Giugliano. Demolito il campo, nomadi in strada
Di Fabrizio (del 16/04/2011 @ 09:41:59, in casa, visitato 1653 volte)
InterNAPOLI.it 12-04-2011 L'operazione all'alba. Alex Zanotelli: «Eravamo un paese
accogliente»
GIUGLIANO. L'operazione è cominciata questa mattina all'alba. Oltre 400 nomadi
residenti nei campi rom a ridosso della zona Asi, sono stati sgomberati con
l'ausilio di ruspe e di agenti delle forze dell'ordine. Si prevede che le
operazioni di sgombero continueranno anche domani. Non sono mancati momenti di
tensione. Sul posto è giunto anche il padre comboniano Alex Zanotelli, il quale
ha annunciato che lascerà il campo nomadi «solo quando la prefettura mi darà
rassicurazioni in merito alla sistemazione dei nomadi che non hanno trovato
posto nei moduli abitativi, allestiti dal Comune di Giugliano». Nel nuovo campo
infatti trovano posto appena 200 persone circa a fronte delle 500 che fino a
oggi vivevano nella ''baraccopoli'' a ridosso della zona industriale di
Giugliano. «Ho chiamato in prefettura ed ho rappresentato ad una funzionaria
questa esigenza - ha spiegato padre Alex Zanotelli - ma fino ad ora non ho
ricevuto alcuna risposta».
Non si sa dove andranno i rom sgomberati dai campi. Dopo che le ruspe hanno
distrutto le baracche, alcune famiglie hanno lasciato la zona, altre stanno
ancora raccogliendo le cose che hanno deciso di portarsi dietro, altre invece,
alcune decine di nomadi, si sono accampati in due terreni non lontani da Ponte
Riccio, entrambi nel territorio del comune di Giugliano. Alcune famiglie con i
loro camper si sono sistemati nei pressi del cavalcavia della stazione
ferroviaria. Altre invece a poca distanza dalla rotonda di Qualiano.
La preoccupazione viene rivolta in particolare per i tanti bambini, molti dei
quali, frequentavano regolarmente le scuole. Solo domani si saprà quanti
continueranno a frequentare regolarmente le scuole. La maggior parte di essi è
praticamente nata a Giugliano e, sempre alcuni di loro sono figli di altri
nomadi nati a Giugliano. Gli insediamenti hanno cominciato a mettere radici a
Giugliano già 20 – 25 anni fa.
Alcuni volontari, rappresentanti di associazioni umanitarie, hanno provveduto
alla distribuzione del pasto e dell'acqua. I servizi sociali del Comune di
Giugliano hanno fatto sapere che i nomadi hanno rifiutato la colazione offerta
loro in mattinata. «Solo una bambina - ha riferito all'Ansa Rosa Ariano,
responsabile dei servizi sociali al Comune di Giugliano - ha accettato un pacco
di merendine». Padre Zanotelli si è intrattenuto per l'intera giornata con i rom
della zona Asi esprimendo loro solidarietà: «Una volta eravamo un popolo
ospitale - ha commentato il sacerdote - ma ora sembra che non ci sia più
umanità».
Appartengono a varie etnie i rom sgomberati dai campi giuglianesi. Molti di loro
provengono dalla ex Jugoslavia. Lo sgombero del campo era già stato predisposto
e pianificato da settimane e legato a problemi di salute pubblica. Esso infatti
insiste su un terreno fortemente inquinato e destinato alla bonifica. Ma la
presenza dei rom aveva creato problemi al consorzio di imprenditori locali che
opera all'interno dell'area per i furti di cavi di rame e di energia elettrica.
Proprio per questo motivo gli imprenditori del Cig da anni si battono con
istituzioni, Comune e prefettura, affinché venisse trovata una soluzione al
problema: «Lo sgombero non era più rinviabile perché i nomadi non potevano più
vivere in queste assurde condizioni igienico-sanitarie. Ma d'altra parte dico
anche che ora gli imprenditori non hanno più alibi e devono investire, come
anche le istituzioni devono fare il loro dovere - è il commento che in mattinata
ha rilasciato il presidente degli industriali giuglianesi, Angelo Punzi - Ora ci
aspettiamo che venga bonificata l'area e che venga garantita la sicurezza
soprattutto per i nostri clienti, che molto spesso in questa zona non volevano
proprio venire La nostra sfida – aggiunge Puzi - è anche quella di realizzare un
centro servizi per tutti gli imprenditori, siamo sicuri che nel giro di poco
tempo potremmo aumentare considerevolmente il numero di lavoratori impiegati».
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