Venerdí 29.04.2011 17:21
È iniziata la chiusura dello storico campo rom regolare di via Triboniano a
Milano: secondo gli agenti di Polizia municipale presenti sul posto, entro
domani le famiglie dovranno lasciare il campo. Le operazioni, precluse ai
giornalisti, stanno avvenendo sotto la supervisione del capo della Polizia
municipale, Tullio Mastrangelo. Alcune delle famiglie rom che stanno smontando
le loro abitazioni non sanno ancora dove passeranno la notte, in attesa di una
comunicazione della Prefettura per una collocazione alternativa al campo. La
chiusura del Triboniano avviene a poche ore dal primo incontro pubblico tra
Letizia Moratti, sindaco uscente e candidata alle prossime elezioni
amministrative, e il leader della Lega Umberto Bossi, previsto per questa sera a
Milano in piazza del Cannone (ore 21). Tra gli obiettivi del sindaco uscente
c'era lo smantellamento di tutti i campi nomadi della città, regolari e
irregolari.
Alcune notizie (non tutte verificate) raccolte di corsa:
Lo sgombero sarebbe iniziato stamattina, senza alcun preavviso. Entro le
ore 20.00 tutte le 39 famiglie coinvolte dovrebbero essere ospitate dalla
Protezione Civile.
Di queste, 33 avevano avevano iniziato un percorso di allontanamento dal
campo. Sentita una di queste famiglie, ha detto che si stava organizzando per il
trasloco nella casa che le era stata assegnata, ma non essendoci ancora luce
e nient'altro in casa, tuttora non vi si può trasferire.
Le 6 famiglie che non hanno accettato alcun percorso di uscita loro
proposto, potranno rimanere presso la Protezione Civile per il periodo di un
mese.
Segue un comunicato del NAGA, appena giuntomi: Milano vota, Triboniano si
svuota. La denuncia del Naga
Milano, 29 aprile 2011 Apprendiamo da alcune famiglie Rom che risiedono
presso il campo autorizzato di Via Triboniano che questa mattina è partita
l'ultima fase di svuotamento del campo stesso.
"Poche le famiglie rimaste nel campo. La maggior parte ha sottoscritto
"liberamente" un progetto per il rientro in Romania e per ricevere un compenso
per la ristrutturazione della loro abitazione nel loro Paese di origine.
Progetto discutibile sia per quanto riguarda la libertà di scelta concessa alle
famiglie (che non avevano alternative), sia per quanto riguarda l'erogazione del
contributo, l'obbligo di restare in Romania per un anno e di rinunciare alla
residenza presso il Comune di Milano. Poche le famiglie più fortunate che hanno
ricevuto le case dell'ALER e solo dopo un ricorso che ha condannato il Comune."
Affermano i volontari del Naga.
"Delle famiglie rimaste nel campo, dopo ormai un anno di attività volta
all'alleggerimento dello stesso, alcune verranno allontanate senza alternative
entro domenica. E così, almeno per un po', di Rom a Milano se ne vedranno meno.
Obiettivo raggiunto dunque. Non conosciamo purtroppo in dettaglio la situazione
di tutte le famiglie coinvolte in questa operazione. Ci basta però segnalare e
denunciare la situazione di una famiglia con un bimbo affetto da una grave
malattia (lipoma intracranico associato ad agenesia del corpo calloso) in cura
presso l'Ospedale Sacco. Per il bambino è stata avviata una presa in carico
riabilitativa che richiede la presenza dei genitori. Per questa famiglia dunque
il ritorno in Romanie è impraticabile. Per loro e per tutti gli altri dove sono
le valide alternative?" concludono i volontari dell'Associazione.
Sembra ovvio (ma probabilmente non a tutti) che, trattandosi di campo
autorizzato, l'eventuale chiusura dello stesso deve necessariamente essere
accompagnata dalla predisposizione di alternative praticabili. Ciò tuttavia non
è avvenuto.
E così, a due settimane dalle elezioni, l'amministrazione comunale festeggia il
superamento dei 500 sgomberi dal 2007 e la chiusura definitiva del più grande
campo autorizzato di Milano: Triboniano.
ed ancora COMUNICATO STAMPA
I milanesi pagano la campagna elettorale della Moratti
La notizia è di quelle che lasciano allibiti: per sgomberare gli ultimi rom
rimasti dal campo di via Triboniano entro la data promessa del 30 aprile, il
sindaco Moratti ha deciso di far pagare ai milanesi un soggiorno in albergo per
una decina di famiglie.
Manca infatti solo qualche giorno per completare i lavori di ristrutturazione in
quei pochi appartamenti, assegnati alle associazioni, a loro destinati in
affitto. Ma in nome della campagna elettorale si può fare di tutto.
Su questi lavori pesava un ritardo di mesi causato dal sindaco stesso che con la
sua Giunta aveva deciso di sospendere le assegnazioni. Situazione sbloccata dal
tribunale solo nel gennaio scorso.
Perché ora tanta fretta? La campagna elettorale è agli sgoccioli. Ancora una
volta tutto si compie sulla pelle di famiglie che vengono trattate come oggetti
e con una schizofrenia totalmente priva di ratio, prima i milanesi hanno pagato
milioni per gli sgomberi, spostando solo il problema di qualche centinaio di
metri, ora pagano anche alberghi e pasti.
Tutto questo mentre a Milano non ci sono sistemazioni per le situazioni
contingenti, come sfratti e emergenze.
Ines Patrizia Quartieri - Consigliere comunale