La provincia pavese Il portavoce della comunità sinti chiede la realizzazione di piazzole
attrezzate
17 luglio 2012 - GAMBOLO'. Dopo l'incidente in cui sono stati investiti tre
bambini, a farla da padrone a Gambolò è la tristezza per quanto accaduto
domenica sera.
Nei bar e sulle panchine ieri non si parlava d'altro, se non di quei tre
bambini investiti davanti alla loro madre incinta di nove mesi.
«Ringraziamo i santi in Paradiso - diceva la cliente di un bar del centro - se è
finita così. I bambini e la madre stanno meglio, ma poteva accadere una
tragedia. Fortunatamente l'auto andava pianissimo e le conseguenze dell'urto
sono state limitate. Se la macchina fosse transitata a velocità sostenuta
sarebbe stata una strage». Placate le tensioni nate immediatamente dopo il
fatto, nel campo dei sinti dove vive la famiglia dei bambini non c'era più alcun
sentimento di rabbia. «Non portiamo rancore per quanto accaduto - sottolineava
il portavoce della comunità, Franco Ovara Bianchi - però se fosse successo che
uno di noi avesse investito dei bambini italiani, forse sarebbe partita la
caccia all'uomo. E poi qui la nostra condizione non è accettabile. Il campo è a
lato della strada, senza alcuna protezione. Siamo cittadini italiani e vorremmo,
che come si era pensato in passato, vengano realizzate delle piazzole attrezzate
per le roulotte qui a Gambolò».
L'incidente di domenica lascia l'amaro in bocca alla comunità sinti di Gambolò.
Ma c'è anche il conforto per le condizioni dei bambini feriti, che sono in
miglioramento.
La più piccola, di tre anni, è stata dimessa dall'ospedale Niguarda di Milano
dove era stata portata in elisoccorso, visto che le sue condizioni, tra quelle
di tutti i feriti, sembravano le più preoccupanti.
Una volta tornata nel campo è stata subito coccolata dai nonni. «Abbiamo pregato
per questi bambini - aggiunge Franco Ovara Bianchi - resta però il fatto che
eventi del genere non dovrebbero succedere: non è possibile che tre bambini
vengano investiti mentre vanno tranquillamente al bar».
Ieri nel campo a lato della strada per Remondò c'era anche Sondra Morandi, la
mamma dei tre fratellini coinvolti nell’incidente. Ha scelto di uscire
temporaneamente dall'ospedale di Vigevano, dove è stata comunque ricoverata dopo
il fatto, visto lo stato di gravidanza quasi al termine, per stare qualche ora
vicino ai figli e alla famiglia.
Così come il marito, che avrebbe dovuto subire un'operazione di routine alla
schiena al policlinico San Matteo di Pavia, ma ha chiesto di rinviarla per stare
vicino alla famiglia in questo momento di difficoltà. «Ho visto la macchina
quando ormai era tardi - racconta Sondra Morandi - non c'era più niente da
fare».
La donna sostiene che con i bambini stava attraversando sulle strisce pedonali,
fatto che la polizia stradale sta cercando di verificare sentendo anche dei
testimoni dell’incidente. Sul volto di Sondra Morandi ieri si leggeva la
sofferenza per quanto è accaduto.
Bocche cucite invece dai familiari della donna alla guida della Fiat 500 che ha
investito i bambini domenica sera in via Carrobbio: «Non abbiamo nulla da dire»
sottolineavano ieri.
Sandro Barberis