La cronaca ha le sue crude leggi: dopo un morto ce n'è sempre un altro, alla commozione ed all'indignazione del momento segue sempre l'oblio, sino
alla prossima notizia. Ci sono morti pesanti ed altre leggere e per chi come me
di Rom, Sinti e del loro mondo scrive da anni, la frustrazione di dover sempre
ricominciare da capo, sino a perdere la parole, o rischiare di perdere la
lucidità, quando tanti sforzi e fatiche di tanta gente (ripeto: di anni, non di
oggi) vengono liquidati
così. Quello che è scritto resta, il resto si disperde.
Mi sento afono, mi sento DEBOLE anch'io, di fronte alla conta dei morti,
senza che se ne ricordi un nome o una storia. Per questo torno (anche se lo so
che poco o niente cambierà) a riproporre quel video sul presidio che abbiamo
fatto lo scorso
15 marzo.
Perché, almeno qui, resti qualcosa, che non sia solo rabbia o dolore.