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Casa ai rom, ma è occupata dai calabresi
Di Fabrizio (del 26/11/2010 @ 09:17:02, in casa, visitato 2266 volte)

Corriere della Sera Famiglia nomade fa sgomberare gli abusivi: quell'alloggio era assegnato a noi

MILANO - Rosa quasi non ci credeva più, e invece. Dieci anni di attesa ma alla fine anche lei e la sua famiglia - marito e quattro figli, sinti italiani del campo di via Idro - dopo tutta la trafila erano riusciti a scalare la classifica dell'Aler e ottenere una casa. Peccato solo che quando si sono presentati a prenderne possesso l'abbiano trovata già abusivamente occupata. Da una famiglia italiana a sua volta, che solo ieri è stata a sua volta sfrattata: inizialmente aveva pensato di rivolgersi a sua volta alla Casa della Carità, ma in serata ha evidentemente trovato il modo di arrangiarsi altrimenti.
«Adesso ci manca soltanto - ironizzava ieri don Virginio Colmegna con amarezza - che qualcuno scateni la campagna sugli italiani che vengono sfrattati per far posto agli zingari...».
L'episodio, in verità, rappresenta un capitolo parallelo rispetto al problema dello svuotamento di quell'altro - più famoso - campo rom di via Triboniano: quello interessato dalle polemiche degli ultimi mesi sulle famose case Aler che il Piano Maroni sottoscritto dal Comune destinava, prima che il Comune stesso cambiasse idea, ai percorsi di uscita dei suoi occupanti. Un'area complessa, una parte della quale - il vecchio settore bosniaco - si è peraltro già svuotata quasi del tutto un po' alla volta senza tanto rumore, attraverso gli itinerari più vari e l'individuazione di alloggi anche sul mercato privato: salvo la presenza di un'ultima famiglia, attualmente «circondata» dalle altre di origine romena tuttora in attesa di una soluzione.

Ma la famiglia di Rosa non c'entrava nulla con tutto questo. Quella di Rosa, come altre famiglie italiane del campo di via Idro, è solo una di quelle che da molti anni hanno fatto una semplice, regolare domanda in cui segnalare i propri requisiti per l'assegnazione di una casa popolare. E alla fine Rosa ce l'ha fatta: presentatevi in via Vincenzo da Seregno - diceva la lettera che le era arrivata qualche giorno fa - e andate a vivere nella casa che vi è stata assegnata. Solo che quando ci sono arrivati hanno trovato la porta chiusa e un'altra famiglia già dentro da anni. Anche in questo caso una donna con un marito e quattro figli, di origine calabrese. La variazione sul tema è che questa volta gli abusivi erano loro, e a dover chiedere l'intervento della polizia sono stati gli «altri».
La polizia è intervenuta ieri. E così nel pomeriggio è stato lui, l'occupante abusivo italiano, a ritrovarsi in strada con i mobili: le sue proteste davanti alle telecamere e ai fotografi non sono servite. E oggi la famiglia di Rosa, salvo sorprese, entrerà nella sua nuova casa.

Paolo Foschini
24 novembre 2010