...Ma è silenzio su sgomberi e campi abusivi - Di Luisa Santangelo | 19
luglio 2012
La nuova generazione di news made in Catania
Il capoluogo etneo è la città pilota, in Italia, della campagna Dosta! che punta
a sensibilizzare la popolazione sull'integrazione dei cosiddetti zingari. Nel
Paese sono circa 140mila, ma parecchi di loro vivono per strada o in case
improvvisate. Magari edifici comunali abbandonati e occupati, come quello di
viale Bernini, sgomberato un paio di giorni fa. Che fine faranno le 150 persone
che ci vivevano? L'assessore non vuole parlarne
"Delle politiche sugli insediamenti abusivi parleremo in altre occasioni, non è
certo questo il momento". Carlo Pennisi, assessore alle
Politiche sociali del
Comune di Catania, dello
sgombero dei circa
150 occupanti dell'edificio comunale
di viale Bernini non vuole parlare. Ci sono luoghi e contesti adeguati,
sostiene, e la conferenza stampa di presentazione del progetto
Dosta!, campagna
di sensibilizzazione contro i pregiudizi verso i Rom, non è uno di quelli. Tanti
bei discorsi sull'integrazione e sul fatto che "Catania in fatto di ospitalità
non ha termini di paragone" (parole del prefetto Francesca Cannizzo), ma quando
la domanda verte sulle
soluzioni che le istituzioni hanno pensato - se ne hanno
pensate - per evitare che 150 persone rimangano in mezzo alla strada la risposta
non arriva. "Stiamo parlando di Rom, e a palazzo Bernini ce n'erano solo due
famiglie - precisa l'assessore - tutte le altre erano bulgare e rumene, quindi
siamo fuori tema". Il campo Rom di Zia Lisa, seguendo il ragionamento, è
perfettamente in tema: "Garantire almeno l'acqua corrente? È escluso -
aveva
dichiarato ad aprile Pennisi - queste persone, al netto di problemi di tipo
sanitario non devono stare comode. Anzi, devono stare scomode così è più facile
che decidano di andarsene. L'assistenzialismo di molte associazioni caritatevoli
non serve ed è pernicioso". Oggi, nonostante il progetto del quale è promotore,
conferma tutto: "Non ho cambiato idea", dice.
Oltre alle domande, erano fuori tema anche Fabrizio Cappuccio e Maria Chiara Aruta, del
collettivo Aleph, quello a cui appartengono alcuni dei
volontari che
hanno aiutato per giorni gli occupanti del palazzone comunale abbandonato.
Quando sono entrati a palazzo Platamone - in cui si teneva l'incontro - con uno
striscione inneggiante al diritto alla casa per tutti, due uomini in borghese
della Digos sono intervenuti immediatamente per buttarli fuori. "Non è previsto
un dibattito, non credo che voi qui abbiate qualcosa da fare", dice a Cappuccio
uno dei due agenti. "Abbiamo chiesto più volte di incontrare il prefetto -
spiega Francesco Cappuccio - Ed era stato l'assessore Pennisi, tempo fa, a
invitarci a questo evento". Ma che esponessero un lenzuolo con un messaggio non
era previsto. Per questo, prima che potessero entrare, sono stati chiesti loro i
documenti. "Vogliamo solo che non vengano più dette menzogne - dicono i due
militanti - Il Comune fa una bella iniziativa d'integrazione, dietro la quale
nasconde il fatto che ci sono delle persone che sono state buttate in mezzo alla
strada, che nei fatti saranno costrette a dormire sotto i portici".
Temi interessanti, certo, ridotti a sbavature in una conferenza stampa di
presentazione. Dopo le parole sul fatto che "per essere buoni cristiani bisogna
non avere pregiudizi" dell'arcivescovo di Catania Salvatore Gristina; dopo le
precisazioni del prefetto sul fatto che "gli aspetti negativi non sono
connaturati nelle etnie, nessuno è perfetto e tutti siamo perfettibili"; dopo il
forfait del sindaco Raffaele Stancanelli; e dopo le spiegazioni di
Massimiliano Monanni, direttore dell'Unar, ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali
sul fatto che il capoluogo etneo è la prima delle cinque città scelte per
diffondere la conoscenza delle comunità Rom, Sinti e Camminanti; dopo tutto
questo i saluti. Ma prima è intervenuta Olga Balan, la cantante romena di
origine gitana che venerdì sera si esibirà al cortile Platamone, assieme al
gruppo - per metà napoletano e per metà Rom - O'Rom. Olga presenta se stessa e
il suo spettacolo, poi aggiunge: "Quella dei campi Rom è una delle realtà più
terribili che ci sono in Italia, è bene parlarne". Per Carmine D'Aniello, leader
della band: "L'integrazione passa attraverso il diritto all'alloggio per tutti".