meridionale in cerca di lavoro. Queste persone costituiscono uno dei
gruppi più vulnerabili nella società, vittime di stereotipi xenofobi e percepiti
non solo come "alieni" alla società russa, ma anche come "delinquenti" che
violano la legge sull'immigrazione. In questo contesto, la profilazione etnica,
i controlli casuali dei documenti e le confische illegali delle loro
documentazioni, sono diventate pratiche diffuse. Vengono regolarmente condotte
operazioni su larga scala "per sopprimere l'immigrazione illegale", mantenendo i
migranti in un clima di paura costante. Queste operazioni danno luogo ad
estorsioni di tangenti, insulti razzisti, intimidazioni ed altri abusi di
potere. Sono abusi comunemente riservati ai migranti ed incontrano un'impunità
totale. Questo senso di impunità di cui godono le forze dell'ordine crea le
condizioni per crimini contro gli immigrati, e può portarli ad essere oggetti di
sequestri, sparizioni forzate, minacce e pestaggi nei commissariati di polizia,
nonché a coercizioni psicologiche pari alla tortura.
Militanti antifascisti, antirazzisti e LGBT vittime di brutalità
poliziesche
Anche le voci dissidenti, al pari dei gruppi marginalizzati, sono soggette a
molestie da parte della polizia. Violenze e minacce sono usate spesso dagli
agenti per scopi politici come misure repressive contro quanti esprimono
attivamente la loro posizione politica o sociale. Come dichiarato nel rapporto,
"lo stato spesso cerca di giustificare la persecuzione degli attivisti,
riferendosi alla necessità di combattere l'estremismo, che diventa in realtà
lotta al non conformismo". Il rapporto documenta diverse minacce, aggressioni e
pestaggi di attivisti sociali, in particolare antifascisti, antirazzisti ed
attivisti per i diritti LGBT. Lungi dal diminuire, queste pratiche sono
diventate su larga scala dalla fine del 2011. Il rapporto evidenzia la brutale
repressione delle proteste tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012. In questo
contesto, gli attivisti LGBT soffrono di doppia discriminazione, in quanto
membri di un gruppo marginalizzato interessato ad un forte stigma sociale, e
voci dissidenti che richiedono diritti e libertà, gli attivisti LGBT sono perciò
vittime di attacchi e pestaggi, ed anche di abusi d'autorità da parte della
polizia e di pressioni da parte delle agenzie statali.
Nessun progresso senza responsabilità
ADC Memorial
e FIDH chiedono alla Russia di rispettare i propri obblighi internazionali nel
quadro della Convenzione contro la Tortura ed i principi dei diritti umani
sanciti nella sua riforma del 2011; chiedono allo stato di prendere le misure
necessarie per porre le pratiche di polizia in linea con gli standard sui
diritti umani. Impunità, mancanza di responsabilità e l'invariabile
atteggiamento "benevolo" delle agenzie investigative e dei tribunali nei
confronti dei crimini commessi dai rappresentanti della legge, creano terreno
fertile per abusi di autorità, violenze e torture. Non c'è riforma che può
risolvere questi problemi fino a quando questi crimini non verranno indagati,
perseguiti e puniti. Inoltre i gruppi a rischio quali le minoranze etniche e le
altre, gli attivisti politici ed i difensori dei diritti LGBT devono ricevere
una protezione speciale.
ADC Memorial
e FIDH sperano che lil rapporto sulla Russia del Comitato contro la Tortura
fornisca un'opportunità per evidenziare le carenze del sistema legale e
della giustizia in Russia, e di formulare raccomandazioni concrete a
porre fine alle diffuse pratiche poliziesche della tortura, e di altri
trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
[...]