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Gallarate: Comune contro Sinti, si riprende a gennaio
Di Fabrizio (del 14/12/2010 @ 09:26:55, in casa, visitato 1637 volte)

Il presidente del Tribunale di Busto ha disposto la riunione dei fascicoli: il processo civile per l'area del campo di via Lazzaretto ripartirà nel 2011

La causa civile tra Comune e famiglie del campo Sinti di via Lazzaretto riprenderà a gennaio: il presidente del Tribunale di Busto Arsizio ha disposto che i fascicoli dei singoli procedimenti (nove, in mano a tre giudici diversi) siano riuniti e affidati ad un unico giudice. L'udienza è stata fissata per il 25 gennaio: il legale del gruppo di famiglie del campo chiederà probabilmente l'ammissione di alcuni testimoni, per ricostruire la tesi sostenuta fin dall'inizio, vale a dire che tra Comune e Sinti non vi fosse un contratto vero, ma una proposta unilaterale.

Anche se spesso si parla di comunità Sinti, in realtà in via Lazzaretto (nella foto) abitano nuclei famigliari distinti, per ognuno dei quali è stato avviato un procedimento di sfratto: da questo è nato l'allungamento dei tempi del processo. Parallelo al percorso scelto dai 9 nuclei che si sono affidati ad un avvocato, prosegue l'iter della causa per le altre sei famiglie: la prossima udienza per questo gruppo è fissata martedì 21 dicembre. Anche in questo caso probabilmente i procedimenti saranno riuniti e aggregati agli altri. E anche in questo caso, dunque, è previsto l'ulteriore rinvio a gennaio.



Le famiglie Sinti di via De Magri furono trasferite nel settembre nel 2007 in via Lazzaretto, in una zona periferica tra Cedrate, Caiello e Cavaria, sulla base di un accordo di durata annuale. L'anno dopo l'affitto non venne rinnovato, nonostante non emergessero problemi particolari (la Lega invece denunciava degrado legato all'accumulo di rifiuti). Le associazioni cattoliche hanno sempre criticato l'isolamento eccessivo del campo, poco favorevole a percorsi d'integrazioni: per questo Acli, Caritas e San Vincenzo proposero anche un progetto specifico, che però non è stato ritenuto adatto dall'Amministrazione. Si confidava forse proprio nella possibilità dello sfratto, per cercare di spingere le famiglie ad abbandonare l'idea della vita in comunità e in case mobili. I tempi degli sfratti però sono risultati ben più lunghi di quanto previsto dall'Amministrazione.

11/12/2010
Roberto Morandi - redazione@varesenews.it