Spedizioni punitive a mezzo stampa
Se ultimamente vi è capitato di leggere i giornali,
saprete che a in questi giorni la situazione per la
comunità rom di Pescara è di una tensione estrema. Non so come
si possa uscirne. Un invito alla riflessione, grazie a
NO(b)LOGO,
partendo da distante
Corrado Giustiniani scrive sul suo blog su il Messaggero l'opinione:
Zingaro
e badante parole "vietate".
Un articolo che è la migliore dimostrazione delle tesi di Lorenzo Guadagnucci in
<Com'è difficile "sgomberare" gli stereotipi> pubblicato su Giornalisti contro
il Razzismo.
Scrive Guadagnucci, e l'articolo è tutto da leggere, che: "emerge una certa
insofferenza per critiche e suggerimenti sulle pratiche di una corretta
informazione non razzista da parte di chi lavora sul campo".
Ed appunto l'insofferenza alle regole deontologiche dettate dalla
Carta di Roma
quello che fa scrivere a Giustiniani:
Tra le molte e utili raccomandazioni (non riprendere con la telecamera un
rifugiato o una vittima della tratta e non pubblicarne le generalità; nelle
notizie di cronaca nera assegnare lo stesso spazio e rilievo ai fatti in cui
autori e vittime del reato siano di origine straniera piuttosto che italiani) ve
ne sono però altre che personalmente mi lasciano perplesso. La 7.2 ad esempio:
"Si raccomanda di evitare l'utilizzo di termini stigmatizzanti, quali ad
esempio: badante, clandestino, zingaro, vu cumprà". Stigmatizzare vuol dire
disapprovare con "energica e indignata fermezza" (Devoto Oli), biasimare. Dunque
stigmatizzante significa, in buona sostanza, offensivo: lo spiego a me stesso,
perché non ho mai usato questo participio presente.
Ma quali sono i termini alternativi che il giornalista dovrebbe usare?
Non sono un professore come Giustiniani ("Phd in Humanities at Il Messaggero")
ma vi viene assai semplice rispondergli che nel 99,99% non andrebbe usato alcun
termine atto ad identificare etnia o nazionalità o religione o stato sociale.
Non è una questione linguistica ma è l'uso della stigmatizzazione etnica,
nazionale, religiosa che è da condannare.
Quasi mai si giustifica la caratterizzazione etnica nel titolare un articolo di
cronaca.
Ad esempio oggi "il Messagero" titola (adottando una doppia stigmatizzazione,
oltre quella etnica quella sugli ultrà)
Giallo a Pescara, irruzione di rom in casa
Ucciso un ultrà biancazzurro di 24 anni
Cambia poco nella sostanza rispetto al pessimo titolo de "il tempo":
Ultrà giustiziato in casa dagli zingari
Solo nella Germania nazista qualcuno si sarebbe sognato di titolare "irruzione
di ebrei" o "giustiziato in casa dai giudei" in un episodio che vede
protagonisti personaggi della microcriminalità di religione o di origine
ebraica.
Invece per il giornalismo italiano è lecito titolare in questo modo ogni qual
volta ci sia uno "zingaro" coinvolto in un episodio di cronaca (ed anche quando
lo zingaro non c'è,
come nel caso del calcio scommesse), e l'effetto diretto è
il
vaso di pandora di commenti razzisti che si accumulano sotto all'articolo.
Ancora peggio è soffiare sul fuoco su una situazione come quella di Pescara dove
il circolo vizioso dell'intolleranza e dell'emarginazione sta diventando
esplosivo.
Segnalo un ulteriore esempio di sensazionalismo razzista, utilizzo sempre come
esempio un articolo de il Messaggero per ricollegarmi al commento di Giustiniani
ma anche in questo caso praticamente tutta la stampa cade negli stessi errori:
Maxi blitz:
sequestrate nei campi nomadi centinaia di auto usate per le rapine
Controllate oltre 5000 vetture, intestate a prestanome venivano
rivendute a persone con precedenti penali
Quello che resta nell'opinione pubblica è solo quello che sommariamente si
evince dal titolo: gli zingari hanno centinaia (qualcuno ha scritto 5000) auto
di lusso nei campi e le usano per fare rapine.
Nella realtà nei campi Rom la finanza ha trovato solo alcune decine di
emarginati, sfruttati dalla criminalità organizzata, che non avendo niente da
perdere si sono venduti anche il nome fungendo da prestanome per il giro di auto
illegalmente intestate e che dai campi non sono mai passate.
Quando i giornalisti capiranno che la differenza da fare non è tra le parole
"zingaro" e "rom" ma quella ben più significativa tra delinquenza ed
emarginazione (che sono stati sociali tra loro correlati ma del tutto
indipendenti da etnia e nazionalità) sarà sempre troppo tardi.
Di seguito da Pescara parla Nazzareno Guarnieri,
del Comitato scientifico Centro studi e ricercAzioni Ciliclò. Intervista
realizzata da
Radio Radicale, licenza Creative Commons attribuzione 2.5.
Comunicazione importante, sempre da Nazzareno Guarnieri:
Vi chiedo un favore, la situazione è molto grave. Non prendete iniziative
pubbliche in questa fase. Avremo bisogno del vs. aiuto nei prossimi giorni e ve
lo chiederemo, ma ora fateci lavorare in silenzio per cercare di raggiungere
alcuni obiettivi per l'incolumità fisica delle persone. Abbiamo già fatto molte
richieste alle istituzioni locali e nazionali che non possiamo rendere pubbliche
per far sì che vengano effettivamente accolte al momento giusto.
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