Chi nasce in Italia non sempre ha diritto ad essere cittadino italiano
Di Fabrizio (del 22/11/2012 @ 09:06:17, in media, visitato 1580 volte)
Vola
Alto Bando di Concorso 2012
Realizza un cortometraggio sul tema dello ius soli, che ne
affronti uno o più aspetti con un reportage o una storia di fantasia utilizzando
liberamente qualsiasi linguaggio espressivo.
L'Associazione Marco Formigoni ritiene che questo sia oggi uno dei temi cruciali
per la democrazia, la convivenza, il rispetto dei diritti della persona umana,
la lotta alle ingiustizie e alle sperequazioni, e che quindi vada incoraggiata
la capacità di coglierne e raccontarne aspetti, contraddizioni, prospettive.
In Italia non vige lo ius soli, cioè il diritto di avere la cittadinanza del
suolo, del luogo in cui si è nati. Vige lo ius sanguinis, cioè conta la
discendenza, il sangue dei genitori. In pochi casi chi nasce in Italia da
genitori stranieri può ottenere la cittadinanza ma a prezzo di lente e complesse
procedure. In altri Paesi come USA, Brasile, Argentina, Francia si è cittadini
se si è nati sul posto, si ottiene la cittadinanza direttamente o con alcuni
procedimenti abbastanza semplici.
Nei Paesi in cui vige lo ius sanguinis, come l'Italia, cresce una popolazione di
senza diritti, popolazione di serie B al servizio di chi ha pieni diritti. Ne
derivano disuguaglianze, ingiustizie, persecuzioni, si alimenta una cultura
razzista. Molti immigrati non hanno più neppure legami con i Paesi d'origine da
cui sono fuggiti per motivi politici o economici, e vivono da apolidi di fatto
senza alcun tipo di tutela.
Ci sono molte proposte e pressioni per modificare la legislazione italiana in
materia e sanare una fonte di tragedie e iniquità che se non affrontate
determineranno crescenti squilibri. Ma le resistenze sono forti e trovano
consensi nel timore dello straniero e nelle contraddizioni che crea la crisi
economica.
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