Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono
oppresse e amare quelle che opprimono! (immagine da
Terraelibertacirano.blogspot.com)
Conosco amici e compagni che sono convinti che il razzismo sia un patrimonio
degli imbecilli... il ché vorrebbe dire che se qualcuno è minimamente
intelligente-istruito, non dovrebbe essere razzista.
Visto che non sono d'accordo su questa affermazione, ho provato a dare delle
spiegazioni a me stesso:
- quella più semplice era che, dato che chi lo pensa è di
solito antirazzista, trova più diplomatico affermare di non
essere razzista, piuttosto che dire di essere intelligente, col
rischio di essere smentito prima o poi;
- del razzismo comunemente inteso, percepiamo gli aspetti
eclatanti (le fiamme date ad un campo rom, la mensa comunale
negata ai figli di stranieri, certe dichiarazioni sanguigne
oltre gli steccati penali). Più a fatica individuiamo il brodo
di coltura di questi fenomeni.
- Se ripenso, ad esempio, a come fu possibile la mobilitazione
del III Reich contro gli Ebrei, vedo invece che gli
intellettuali svolsero un ruolo chiave nel prepararla. Göbbels
(non era l'ultimo arrivato) ben prima che il nazismo si facesse
stato, intuì il ruolo dell'informazione (che in seguito
passò alla scuola) come veicolo
anestetizzante della propaganda; era già successo in passato, ma
lui fu il primo ad adoperarla in maniera cosciente e
sistematica. Parimenti intuì ed applicò il ruolo di braccio
armato da delegare ai gruppi paramilitari. Quando le sue
intuizioni da teoria si fecero pratica, la macchina dell'odio
era un meccanismo così oliato che dalla guerra agli Ebrei passò
alla guerra mondiale.
Passando dai ragionamenti alla pratica, lo spunto arriva da
Reggio Emilia. Doppiamente interessante perché il network a cui fa capo la
testata, si chiama
4minuti.it: vale a dire il tempo che mediamente un lettore distratto dedica
a leggere e digerire una notizia.
Ma torniamo alla nuda cronaca, titolo e sottotitolo recitano:
Rom, dopo l'aggressione di Massenzatico "Il Comune non si limiti alla
solidarietà"
La Lega Nord: bisogna fare rispettare la legalità
Di che si parla? Per motivi banali, qualche sera fa c'è stata una
rissa in un locale del Reggiano. Un frequentatore è stato malmenato da un gruppo
di "supposti nomadi". Si ignora chi siano gli aggressori.
Dopo queste indicazioni, l'articolo prosegue citando (oltre metà del pezzo
totale) una dichiarazione di un consigliere comunale (il partito di appartenenza
non mi interessa) da cui veniamo a sapere che la macchina degli aggressori è
stata ritrovata abbandonata nei pressi del locale "campo nomadi".
Il tono generale della dichiarazione è fermo, ma nel contempo civile ed
educato, niente a che fare con le sguaiatezze di un Borghezio, di uno Speroni o
un Calderoli. Difatti il consigliere termina il suo ragionamento con questa
frase, che chiunque potrebbe condividere: "Il rispetto della legalità è il
primo requisito per la convivenza civile tra le persone, e Reggio non può e non
deve tollerare in alcun modo che certi fatti rimangano impuniti".
E' però la penultima frase che ci riporta nel cortocircuito mentale del
piccolo razzismo trasmesso in quattro minuti. Con lo stesso tono civile, si
dice: "Qualora si accertassero responsabilità o anche solo connivenze o
favoreggiamenti da parte di ospiti del campo nomadi di via Gramsci, da parte del
Comune mi auspico che vengano presi i provvedimenti di cui al regolamento dei
campi nomadi, e che a Reggio non ci sia alcuna ospitalità per questi individui".
Spiazzante quel "qualora" iniziale: non vi suonerebbe fuoriluogo se al posto
di una comunità rom o sinta, fosse riferito a qualsiasi altro gruppo etnico? Se
il regolamento prevede l'espulsione dei colpevoli ("presunti" tali o dopo essere
passati in giudicato?), sapreste dirmi se conoscete un regolamento analogo per
le case comunali, dove se qualcuno compie un crimine, o è semplicemente
sospettato di esserne l'autore, perde il diritto alla casa? Nel vecchio
regolamento del comune di Milano (decaduto
lo scorso novembre), perderebbe il diritto alla piazzola di sosta l'intera
famiglia del presunto colpevole.
La chiave è in un altro frammento di dichiarazione: "Sono anni che i
cittadini di Massenzatico e di Pratofontana subiscono passivamente gli effetti
negativi di una convivenza intollerabile con la comunità nomade, nel silenzio
delle istituzioni..." da cui discende il "legittimo sospetto" che
l'aggressione nel locale sia la scusa per un regolamento di conti ben più grave,
per cui una comunità debba pagare le colpe dei singoli, ANCHE IN ASSENZA DI COLPA PROVATA.
Vorrei terminare questi pensieri, invitandovi a non chiedervi se ho
parlato o meno di razzismo. Non è un razzista dichiarato chi ha fatto quelle
affermazioni, ma credetemi, non lo sono neanche Borghezio, Gentilini, non lo era
neanche Göbbels... solo vogliono fortemente che lo diventiate voi.
Come sapete, nessun razzista ammetterà mai di essere tale.
Sono (stati) tutti attori, recitano una parte con diversi comprimari e
spettatori paganti, al solo scopo di alimentare la continua macchina dell'odio.
Sanno che la paura, il risentimento, l'incertezza fioriscono, mai come in questi
tempi, e quindi parlano e ci manovrano di conseguenza. Ma in fondo, dipendesse
da loro non farebbero male ad una mosca... ci sarà sempre chi svolgerà il lavoro
sporco in vece loro.