Donatella Ascari - Segretaria Ass.Them Romanò Onlus - Reggio
Emilia
Con Dosta! La Campagna del Consiglio d'Europa per dire basta al razzismo,
ci siamo messi in piazza a disposizione di tutti coloro che volessero chiederci
della nostra vita, del nostro lavoro, volevamo farci conoscere per combattere i
pregiudizi che ci accompagnano da secoli solo perché, unici e rari, ci
consideriamo cittadini del mondo. Abbiamo suonato con i nostri violini, abbiamo
offerto cibo, mostrato le roulotte e, alla politica, abbiamo chiesto
precisamente si essere coinvolti nelle decisioni che ci riguardano, di
partecipare alla gestione dei campi, di avere voce. E' invece partita una
assurda polemica in cui, ancora una volta, nessuno ci ha consultato. Tutti ci
parlano addosso e nessuno ci ascolta, è proprio questo che non sopportiamo più.
Noi siamo cittadini reggiani solo quando, in campagna elettorale, vengono a
chiederci i voti, poi ridiventiamo un fastidio, un problema che, addirittura il
signor Sindaco paragona a tossicodipendenti e carcerati. Vorremmo chiarire che
la vita nomade è una scelta, una cultura, un diritto che abbiamo difeso in
centinaia di anni di persecuzioni fino ai campi di sterminio. Nessuno è
obbligato a vivere da sinto o rom, tutti possono decidere altrimenti, ma non è
concepibile che si pretenda di "normalizzarci" come se il nostro stile di vita
fosse una colpa. Noi vogliamo l'uguaglianza non essere tutti uguali, quando
tutti sono uguali si chiama totalitarismo e noi ricordiamo meglio di voi cosa
vuol dire. Non abbiamo chiesto case popolari, chi vuole può fare domanda come
tutti gli altri, ma la maggioranza di noi preferisce vivere con il proprio
nucleo famigliare non in campi di concentramento ma in situazioni dignitose. Per
questo chiediamo che si trovi il modo ci legalizzare le nostre residenze in
piccoli appezzamenti di terreno che abbiamo acquistato, senza il contributo di
nessuno, intorno alla città e su cui viviamo da decenni. Noi amiamo vivere
all'aria aperta, girare con le nostre giostre tra sagre e fiere a contatto con
la gente, come pensate che potremmo parcheggiare una giostra nel garage di una
casa popolare? Volete anche che cambiamo lavoro, volete spegnere il circo, i
Luna Park? Già si sta andando su questa strada: a Rubiera, a Sant'Ilario e a
Poviglio si vogliono spostare le giostre lontano da dove sono i bambini e il
nostro pubblico, perché si cerca di mettere in difficoltà interi nuclei
famigliari che di questo vivono, volete creare nuovi disoccupati? Ogni volta che
cerchiamo di mantenerci con le nostre sole forze, si cerca di emarginarci,
perché noi dobbiamo essere quelli che chiedono l'elemosina. Già combattiamo
contro i pregiudizi dei cittadini ma se la politica, che dovrebbe portare
equilibrio, ci indica come problema, come si potrà creare un clima positivo in
città? Siamo molto delusi ma non vogliamo richiuderci tra noi, noi abbiamo
offerto la nostra disponibilità, spetta alla politica e alla città fare la sua
parte, noi siamo già cittadini del mondo e non solo dell'Europa, la nostra casa
è la famiglia non una costruzione in mattoni e non c'è nessuna porta tra noi e
chiunque voglia conoscerci.