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Un villaggio per i rom, sbloccate quei fondi
Di Fabrizio (del 31/07/2010 @ 09:36:32, in casa, visitato 1908 volte)

I finanziamenti per la realizzazione di una cittadella per i nomadi (attualmente ospiti in un campo a Scampia) sono fermi: colpa del buco finanziario denunciato dalla nuova amministrazione regionale e dell'esigenza di rispettare il patto di stabilità. Ma in gioco c'è molto di più
Domenico Pizzuti

In riferimento alle notizie più volte circolate circa l'inizio dopo l'estate della costruzione di un villaggio attrezzato per i rom del campo "nomadi" di via Cupa Perillo, sulla base di un progetto approvato da una delibera di giunta comunale con un finanziamento regionale di 7 milioni di euro, abbiamo voluto verificare presso la Regione Campania la disponibilità effettiva del finanziamento deliberato dalla precedente Giunta Regionale.

Dall'informativa ricevuta risulta che la somma in questione – insieme ad altri finanziamenti - è bloccata per rispondere alle esigenze del patto di stabilità in ragione del buco finanziario riscontrato dalla nuova amministrazione regionale. Dopo la verifica di tutte le risorse disponibili in seguito a contatti in corso con il Ministero del tesoro, sono previste le decisioni politiche in merito alla rimessa in bilancio o alla revoca dei progetti a suo tempo finanziati per le politiche sociali. E' un percorso non solo formale o finanziario e su cui occorre aprire una discussione pubblica con le Istituzioni ed associazioni interessate e soprattutto con le famiglie rom del campo, secondo gli orientamenti alla partecipazione più volte ribaditi dalla Commissione Europea per la formazione delle decisioni che li riguardano.

In primo luogo, a nostro avviso, si tratta di dar compimento al piano previsto dal Ministero dell' Interno per gli interventi successivi al censimento - realizzato in Campania nei mesi di giugno-luglio 2008 (2784 censiti a Napoli e Provincia) - che prevedevano la chiusura dei campi non autorizzati, la realizzazione di villaggi attrezzati dotati dei servizi essenziali, l'avviamento al lavoro dei giovani e soprattutto la scolarizzazione dei minori nomadi che secondo il censimento anche a Napoli sono più della metà di coloro che vivono in questi insediamenti. Il progetto elaborato dal Comune di Napoli prevede la costruzione di due unità abitative con moduli monofamiliari per circa 200 persone (delibera Comune di Napoli n. 1261 del 30 luglio 2009), che non esaurisce le 565 persone censite nel campo spontaneo di Scampia. Avranno accesso ai nuovi insediamenti abitativi coloro che hanno il permesso di soggiorno, per cui è in atto una verifica delle posizioni degli abitanti dei campi per il rilascio del permesso di soggiorno nell'ambito delle norme vigenti.

In secondo luogo, si deve tener conto delle speranze suscitate con il censimento a cui le famiglie rom del campo hanno volontariamente cooperato, in vista di un riconoscimento legale e di una sistemazione abitativa vivibile, se si tiene conto delle precarie abitazioni ("baracche") in cui un buon numero di famiglie ha vissuto per venticinque anni e più, e del degrado dell'area che abbiamo più volte denunciato anche per l'emergenza estate .

Al di là di considerazioni ragioneristiche di bilancio, si tratta di una motivata scelta di civiltà a favore della vita delle famiglie che abitano il campo, di cui si è fatto promotore un Ministro leghista ed attuata dal Commissario straordinario per l'emergenza relativa agli insediamenti rom in Campania, Prefetto Alessandro Pansa, augurandoci che il suo successore dia compimento al piano. Invitiamo il Presidente Caldoro in nome della legalità e civiltà, e della solidarietà sociale che caratterizza il suo pedigree politico, a rimettere in bilancio il finanziamento previsto per l'attuazione del progetto del Comune di Napoli, per dare compimento al piano formulato dal Ministero dell' Interno. Augurandoci che si tratti solo di sospensione e non di revoca, torneranno i conti, caro Presidente Caldoro, con un bilancio sociale!