Lo confesso: non amo i convegni, le frasi fatte che conosco a memoria, le
polemiche che si tirano dietro. Qualche volta, qualcuno riesce a catturare la
mia attenzione: martedì scorso è successo con i discorsi di
Jovica Jovic e quello finale di Nicolae Gheorghe: magari
non ero d'accordo su tutto, ma si respirava (ecco: RESPIRARE è il termine
appropriato) una grammatica mentale romanì, indipendente dai modi di pensare e
di imporre il proprio pensiero, tipici di ogni cultura maggioritaria, come è
anche la nostra. Però, lo confesso , non so resistere ai convegni perché ogni
volta mi capita di incontrare amici vecchi e nuovi e mi incanta come in pochi
minuti si ricrei tra noi un clima cameratesco.
Dopo che timidamente in
Mahalla si era accennato ad Idea Rom di Torino, finalmente ci si è
conosciuti di persona. Ma lasciamo che si descrivano da soli, attraverso il
loro sito:
L'associazione:
IDEA ROM ONLUS è un'associazione di promozione sociale costituita nel 2009
che opera a Torino nelle sedi di via Garibaldi 13 e via Cavagnolo 7 e presso i
territori con i maggiori insediamenti abitativi di famiglie Rom della città. Nel
2010 l'associazione è stata premiata con una Targa d'Onore del Presidente
della Repubblica per l'opera tesa a favorire l'integrazione sociale della
propria comunità.
Da chi è formata:
L'Associazione è costituita da donne Rom appartenenti alle diverse
comunità presenti a Torino, alcune con esperienze professionali nel campo della
mediazione culturale.
A chi si rivolge:
Idea Rom Onlus ha una forte caratterizzazione femminile perché le principali
azioni hanno come attori, riferimenti e interlocutori soprattutto le donne e le
giovani Rom delle diverse comunità con cui condividere ed elaborare saperi e
competenze, creando e sostenendo sbocchi lavorativi e attività culturali.
Destinatarie e protagoniste degli interventi sono le famiglie Rom presenti in
città, nei "campi nomadi" e negli appartamenti, coinvolte direttamente nella
definizione dei bisogni, nella progettazione delle iniziative e nella loro
concreta realizzazione.
Obiettivi dell'associazione:
Idea Rom Onlus, pur non rappresentando i Rom della città, cerca di promuovere
progressive forme di rappresentanza diretta, formale e sostanziale, delle
diverse comunità.
Tutti i progetti e le attività sono ispirati ai seguenti obiettivi:
- favorire l'integrazione e la partecipazione attiva dei Rom (e dei Sinti,
dei Kalé, dei gruppi e delle comunità viaggianti) nella società italiana ed
europea, nel rispetto delle diverse identità, della pari dignità e dei
valori fondamentali del vivere civile
- contrastare i pregiudizi diffusi sui Rom e tutte le forme di
discriminazione, dirette e indirette verso questa popolazione
E poi, se vi garba, ci sarebbero molte altre cose da scoprire. In Home page troverete i link:
Convegno per il 40° dell'AIZO - due interventi che mi sono goduto:
Jovica Jovic, secondo il programma, avrebbe dovuto parlare di "Lo
sterminio della mia famiglia". Educato e rispettoso com'è sempre, visto che agli
oratori precedenti erano stati riservati tempi biblici di intervento, ha chiesto
se per lui c'erano limiti di tempo, aggiungendo "se vi stancate, ditemelo,
che riprendo a suonare la fisarmonica".
