Gallarate - I sinti al bivio: case popolari o campo nomadi?
Di Fabrizio (del 20/02/2010 @ 09:02:38, in casa, visitato 1709 volte)
A giugno scade l'accordo per l'area di via Lazzaretto, che sarà destinata
ad altro uso. Le famiglie si dividono: alcuni pronti a fare domanda per una
casa, altri a rimanere fedeli alla loro tradizione
Case popolari sì, case popolari no. È il dilemma delle famiglie del campo sinti
di via Lazzaretto, che a giugno dovranno lasciare l'area attrezzata dopo che
l'amministrazione
ha deciso di non rinnovare la convenzione annuale di affitto,
per liberare l'area per altro uso. Le famiglie del campo, una ventina, sono
state convocate dall'assessore ai servizi sociali Roberto Bongini per un
confronto. «Ho invitato le famiglie – spiega Bongini - a fare domanda per le
case popolari, anche se ho chiarito che non hanno nessuna precedenza nelle
graduatorie». Già in passato un paio di famiglie avevano accettato, ora un'altra
mezza dozzina è pronta a fare domanda per il prossimo bando di marzo. Ma gli
altri nuclei non hanno intenzione di abbandonare la vita legata alla tradizione
nomade. Da tempo i sinti si sono stabiliti a Gallarate (sono cittadini
gallaratesi a tutti gli effetti) e non esercitano più forme di lavoro
itinerante, come ad esempio quello di giostrai. La vita nel campo, però,
consente però di mantenere unite le famiglie allargate: i figli continuano a
vivere accanto ai genitori, con i nipoti. E questo è l'aspetto a cui i sinti non
intendono rinunciare.
Nell'incontro si è parlato anche delle bollette dell'elettricità e dell'acqua.
«Hanno detto anche sui giornali che non paghiamo le bollette e che il Comune
deve pagarle. Non è vero, per questo ci ha dato fastidio» dice Ivano, uno dei
giovani capifamiglia sinti. «Molti di noi hanno pagato, altri hanno difficoltà a
causa del lavoro che manca: noi abbiamo chiesto di rateizzare le bollette, che a
volte sono pesanti». Sulla questione Bongini ha promesso che verificherà se ci
sono stati errori e chiarirà la posizione delle famiglie.
La grande preoccupazione dei sinti, però, riguarda giugno: quando l'accordo
scadrà dove andrà chi non vuole fare richiesta di case popolari?
La posizione
dell'amministrazione non cambia: a giugno il campo sarà sgomberato e destinato
ad altro uso, in attesa di decidere, nel pgt, a quale uso destinare l'area.
Nella zona non urbanizzata accanto all'autostrada
dovrebbe sorgere un complesso
logistico. Case popolari o meno, i sinti secondo l'amministrazione dovranno
dividersi, mettendo fine a quella che il sindaco Nicola Mucci ha definito «autoghettizzazione».
Soluzioni alternative, come quelle già sperimentate recentemente altrove anche
nel
nord Italia, non sono all'ordine del giorno.
18/02/2010 Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
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