Pristina, 25 ottobre 2005: Il giorno dopo l'annuncio del Consiglio di
Sicurezza dell'ONU sull'apertura dei negoziati sul futuro politico della
regione, i Rom del Kosovo hanno chiesto di essere ammessi alle discussioni. In
una lettera indirizzata ai rappresentanti della comunità internazionale ed
europea, Rom, Askali ed Egizi chiedono una soluzione urgente al problema di
quanti di loro, cittadini della ex Jugoslavia, sono diventati vittime di
violenze razziste, continuando in molti a sopravvivere in un limbo giuridico ed
esistenziale. I firmatari, tra cui organizzazioni internazionali dei Rom, ONG e
centinaia di privati cittadini (cfr: Petizione
Europea per il Kossovo) chiedono la moratoria immediata delle
deportazioni in Kossovo e il riconoscimento del diritto d'asilo.
Durante un incontro sullo sviluppo delle politiche sui Rom e Sinti, che si è
svolto settimana scorsa a Varsavia col patrocinio dell'OSCE e dell'ODIHR, i
rappresentanti dei Rom kossovari hanno concordato s una piattaforma comune per
la futura cooperazione. [...] Alla presenza del capo missione OSCE e
ambasciatore europeo Jens Modvig, hanno chiesto il riconoscimento della pulizia
etnica contro i Rom, avvenuta a seguito dei bombardamenti NATO, il
riconoscimento dei danni patiti per la guerra, il ritorno alle loro proprietà
[ora] occupate, il ripristino della sicurezza e della libertà di movimento nel
Kosovo e un'indagine imparziale sulle violenze e discriminazioni; la
rappresentanza paritetica e l'accesso alle istituzioni pubbliche, l'effettivo
accesso dei non-albanesi alla casa, scuola, educazione e lavoro; un adeguato
supporto ai rifugiati interni e a quanti hanno fatto già ritorno. Inoltre
chiedono il la certezza del diritto delle comunità non-albanesi, nell'ipotesi
che il Kosovo diventi indipendente e il riconoscimento dei Rom come popolo
costituente. Visto che la comunità dei Rom è attualmente dispersa nel mondo,
chiedono inoltre l'organizzazione di una conferenza internazionale sui Rom del
Kosovo, come misura d'emergenza e per rendere possibile il coordinamento degli
interessi comunitari.
I Rom costituivano la terza più grande comunità etnica nella regione,
stimata la loro presenza in 150.000. Cacciati a seguito delle vicende di guerra,
distrutte le loro case e proprietà. Nonostante la precarietà dell'attuale
situazione, esacerbata dalla volontà politica dei governi occidentali per un
rapido ritorno di Rom, Askali ed Egizi, l'interesse di media e politici sembra
concentrarsi solo sulle due principali comunità in Kosovo, i Serbi e gli
Albanesi, abbandonando le altre comunità ad un destino incerto e senza futuro
politico.
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