PARMAdaily.it Intervista a Vladimiro Torre, presidente dell'associazione
di rom e sinti Them Romanò, nata per diffondere e sdemonizzare la cultura
zingara tra i "Gagi, come chiamiamo noi gli stanziali".
12/10/2010
Intervista a Vladimiro Torre, presidente dell'Associazione Culturale Thèm Romanó,
fondata nel 1990 a Lanciano (CH) da un gruppo di Rom e Sinti con lo scopo di
rilevare, valorizzare e diffondere la cultura zingara a livello nazionale e
internazionale perché i caggè -non zingari- possano meglio conoscere e
sdemonizzare la cultura di questo popolo e perché i Rom stessi prendano
coscienza della loro millenaria cultura e spezzino la secolare catena di
emarginazione per inserirsi dignitosamente nell'ambito della società
maggioritaria.
Organizza corsi di aggiornamento per insegnanti, di ogni ordine e grado,
seminari, convegni, esposizioni multimediali di arte, storia e cultura zingara,
proiezioni di film con dibattito, presentazione di libri, concerti e festival di
musica zingara, teatro zingaro, corsi di Storia, letteratura e lingua zingara.
Torre, ci presenti lo spirito dell’iniziativa «Vai oltre i pregiudizi, scopri
i Rom e i Sinti».
Abbiamo promosso la campagna europea Dosta, che in Romanes significa Basta,
basta con la strumentalizzazione dei nomadi a fini politici, basta ai campi
nomadi in stile lager e basta ai pregiudizi sul nostro popolo.
Per la prima volta nella storia di Sinti e dei Rom metteremo in vista la nostra
cultura con due roulotte per sensibilizzare i Gagi, come chiamiamo noi gli
stanziali.
Qual è il messaggio?
Vogliamo far capire che abbiamo nostra cultura, un popolo pacifico che non ha
mai fatto guerre né usurpato territori, che non siamo il popolo brutto e cattivo
dipinto da Maroni e Sarkozy: dicono che dobbiamo andare dalle nostre parti,
perché se mi mandassero via io andrei qui perché qui è la mia città.
L’Europa vi dà una mano…
Sì, non si accetta più questa politica per prendere voti facendo campagne
discriminatorie contro i Sinti: con il Consiglio d’Europa e tramite l’elezione
di un nostro presidente in ogni città stiamo promuovendo iniziative per arrivare
dritti alla gente e allo stesso tempo stiamo dialogando con i politici. Ad
esempio abbiamo incontrato Bossi e Fini.
Voglia di reagire?
Sì, non possiamo più continuare a scegliere tra una bastonata o tre in tutte le
città d’Italia, io dico sempre alla mia gente: «Sinti su la testa», andiamo
avanti. Poi anche da noi ci sono il buono, il brutto e il cattivo come
dappertutto ma dobbiamo vincere i pregiudizi dei Gagi, siamo noi i mediatori dei
nostri Sinti.
L’avversione di molti nasce dall’idea che gli enti locali vi mantengano a
suon di luce, gas e acqua.
Non ci pagano niente, paghiamo tutto noi, dalla luce al plateatico. Pensate che
si stia bene in un campo nomadi? Ci sono 300 persone con 6 gabinetti e chi ha
avuto l’opportunità di comprarsi un pezzo di terra è andato fuori costruendosi
una casetta di legno.
Dicono che siamo abusivi, ma non credete che se avessimo i soldi ci costruiremmo
una casa in muratura?
I campi nomadi non vi piacciono dunque…
Non sono altro che moderni lager. Nella storia come tutti sappiamo ce ne sono
già stati ma nessuno ci rende conto che noi ci siamo ancora dentro, nel 2010.
Siamo sempre stati dei circensi e abbiamo seguito l’evoluzione dei tempi
prendendo i luna park, giravamo nei mercati di tutta Italia, ma ora ci hanno
impedito di essere nomadi costringendoci in lager sempre più affollati.
Volete uscire quindi?
Sì, vorremmo la possibilità di fare queste microaree.
L’obiettivo è integrarvi nel tessuto cittadino pur mantenendo le vostre
tradizioni?
Esatto, noi siamo orgogliosi della nostra cultura e non potremmo mai rinnegarla.
Siete mai andati al Circo? I Togni, gli Orfei e tante altre strutture sono
gestite da Sinti, è questa la nostra vocazione, ma allo stesso tempo ci rendiamo
conto di essere sempre più sedentari così, mentre alcuni continuano a fare i
giostrai, con tutti i problemi del non potersi fermare da nessuna parte se non
per il tempo esatto della fiera, gli altri nostri figli dovrebbero avere le
stesse opportunità di tutti gli altri ragazzi, trovando lavoro nelle fabbriche,
nelle cooperative e ovunque ci sia posto.
Francesca Manini