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Conferenza stampa al campo nomadi di Coltano
Di Fabrizio (del 16/11/2010 @ 09:35:04, in Italia, visitato 2446 volte)

Antefatto: alla fine del mese scorso diversi giornali pubblicano la notizia di una ragazzina rapita in Kosovo per essere data in sposa a Rom che risiedono in Italia nel campo di Coltano (PI). Su Internet ho trovato la bellezza di 82 articoli, e neanche uno che abbia sentito il bisogno di ascoltare anche il parere dei diretti interessati. Non per avvallare aprioristicamente la loro versione, ma per quello che tuttora si chiama "diritto di cronaca". Grazie ad Agostino Rota Martir, ecco cos'hanno detto:

Questa sera c'è stata la conferenza stampa al campo Rom di Coltano (PI) sulla vicenda della "sposa-bambina", in seguito alla campagna discriminatoria e diffamante portata avanti con ferocia, sopratutto dal Tirreno di Pisa, non ancora finita (ovviamente il Tirreno non era presente, perché ha ritenuto inutile ascoltare la voce Rom).

E' stato un bel momento perché i Rom finalmente hanno potuto parlare, raccontare, far sentire la loro voce..una conferenza stampa voluta e gestita solo da loro, non dalle Associazioni presenti, ma in disparte!
Che ha sorpreso anche i pochi giornalisti presenti, increduli pure loro per la piega presa dell'intera vicenda, di come è stata presentata dalla stessa stampa di fronte alle prove inconfutabili di decine e decine di foto e del racconto stesso dei Rom.

Ciao Ago

Coltano, Pisa, 15 Novembre 2010

Noi come nomadi, nella nostra tradizione di rom, noi da 2000 anni sposiamo i nostri figli da giovani, di 14, 15, 16, 17 e 18 anni. Per prima cosa noi conosciamo i genitori della ragazza e dopo, se i ragazzi sono d'accordo, cominciano a vedersi oppure (se sono lontani) a conoscersi attraverso il computer, e dopo alcuni mesi facciamo il fidanzamento. Se i ragazzi non sono d'accordo, non è mai successo tra i nomadi che si sono fatti sposare con la forza. I ragazzi si sposano se si piacciono, se non si piacciono non succede nulla e le famiglie cercano un altro sposo e un'altra sposa.

Non siamo gente che prendiamo ragazze con la forza, perché come famiglia vogliamo che i ragazzi si vogliano bene e vogliamo rimanere in buoni rapporti con l'altra famiglia.

Quando una ragazza si sposa, la madre della ragazza sceglie una donna di sua fiducia, spesso la moglie del sacerdote musulmano, che deve rimanere accanto alla futura sposa, per stare con lei, prepararla al matrimonio, rassicurarla e assisterla, e anche testimoniare della sua verginità per i suoi genitori. Questa è nostra tradizione di matrimonio: è una tradizione di cui tutti i rom sono consapevoli, e che ogni persona rom accetta liberamente. La nuora entra nella nuova famiglia, e diventa una nuova figlia, da lei si avranno nipoti e pronipoti, le si vuole bene come una figlia. Le due famiglie diventano come parenti perché nascono i bambini e il sangue si mischia.

Le cose che abbiamo letto sui giornali non sono vere e ci hanno colpito. Non sappiamo perché la ragazza ha detto queste cose. Noi vogliamo bene a questa ragazza, abbiamo fiducia in lei e nella sua famiglia che siamo parenti da trenta anni, non crediamo a quello che abbiamo letto sui giornali, vogliamo che la ragazza possa dire la verità. Lo stesso giorno che è successa questa cosa è stata presa un'altra ragazza minorenne, sposata con un ragazzo del campo, e ora non sappiamo dove sia finita neppure lei.

Ora con queste cose che si sono lette sui giornali per noi è diventata una vergogna andare a giro, tutte le genti pensano male di noi rom. Già prima tante persone ci giudicavano male, adesso per noi è diventato difficile andare a scuola, andare a lavorare, andare a fare la spesa perché la gente ci giudica e ci guarda male. Questo succede perché la gente legge le cose che si dicono ma non conosce le nostre tradizioni. Proviamo vergogna anche rispetto ad altri rom.

Chiediamo all'Italia di avere coscienza che le nostre usanze non sono solo nostre. Se provano a ricordare, anni fa anche nelle famiglie di italiani c'erano queste usanze, cioè matrimoni tra persone giovani, matrimoni combinati tra famiglie, si considerava importante la verginità e tante altre cose simili.

I rom del villaggio di Coltano


Aggiornamento delle 17.30