Ricevo da Agostino Rota Martir
Il senso della giornata della Memoria appena vissuta è di ricordare il dramma
vissuto da milioni di persone nei lager nazisti, durante il conflitto della 2°
guerra mondiale. E' una nobile iniziativa!
Ricordare per non ripetere, ricordare per continuare a resistere e smascherare
quelle forme "soft" di divoramento (porrajmos nella lingua romanès) che oggi
i Rom spesso continuano a subire, perfino all'interno di Istituzioni
democratiche, anche se non sotto quella forma disumana dello sterminio vissuto
nel secolo scorso.
E' innegabile che i Rom ne hanno fatta di strada da allora ad oggi, innanzitutto
sono sopravissuti al progetto che prevedeva la loro eliminazione, o per lo meno
il loro controllo. Hanno preso coscienza non solo della loro storia, delle
tragedie subite, rivendicano la loro identità come popolo, con le loro diversità
culturali, sociali e religiose. Chiedono anche di essere loro stessi i
protagonisti del loro futuro, reclamano il rispetto dei loro diritti e
desiderano essere trattati alla pari di ogni essere umano, non reclamano sconti,
ma nemmeno leggi speciali per loro. Essere ri-conosciuti come Rom, è parte
integrante della giornata della memoria, altrimenti si corre il rischio di
ripetere gli errori del passato.
Il nuovo villaggio Rom di Coltano, ad esempio quanto è "ri-conosciuto" come
abitato da Rom? Il suo regolamento cosa recepisce del "vivere Rom", quando
questi in effetti è stato decretato senza alcun coinvolgimento e partecipazione
dei Rom stessi?
E' un regolamento che condiziona pesantemente il "vivere Rom", anzi sembra
volerlo limitare, per imporre controllo e intrusione nella vita privata, tutto
questo nella convinzione di fare il bene degli "assistiti", arrivando anche a
decidere arbitrariamente l'allontanamento di nuclei, colpevoli di "aver tradito"
la fiducia dei "benefattori".
Operatrice al villaggio Rom di Coltano:
"S.(maggiorenne) la devi smettere di passare il tempo da tua madre, tutte
le volte che vengo qui ti trovo da lei, tu hai il tuo appartamento, devi stare
là e farti la tua vita."
"Vogliono farci vivere come gli Italiani, ma noi siamo diversi. Gli operatori
non lo capiscono ancora o fanno finta. Vengono qui solo per controllare e
minacciare di non rinnovarci il contratto, non è giusto!"
"Paghiamo l'affitto, le bollette di luce, acqua e gas e paghiamo caro anche
perché la posta arriva una volta al mese e ci tocca pagare la tassa perché è
scaduto il termine, ma non possiamo essere padroni in casa nostra, viviamo sotto
la continua minaccia del comune che può mandarci via quando vuole, temiamo anche
di ospitare i nostri parenti."
"Di questo passo, senza lavoro dovrò ritornare a manghel, ma ho paura che poi mi
tolgono l'appartamento. Prima era diverso tra di noi, sì le case sono più belle
delle baracche di prima, ma ora è cambiato troppo, non ci fidiamo più neanche
tra di noi."
"Anni fa, ricordo che noi Rom facevamo spettacoli a Pisa, era bello. Ora invece,
più niente, nessuno ci chiama! C'è solo Livorno che ci invita a ballare, a
parlare, a cucinare le nostre specialità... perché lì ancora non hanno il
Progetto Città sottili."
Dettagli... l'Olocausto in un certo senso è stato preparato, coltivato dai
"dettagli" (la banalità del male!), che pian piano hanno convinto gran parte
dell'opinione pubblica a ritenere necessari e normali quei provvedimenti che
limitavano le libertà a determinate categorie di persone, viste come dei corpi
malati o asociali, che dovevano essere controllati e guariti dalla parte sana
della società!
Convinti di fare del bene, allora come oggi, in questo senso la storia si
ripete, anche se in forme diverse, ma a volte con la stessa la logica: il virus
della sicurezza si è trasmesso, e affidato come per vocazione o per contratto
agli stessi operatori e assistenti sociali. Oggi la sicurezza si serve anche
delle gambe di quegli operatori che lavorano nel sociale..possibilmente con
gambe veloci e scattanti, disposti ad accelerare i tempi per non aspettare i
tempi lunghi della Democrazia e della Giustizia!
«Aver memoria non significa soltanto ascoltare una testimonianza o vedere
immagini mostruose... Non basta osservare l'orrore, per rifiutarlo. Bisogna
capire come funzionava la sua potente macchina, e com'è stata raccontata più
tardi dai suoi artefici.. Quegli uomini non erano nati violenti: lo sono
diventati. Le loro testimonianze ci dicono molto di più di quel che ci
raccontano i crimini commessi». (David Bidussa)
L'Olocausto ha avuto una sua fase di incubazione, una preparazione in genere
affidata a gente comune, convinta di fare bene e che considerava del tutto
normale e legittimo che Ebrei, Rom, handicappati.. (persone viste come una
minaccia, degli a-sociali da controllare), fossero privati dei loro diritti,
applicando esclusivamente a loro delle direttive speciali, al di fuori di quelle
ordinarie.
Dettagli , che ritornano a distanza di tempo: un esempio è il regolamento "Città
Sottili" di Pisa, che si pone per sua natura "fuori legalità", avocando a sé il
diritto di prendere provvedimenti amministrativi a prescindere dall'esito di un
procedimento penale ancora in atto verso dei Rom, il riferimento è al caso della
"sposa bambina", ma non solo.
Oggi, come ieri i Rom sono ancora visti come corpi malati, che devono essere
controllati per essere guariti, o sgomberati per timore di possibili "contagi"
alla nostra sicurezza sociale. Chi tra i Rom non accetta, chi osa alzare la
testa, chi mostra un po' di coraggio e dignità nel ribellarsi, allora contro
costoro si scatena la macchina persecutoria: i loro diritti vengono sospesi,
anche con il consenso di una società ormai anestetizzata e drogata, le bugie
vengono istituzionalizzate, le verità dei fatti scivolano via, censurate con
ogni mezzo e in ogni sede.
Oggi è ancora difficile ri-conoscere la vita Rom.. forse è vero: "alla «banalità
del male si può solo opporre la bontà insensata".
don Agostino Rota Martir
Campo nomadi – Coltano (PI) - 31 Gennaio 2011