PROBLEMI GENERALI DEI ROM IN BRASILE - Ge Victor
- Accesso ai documenti d'identità obbligatori.
Il nomadismo è uno dei pretesti più ricorrenti, soprattutto da
parte degli uffici incaricati, che a volte impediscono la
registrazione ufficiale dei dati personali dei gitani. Cioè,
in termini legali la persona gitana, non esiste in quanto non
possiede documenti. Occorre quindi considerare che le questioni
del lavoro e dell'alloggio, pratiche commerciali incluse, quindi
le condizioni generali di vita si siano adattate in "mancanza"
di condizioni civili, estranei a standard sociali legali. Da qui
l'associazione alla marginalità. Un'altra aggravante
all'inesistenza ufficiale si traduce con la mancanza di dati
certi sul numero dei gitani in Brasile. Sondaggi aleatori ed
ufficiosi indicherebbero una cifra tra 650 mila ed 1,2
milioni, divisi in gruppi etnici distinti. Sono anche inesatte
le informazioni sui gitani considerati "civilizzati", perché
molti di loro, pur preservando lingua e tradizioni, non
assumerebbero tratti identitari propri, o sarebbero portati a
non farlo, per paura di essere discriminati.
- Accesso alla sanità pubblica. Come
conseguenza delle tradizioni (che prevedono la nascita dei figli
dentro le proprie tende) e di trattamenti pubblici indebiti,
alla madre gitana è negato l'accesso alla "carta ospedaliera"
ufficiale, e quindi la registrazione dei dati preliminari di
identificazione dei propri figli. Quella carta risulta
indispensabile per ottenere altri documenti, ad es. il
certificato di nascita. Inoltre, senza di essa non è possibile
aver accesso legale ad altri documenti da utilizzare per i
servizi pubblici, come il pronto soccorso, le vaccinazioni, ecc.
- Accesso alla pubblica istruzione e permanenza a
scuola. Non è raro che i bambini gitani si vedano
negato il diritto all'iscrizione ed alla frequenza scolastica, a
causa delle tradizioni familiari e del modo proprio di vita e di
relazionarsi. A parte queste difficoltà, una volta iscritto il
bambino gitano affronta ulteriori difficoltà dovute alle sue
tradizioni. Pur avendo idiomi e dialetti propri, i gitani legati
alla tradizione sono considerati analfabeti, in quanto non
utilizzano simboli grafici (lettere e numeri) nella loro
comunicazione e nella trasmissione delle conoscenze
tradizionali, delegate alla pratica orale. Occorre pensare e
fornire un modello educativo che tenga conto delle specificità
delle comunità gitane, riguardo la lingua e l'ortografia, i
curricula, il materiale didattico-pedagogico ed i contenuti
programmatici, ispirandosi ai precetti della Dichiarazione
Mondiale sull'Istruzione per Tutti.
- Accesso alle installazioni e permanenza negli spazi
pubblici in aree urbane. Non esistono indicazioni da
parte dei poteri pubblici o dei gestori degli spazi e della
pubblica sicurezza, per assicurare ai gitani il diritto di
stazionare con le carovane o di stabilirsi in accampamenti
provvisori, senza essere molestati da polizia ed autorità
locali. Nella maggior parte dei casi le difficoltà di accesso
agli spazi pubblici sono chiaramente associate a discriminazioni
o intolleranza, date le condizioni precarie offerte, le rigide
imposizioni di comportamento sociale e di transito; le richieste
-talvolta abusive - di permessi, imposte, tasse ecc.
- Inclusione sociale e culturale. I valori
culturali non sono riconosciuti o rispettati. Per questo,
frequentemente si è vittima dei preconcetti. L'ignoranza
generalizzata sulle origini, costumi e diritti dei gitani, è
causa di stigma e di trattamenti stereotipati. Cioè, per meglio
dire, l'essere gitano è associato il più delle volte ad un
sinonimo di emarginazione. Questi tratti storici sono stati
coltivati ed ingranditi, incluso - nella letteratura di genere -
racconti di vita vissuta o immaginari. Così come gli ebrei, gli
indios ed i negri, i gitani soffrono - giorno per giorno - di
discriminazione sociale e culturale.
- Mantenimento delle tradizioni, delle pratiche e del
patrimonio culturale. I concerti e gli spettacoli "mambembes",
i mestieri tradizionali come la la lavorazione dei gioielli, del
metallo e del rame, stanno sparendo di fronte a realtà più
affermate. La libera circolazione degli spettacoli, riferimento
simbolico della pratica teatrale brasiliana, oggi è quasi
scomparsa, sia per la massificazione dell'industria culturale,
che per la mancanza di incentivi pubblici e privati. Le memorie
ed i referenti culturali gitani, tradizionalmente conservati e
tramandati in cassepanche intoccabili dentro le tende, stanno
dissipandosi in mancanza di una politica di divulgazione
pubblica, che protegga e cataloghi questo ricco patrimonio. Nel
campo letterario non ci sono pubblicazioni sui gitani, e quando
sono citati avviene in modo dispregiativo. La situazione si
ripete al cinema e nella televisione, a volte inzuccherata dalla
bellezza e dalle pratiche esotiche tradizionali della cultura
gitana. In questo senso, si rende urgente stabilire processi di
recupero e riscatto delle conoscenze, dell'autostima, dei saperi
e capacità tradizionali delle culture gitane.
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