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Centro commerciale Vulcano (Milano): II parte
Di Fabrizio (del 23/09/2009 @ 09:18:38, in Italia, visitato 2952 volte)

Se ricordate il recente fatto qui denunciato riguardo al Centro commerciale Vulcano (Milano), chi mi aveva scritto è ritornata sul "luogo del delitto". Quella che segue è la sua testimonianza:

chi volesse contattare la direzione del Centro Commerciale (Gruppo Caltagirone) può cliccare sull'immagine

Oggi sono stata al centro commerciale con una ragazza rom: anche questa volta appena varcata la soglia ci è venuta incontro una guardia dicendoci che non potevamo entrare. Ho chiesto spiegazioni ma ho ricevuto risposte evasive. Siamo comunque entrate e abbiamo fatto acquisti presso il supermercato.
Sono tornata successivamente da sola e ho chiesto ad un'altra guardia di poter parlare con la direzione (la prima che avevo incontrato non aveva dato risposta alla mia richiesta): ho così potuto porre alcune domande al responsabile della sicurezza del centro, il quale si è dimostrato molto più disponibile di quanto pensassi.
La direzione è cosciente del fatto che non è legale non consentire l'ingresso a chi vuole accedere al centro, in quanto si tratta di un luogo aperto al pubblico: le guardie si devono limitare a far sapere, in questo caso ai rom, che "non sono persone gradite". In realtà mi è parso di cogliere da parte delle guardie poste all'ingresso un atteggiamento più deciso (le parole che sono state rivolte alla ragazza che era con me sono state "tu non puoi entrare").
Le motivazioni addotte sono state: in passato si sono verificati dei furti, gli abitanti del campo abusivo vicino al centro commerciale si presentano "vestiti male e maleodoranti" e alcuni di loro ubriachi.
Il responsabile delle guardie mi ha sottolineato come non si tratti di un comportamento razzista e di come non venga di fatto vietato l'accesso ai rom in quanto "se qualcuno si impuntasse per entrare potrebbe benissimo farlo".

Se per alcuni versi la spiegazione che mi è stata fornita è convincente, ci sono alcuni punti che mi lasciano perplessa.
Innanzitutto parlando con alcune ragazze rom, nonostante abbia cercato di spiegare come sia loro diritto accedere al suddetto centro commerciale, ho notato come quanto quasi ordinato dalle guardie non venga messo in discussione : non so se sia dovuto allo status ("la guardia mi dice che non posso entrare, io non entro"), alla vergogna di essere ripresi davanti agli altri clienti del supermercato nel momento in cui si tenta di entrare ("la guardia mi dice di andare via e ci sono tutti gli italiani che mi guardano male"), o magari non sono stata io in grado di spiegare loro come stanno le cose (parlo solo italiano).
Secondo me alle guardie questa cosa fa comodo: nel momento in cui dicono che "se qualcuno si impuntasse per entrare potrebbe benissimo farlo", sanno che questo non si verificherà.

In secondo luogo non mi sembra corretto generalizzare: se qualcuno ha commesso dei furti non vedo per quale motivo debbano essere identificati tutti come ladri, se qualcuno si è presentato ubriaco perché tutti non possano entrare.

Per quanto riguarda la questione del'igiene, il campo nel quale abita questo gruppo di rom è abusivo, senza acqua corrente: non si può certo considerare il massimo della pulizia, ma posso assicurare che l'aspetto di queste persone è sempre decoroso. E comunque non penso possa essere considerata una motivazione valida: per assurdo se tutti gli esercizi commerciali si comportassero a questa maniera, quanti sarebbero le persone che vivono in stato di indigenza a morire di fame a Milano?

Veronica Mognoni