Dopo i primi minuti di discorso, il moderatore della mattinata si stava
visibilmente preoccupando perché Jovica continuava a parlare d'altro. Gliel'ha
fatto notare, con garbo. Per tutta risposta, Jovica ha continuato, col medesimo
garbo, per la sua strada. Questo il resoconto di una parte dell'intervento,
riportato da
Balkan-Crew:
"Io sono solo un musicista, ma la mia testimonianza è una testimonianza
di vita vissuta in Bosnia, tra un campo e un altro a parlare con figli e nipoti
di chi è morto a Jasenovac eppure la mia fisarmonica non parla ne di fascismo ne
di razzismo, ma solo di pace. Tanti parlano per sentito dire o perché hanno
studiato e pensano di poter esprimere giudizi, io quello che racconto l'ho
vissuto e viene dal cuore. La Jugoslavia non c'è più e tutti a dire è colpa tua,
no è colpa tua, ma la Jugoslavia non c'è più!!! Ho suonato tante volte al
binario 21 a Milano, posto in cui i rom e gli ebrei e tante altre minoranze
venivano deportati per i campi di concentramento e ancora adesso, dopo tanti
anni e tanti morti, troviamo ancora chi vorrebbe fare le stesse politiche. Il
popolo rom meriterebbe un nobel, perché ha passato le peggiori cose e non si è
mai ribellato, non ha mai fatto guerra a nessuno, nonostante non ha una terra su
cui vivere. Che colpa ho avuto io a nascere da una zingara e che colpa ha avuto
mia figlia che è nata in Italia, è stata vaccinata, ha frequentato la scuola,
eppure non può avere la cittadinanza perché non può dimostrare la residenza ? Ma
come faccio a risiedere in un posto se dopo tot anni arriva l'ordine di sgombero? Ero in un campo in cui si rubava e ho cambiato la situazione. Ho fatto fare
una chiesa e veniva un prete a celebrare la Santa messa. Le persone erano
cambiate, non rubavano più, ma ci hanno detto di andare via e hanno distrutto la
chiesa e buttato la croce nel fango. Le persone le giudichi da ciò che dicono e
che fanno. Se fanno del male sono persone cattive, ma loro sono i primi giudici
di loro stessi"
Insomma, ha parlato ai suoi fratelli, di qualsiasi razza fossero.
Un personaggio apparentemente all'opposto di Jovica, è il dott. Nicolae
Gheorghe, che può vantare un
curriculum di tutto rispetto. In Italia si esprime in un misto di rumeno,
italiano, spagnolo, inglese e francese. Lui è un Rom che ragiona di alta (a
volte troppo) politica, con il raro dono di rendersi immediatamente
comprensibile. Gli toccava concludere il convegno, senza che i custodi ci
chiudessero dentro. Questo il sunto del suo intervento finale di 3 minuti:
"L'Olocausto ancora non è stato riconosciuto come fatto politico.
La povertà del nostro popolo, la capisco sino ad un certo punto, non
oltre: non siamo a chiedere l'elemosina agli altri. La nostra miseria da forza
ai nuovi nazisti, dobbiamo averne conoscenza per combatterli.
La nostra terra, il ROMESTAN, ci è stato copiata ed è diventato patrimonio dei
discorsi della destra. Ricordatevi: in Germania la prima misura dei nazisti fu
di togliere la cittadinanza ai sinti, e la loro prima richiesta a guerra finita
fu di riaverla. Allora: la cittadinanza EU, richiesta da molti, non può essere
una riparazione per la mancata cittadinanza nazionale.
Siamo una nazione culturale: IL NOSTRO SIMBOLO NON E' LO STERMINIO, MA LA
SOPRAVVIVENZA."
Per completare la mia personalissima cronaca, aggiungo anche un comunicato
sicuramente più oggettivo:
COMUNICATO STAMPA
CONVEGNO "LO STERMINIO DI ROM E SINTI E LE NUOVE INTOLLERANZE"
Lunedì 10 e martedì 11 ottobre si è tenuto presso la sala Lauree della Facoltà
di Lingue e Letterature Straniere il Convegno dal titolo "Lo sterminio di rom e
sinti e le nuove intolleranze", organizzato dall'Associazione Italiana Zingari
Oggi, che da 40 anni opera a difesa dei diritti e per la promozione dei doveri
della popolazione rom.
Il Convegno ha visto la partecipazione di relatori da tutta Europa, i quali
hanno arricchito il dibattito con riflessioni, non solo sulla tragedia dello
sterminio, ma anche sulle nuove intolleranze che stanno emergendo e sui problemi
che questa minoranza quotidianamente incontra nei paesi europei.
