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Gli emarginati sono spariti da Reggio Calabria
Di Fabrizio (del 25/06/2012 @ 09:13:21, in Italia, visitato 1715 volte)

OPERA NOMADI DI REGGIO CALABRIA - COMUNICATO STAMPA

Pochi giorni fa abbiamo appreso che nella nostra città il fenomeno dell'emarginazione sociale è "scomparso". A dichiararlo è il Comune nel primo documento del Piano Strategico Sociale pubblicato sul sito dell'ente. Il piano che dovrebbe portare ad una programmazione unitaria ed efficace del welfare cittadino, alla cui redazione ci sta lavorando da mesi un gruppo di cinque esperti.

Nella seconda pagina del documento redatto dagli esperti (dal titolo "Prime indicazioni per la costruzione del Piano Strategico Sociale") alla tabella utenti viene dichiarato che i destinatari dei servizi sociali che rientrano nella categoria "Emarginazione e disagio adulti" (rom, detenuti, ex detenuti, donne in difficoltà e indigenti) per gli anni 2010 e 2011 erano : 29 nel 2010 e 27 nel 2011.

Questa notizia, se fosse vera, sarebbe veramente eccezionale. La nostra città diventerebbe una sorta di "paradiso terrestre". Ma sappiamo che, purtroppo, non è così.

Nella categoria "Emarginazione e disagio adulti", della classificazione (Nomenclatore interregionale degli interventi e Servizi Sociali- NISS) adottata dal tavolo degli esperti, dovrebbero rientrare tutti i cittadini che,secondo la definizione scientifica di emarginazione sociale, hanno un reddito al di sotto della soglia di povertà, ma hanno subito pure altre deprivazioni come il vivere in un habitat non inclusivo, una bassa istruzione, difficili condizioni di salute, ecc.

Partendo da questa definizione multidimensionale dell'emarginazione sociale, le persone che, nella nostra città, negli anni 2010 e 2011, si trovavano in questa condizione (tra i rom, i detenuti, gli ex detenuti, le donne in difficoltà e tra altri soggetti), purtroppo, erano molte di più di quelle riportate nel documento. Solo nella comunità rom di cittadinanza italiana, gli emarginati residenti nei quartieri di Modena (Ciccarello palazzine e Ciccarello ex Polveriera) e di Arghillà nord negli anni 2010 e 2011 erano almeno 800 persone. Ai rom bisogna aggiungere molte altre persone che si trovavano in condizioni simili di emarginazione sociale e di disagio. I dati dell'Istat sull'esclusione sociale in Calabria in quel periodo si attestavano intorno all'8% delle famiglie. Il che significa che, orientativamente, nella città di Reggio Calabria negli anni 2010 e 2011, le persone che si sono trovate nella condizione di grave deprivazione ed emarginazione sociale sono state qualche migliaio. Il fenomeno dell'emarginazione sociale con l'avvento della crisi economica si è incrementato al punto che la Comunità Europea ha dedicato l'anno 2010 alla lotta contro l'esclusione sociale. Alla luce di tutto questo, non riusciamo a comprendere come è stato possibile che siano stati pubblicati dati tanto errati. Anche se non tutti i casi di emarginazione raggiungono i servizi sociali, è vero che le assistenti sociali comunali, nei diversi quartieri, seguono moltissimi soggetti emarginati. Ma il documento non riporta nemmeno una piccola parte dei casi trattati dai servizi sociali. Per fortuna il testo in questione non è il Piano strategico sociale definitivo, anche se è il prodotto di un tavolo di esperti che, già da circa otto mesi, lavorano per costruire la base per la programmazione futura delle politiche sociali della città. E' evidente che, nonostante le competenze e la buona volontà degli esperti, esiste il pericolo che i soggetti più deboli, quelli che sono poco rappresentati nella comunità e nello stesso Terzo settore, possano, di colpo "scomparire" dalle tabelle. Così facendo si aumenta l'intensità del loro stato di emarginazione, penalizzandoli ulteriormente. Se il piano Strategico, come è stato presentato, intende essere uno strumento di programmazione delle politiche sociali e quindi un mezzo per contrastare l'esclusione sociale è necessario raccogliere con maggiore attenzione e con metodo diverso i dati, visto che questi costituiscono le basi fondamentali con le quali redire un programma di welfare efficace. Questa nostra nota non intende essere una critica al gruppo degli esperti, ma vuole essere la segnalazione libera di un grave errore nei dati, errore che potrà essere corretto facilmente se il lavoro di redazione del programma verrà continuato consentendo, la partecipazione autentica di tutti i soggetti del Terzo Settore e di quella degli stessi utenti.

Reggio Calabria, 22 giugno 2012
Il presidente Sig. Giacomo Marino