L’esperienza del Dado, un progetto di Terra del Fuoco
Di Fabrizio (del 11/06/2010 @ 09:04:17, in Italia, visitato 1834 volte)
Stefania Cammarata, con la
Svoboda Orchestra,
tra poco suonerà al DADO di Torino, un'esperienza di cui si era scritto in
passato anche qui.
Il DADO è una comunità nella quale vige una regola fondamentale “dare
diritti e pretendere doveri”.
Da un anno a Settimo Torinese accanto alle comunità Rom.
Un anno fa si è realizzato un sogno. Un sogno iniziato nel novembre del 2009
quando una notte è andato a fuoco un campo ROM alle porte di Torino dove
vivevano molte famiglie di origine romena scappate in seguito ad una delle tante
alluvioni che ha martoriato la Romania. In quella notte l’unico contatto che le
famiglie avevano eravamo noi, che in quel campo svolgevamo piccole attività di
mediazione culturale, accompagnavamo i bambini a scuola, mediazione sanitaria e
poco più. Quando il campo ha preso fuoco noi abbiamo accolto le famiglie, che si
sono trovate a perdere i loro pochissimi averi, nei nostri uffici allestiti
insieme alla Croce Rossa con brandine nei corridoi e al posto dei pc. Da quel
momento è iniziato un lungo percorso che ha visto le famiglie prima ospiti di un
campo di emergenza con le tende, poi roulotte. La nostra proposta però fu subito
quella di non gestire solo l’emergenza come spesso accade in Italia, ma provando
a dimostrare che la tematica rom può essere governata in modo diverso,
portandola a sistema. Da questa esigenza è nato il DADO. Una comunità nata
grazie ad una struttura messa a disposizione dal comune di Settimo Torinese,
alle porte di Torino. La struttura è stata ristrutturata completamente dalle
famiglie che oggi ci vivono, questo ha permesso loro di sentire la struttura
come casa loro a tutti gli effetti. Le famiglie hanno vissuto il cantiere, sotto
la guida esperta di professionisti, durante i mesi nel cantiere si sono creati
una professionalità che gli ha permesso di essere inseriti in contesti
lavorativi. Il DADO è una comunità nella quale vige una regola fondamentale
“dare diritti e pretendere doveri”. Le famiglie che stanno al DADO hanno la
possibilità di essere inseriti in contesti lavorativi, i bambini vanno tutti a
scuola, ma vi sono delle regole alle quali non è possibile declinare. Il
quartiere nel quale è inserito il DADO era certamente spaventato dal trovarsi
vicino a casa un gruppo di “zingari” come spesso vengono definiti con aria
dispregiativa. Molte le proteste nelle prime settimane. Dopo i mesi di cantieri,
grazie anche al lavoro svolto dalla parrocchia dalla scuola e da tutto il
territorio, all’inaugurazione un anno fa avevamo più di trecento persone che ne
hanno festeggiato l’apertura. Oggi i bambini giocano nell’oratorio insieme ai
bambini originari di Settimo, vanno nella stessa scuola e sono diventati
compagni di classe e non “zingari”. Al DADO si è bucata la bolla mediatica del
razzismo, siamo riusciti con gesti semplici e concreti a dimostrare che stando
con le persone è possibile uscire dal pregiudizio.
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