Ricevo e inoltro (e vi invito a inoltrare), perché non ne
vada perso il ricordo. Annamaria
Ieri mattina è morto Natale, un violinista rumeno che era stato in Italia
alcuni mesi nel 2002. Forse molti di voi non hanno fatto in tempo a conoscerlo,
ma chi ha avuto il modo di interagirci si ricorderà del suo sorriso sdentato,
dei suoi occhiali mezzi rotti (che però gli davano un certo tono), della sua
giacca rattoppata dalle cui tasche uscivano penne, foglietti con calcoli
matematici e peperoncini enormi, e delle bacchette con le quali insegnava il
violino a un'allieva argentina che lo aveva conosciuto al Fioravanti, dove
viveva prima di trasferirsi allo Scalo di Via Casarini.
Dan Pagaie dice sempre che in Romania i musicisti dicono tutti di avere la testa
migliore del braccio. Natale era l'unico che diceva: "Meno male che ho il
braccio, ché la testa non è buona".
Il giorno prima di tornare in Romania (all'epoca Natale era clandestino e la
polizia di Bologna lo aveva preso di mira impedendogli di suonare per strada) ha
registrato l'album coi Romeno Fantastic all'Ivan Illich, di Bologna, in via
Erbosa. Mi sembra una vita fa. Volevo condividere con voi il ricordo di Natale
che, nonostante la sua morte, non riesce a non mettermi allegria. E.
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