Segnalazione di Alessandro Morazzini
PAESE SERA
Dal 2004 la onlus di Medicina Solidale e delle Migrazioni cura a Tor Bella
Monaca gli strati più sofferenti della società. I partiti di centrosinistra in
un sit in sotto il policlinico di Tor Vergata chiedono che il servizio venga
spostato dalle strade del quartiere all'interno del Policlinico di Tor Vergata.
Questioni di igiene, dicono. A loro Lucia Ercoli responsabile del sevizio
risponde. "Provo una grande pietà" DI M. CARTA
"Noi siamo un ospedale del popolo. Per chi ci contesta provo solo pietà". Con
poche semplici parole, Lucia Ercoli, responsabile della Onlus di Medicina
Solidale e delle migrazioni, commenta il sit in promosso dall'Api, dal Pd e
dall'Idv per chiedere lo spostamento del servizio dai locali dell'ex Centro
anziani 'Ai pini' in via Amico Aspertini (Tor Bella Monaca) al Policlinico di
Tor Vergata. Secondo il consigliere municipale dell'Api, Valter Mastrangeli "non
è ammissibile che, in un appartamento abbandonato di circa 100 mq, senza
sicurezza e senza controlli, si vadano a curare malattie particolari: infettive,
Hiv, tossicodipendenza e, nello stesso tempo, vi sia una zona per l'ostetricia,
pediatria e ginecologia''.
Nata nel 2004 all'interno della parrocchia di Santa Maria del Redentore, a Tor
Bella Monaca, la Onlus di Medicina Solidale e delle Migrazioni, patrocinata dal
Policlinico di Tor Vergata, è un servizio sanitario rivolto alle fasce più
bisognose della città: stranieri, senzatetto, famiglie sull'orlo dell'indigenza,
soprattutto donne e bambini. "Abbiamo circa 80 pazienti al giorno – precisa la
Ercoli, che assieme a un' equipe di medici e psicologi volontari si prende cura
dei malati– di cui un buon 30% sono italiani. Ogni anno curiamo circa 15000
persone". Da quando nel settembre del 2009 il sindaco Alemanno assegnò i locali
comunali dell'ex Centro anziani 'Ai Pini', al servizio di Medicina Solidale,
tante sono state le proteste per il quartiere. Il municipio in più di una
occasione ha espresso parere contrario a questa decisione del sindaco, così come
i partiti di opposizione. Uno schieramento trasversale che parte dal Pd passando
per Idv, Api e Lista Civica fino ad arrivare anche a Forza Nuova, che in maniera
autonoma, in passato, ha contestato la struttura.
"Nessuno di questi signori però è mai venuto a vedere cosa realmente facciamo"
dice la Ercoli citando un manifesto a firma Pd in cui si chiedeva la chiusura
"del centro dei clandestini". "Queste persone devono fare pace col cervello e
chiedersi di cosa abbia veramente abbia bisogno la gente e non montarla
sull'onda della paura verso gli stranieri" incalza la Ercoli. "A chi parla di
luogo inadatto – prosegue la Ercoli - ribadisco che qui vengono rispettati tutti
i protocolli. Questo è un servizio ad accesso diretto, totalmente gratuito,
previsto anche dai piani sanitari: esistono i centri di cura primari, o case
della salute, basate sull'integrazione fra sociale e sanità. Qui viene gente che
in molti casi ha difficoltà a rivolgersi alle strutture convenzionali, che già
ora, come nel caso del Pronto Soccorso del Policlinico di Tor Vergata, sono al
collasso. Curo un bambino e lo mando via nudo perché non ha neanche i vestiti? O
curo un mal di stomaco di una persona che non mangia da tre giorni e poi lo
lascio morire di nuovo di fame?"
Grazie anche al numero sempre crescente di volontari, da circa tre anni la Onlus
si occupa della distribuzione di 300 pacchi viveri al mese, mentre da qualche
mese, in collaborazione con il centro sociale el Che di Tor Bella Monaca, ha
avviato dei corsi di danza per bambini con problemi psichici "Se la prendono con
noi perché siamo una delle poche cose che funziona a Tor Bella Monaca. Questo è
un ospedale del popolo, perché rispondiamo ai bisogni primari delle persone. Una
volta il partito comunista aveva le case del popolo, forse se le è scordate -
riflette la Ercoli che conclude - Alimentare la paura dello straniero è idiota.
Mi chiedo se chi si professa di sinistra abbia mai letto Gramsci o abbia mai
sentito parlare di internazionalizzazione. Dicono di essere contro le
ingiustizie e poi impediscono di curarsi alle persone che muoiono in mare per i
nostri respingimenti. Provo solo una grande pena".
di Marco Carta - Giovedì, 12 Gennaio 2012