I finanziamenti per la realizzazione di una cittadella per i nomadi
(attualmente ospiti in un campo a Scampia) sono fermi: colpa del buco
finanziario denunciato dalla nuova amministrazione regionale e dell'esigenza di
rispettare il patto di stabilità. Ma in gioco c'è molto di più
Domenico Pizzuti
In riferimento alle notizie più volte circolate circa l'inizio dopo l'estate
della costruzione di un villaggio attrezzato per i rom del campo "nomadi" di
via Cupa Perillo, sulla base di un progetto approvato da una delibera di
giunta comunale con un finanziamento regionale di 7 milioni di euro, abbiamo
voluto verificare presso la Regione Campania la disponibilità effettiva del
finanziamento deliberato dalla precedente Giunta Regionale.
Dall'informativa ricevuta risulta che la somma in questione – insieme ad
altri finanziamenti - è bloccata per rispondere alle esigenze del patto di
stabilità in ragione del buco finanziario riscontrato dalla nuova
amministrazione regionale. Dopo la verifica di tutte le risorse disponibili in
seguito a contatti in corso con il Ministero del tesoro, sono previste le
decisioni politiche in merito alla rimessa in bilancio o alla revoca dei
progetti a suo tempo finanziati per le politiche sociali. E' un percorso non
solo formale o finanziario e su cui occorre aprire una discussione pubblica con
le Istituzioni ed associazioni interessate e soprattutto con le famiglie rom del
campo, secondo gli orientamenti alla partecipazione più volte ribaditi dalla
Commissione Europea per la formazione delle decisioni che li riguardano.
In primo luogo, a nostro avviso, si tratta di dar compimento al piano
previsto dal Ministero dell' Interno per gli interventi successivi al censimento
- realizzato in Campania nei mesi di giugno-luglio 2008 (2784 censiti a Napoli e
Provincia) - che prevedevano la chiusura dei campi non autorizzati, la
realizzazione di villaggi attrezzati dotati dei servizi essenziali, l'avviamento
al lavoro dei giovani e soprattutto la scolarizzazione dei minori nomadi che
secondo il censimento anche a Napoli sono più della metà di coloro che vivono in
questi insediamenti. Il progetto elaborato dal Comune di Napoli prevede la
costruzione di due unità abitative con moduli monofamiliari per circa 200
persone (delibera Comune di Napoli n. 1261 del 30 luglio 2009), che non
esaurisce le 565 persone censite nel campo spontaneo di Scampia. Avranno accesso
ai nuovi insediamenti abitativi coloro che hanno il permesso di soggiorno, per
cui è in atto una verifica delle posizioni degli abitanti dei campi per il
rilascio del permesso di soggiorno nell'ambito delle norme vigenti.
In secondo luogo, si deve tener conto delle speranze suscitate con il
censimento a cui le famiglie rom del campo hanno volontariamente cooperato, in
vista di un riconoscimento legale e di una sistemazione abitativa vivibile, se
si tiene conto delle precarie abitazioni ("baracche") in cui un buon numero di
famiglie ha vissuto per venticinque anni e più, e del degrado dell'area che
abbiamo più volte denunciato anche per l'emergenza estate .
Al di là di considerazioni ragioneristiche di bilancio, si tratta di una
motivata scelta di civiltà a favore della vita delle famiglie che abitano il
campo, di cui si è fatto promotore un Ministro leghista ed attuata dal
Commissario straordinario per l'emergenza relativa agli insediamenti rom in
Campania, Prefetto Alessandro Pansa, augurandoci che il suo successore dia
compimento al piano. Invitiamo il Presidente Caldoro in nome della legalità e
civiltà, e della solidarietà sociale che caratterizza il suo pedigree politico,
a rimettere in bilancio il finanziamento previsto per l'attuazione del progetto
del Comune di Napoli, per dare compimento al piano formulato dal Ministero dell'
Interno. Augurandoci che si tratti solo di sospensione e non di revoca,
torneranno i conti, caro Presidente Caldoro, con un bilancio sociale!