La prima mattinata del Convegno è stata dedicata alle celebrazioni dei
quarant'anni dell'Associazione, a cui hanno portato il proprio saluto, tra gli
altri, il Preside della Facoltà di Lingue, l'ex sindaco Diego Novelli e
l'attuale assessore alle Politiche Sociali, Elide Tisi, la quale ha anche
consegnato alla Presidente dell'A.I.Z.O., Carla Osella, una targa di
ringraziamento da parte del Comune di Torino per i 40 anni di proficua
collaborazione.
Il resto del Convegno è stato dedicato al ricordo dello sterminio del popolo rom
e sulle nuove intolleranze. Di particolare rilievo sono stati gli interventi
dell'on. Letizia De Torre, che ha presentato il Rapporto sulla condizione di
rom, sinti e caminanti, stilato dal Senato, facendo sorgere un vivo dibattito
sui problemi della minoranza rom in Italia e le azioni intraprese dal governo, e
il contributo dell'avv. Olga Marotti, dell'UNAR, la quale ha presentato gli
interventi dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali a tutela dei
diritti dei rom.
Tra gli interventi riguardanti lo sterminio perpetuato dai nazi-fascisti,
tragico e commovente il resoconto sugli esperimenti compiuti dal dott. Mengele e
il suo staff sui bambini detenuti nei campi, che è stato presentato dal dottor
Erasmo Maiullari, docente di chirurgia pediatrica dell'Università di Torino,
così come meticolosi ed interessanti gli interventi del dott. Claudio Vercelli e
della dott.ssa Rosa Corbelletto, che rispettivamente hanno presentato le basi
ideologiche dello sterminio di rom e sinti in Germania e dell'internamento in
Italia.
Tra i relatori internazionali, di particolare interesse sono stati i contributi
di Nicolae Gheorghe, attivista rom dalla Romania e di Dusan Mladen, presidente
della Camera di Commercio Romani degli Stati Uniti, che ha presentato i progetti
realizzati dal suo Istituto in Serbia.
L'ultima parte del convegno, dedicata alla situazione attuale ed alle
intolleranze che stanno emergendo, è stata arricchita dagli interventi della
prof.ssa Marcella Delle Donne, che con passione ha presentato casi di
emarginazione e di integrazione, richiamando con forza la necessità di un
riconoscimento della minoranza rom da parte delle istituzioni italiane ed
europee, e dall'intervento delle prof.ssa Mara Francese, che ha presentato una
riflessione sull'emergere di nuovi pregiudizi che, come i ghetti fecero durante
la seconda guerra mondiale, impediscono la conoscenza reciproca e
l'integrazione.
L'intero Convegno è stato animato dall'eclettico musicista Jovica Jovic, che ha
suonato alcuni pezzi con la sua celebre fisarmonica durante i momenti di pausa.
Lo stesso Jovica è intervenuto come relatore, portando la propria testimonianza
sullo sterminio della sua famiglia e sulle difficoltà che oggi lui e i suoi
figli incontrano nel percorso verso l'integrazione nella nostra società.
I relatori e il pubblico hanno condiviso la necessità primaria di riconoscere la
minoranza rom quale minoranza italiana da parte dello Stato e di rendere più
semplice l'accesso ai documenti e alla cittadinanza, requisiti fondamentali per
una completa integrazione. Altro argomento più volte emerso è il ruolo
dell'Unione Europea e del Consiglio d'Europa nella difesa della minoranza rom e
sulla necessità di fare pressione sul governo italiano affinché si muova per
avere accesso ai fondi messi a disposizione dall'UE per l'inclusione sociale.
L'alta partecipazione da parte delle istituzioni e dalla cittadinanza al
Convegno realizzato dall'A.I.Z.O., oltre ad essere motivo d'orgoglio per
l'Associazione, rappresenta una speranza per un incremento dell'interesse della
popolazione maggioritaria nei confronti delle questioni che toccano il popolo
rom e per un rafforzamento della collaborazione tra associazioni rom e gagjè e
enti locali.