Manca pochissimo: sabato 6 settembre a Milano ci sarà il
calcio d'inizio del
Torneo Mondiale di Calcio a 5 per i senza fissa dimora, torneo che durerà
una settimana. I colori italiani saranno difesi dall'eterogenea squadra della
Multietnica, nata
nel campo di Triboniano e che quest'anno schiera tre giocatori provenienti da
campi rom. Nell'attesa
di scoprire chi saranno i 4
aquilani che rinforzeranno la squadra, scopriamo le storie degli attuali
componenti. Testi e foto sono tratti dal sito
Homeless World Cup
Nome: Angelo Cognome: Cimbali
Età: 45 anni
Paese: Italia
Lingue: italiano
Angelo si deve confrontare con un difficile passato, legato alla dipendenza
dall’alcool. “Ho sempre saputo di avere grandi difficoltà a livello emotivo.
L’alcol mi aiutava a superare l'ansia e il senso di inadeguatezza”, ammette:
“Era un modo per sfuggire alla realtà” .
Congedato dall’esercito e allontanato dalla famiglia, decide di dare una svolta
alla sua vita, iniziando un percorso di disintossicazione, supportato da un
centro di solidarietà, il CEAS, dove tutt’ora vive e offre collaborazione come
volontario.
Grazie a questa associazione, viene a conoscenza della Nuova Multietnica ed
entra a far parte della Nazionale Italiana di Homeless World Cup.
Angelo è entusiasta del progetto perché vede il torneo come la possibilità di un
riscatto, attraverso la sua grande passione, il calcio.
Nome: Anderson
Cognome: Cervantes
Età: 20 anni
Paese: Perù
Città: Tocache
Lingue: spagnolo, italiano
Anderson, terzo di cinque fratelli, arriva in Italia a 12 anni. La sua famiglia
non ha possibilità economiche, ma cerca di dargli un’istruzione fino ai primi
anni delle scuole superiori. Interrotti gli studi, lasciata la casa familiare e
privo di una sistemazione stabile, inizia a lavorare in una fabbrica di
manufatti, che purtroppo chiude a causa della crisi economica attuale.
Essendo venuto a conoscenza del Progetto Homeless World Cup, decide di unirsi
alla squadra per sviluppare una maggiore determinazione e costanza a perseguire
gli obbiettivi.
Come molti dei suoi compagni di squadra, anche per Anderson, l’Homeless World
Cup 2009 rappresenta una grande, irripetibile occasione, per migliorare il suo
futuro, magari trovando un nuovo lavoro e una casa.
Nome: Pietro Sollen
Cognome: Kodjo
Età: 22
Paese: Togo
Lingue: francese, italiano
Pietro è arrivato in Italia come rifugiato politico a causa delle numerose
persecuzioni che ha dovuto subire in Togo, il suo Paese d’Origine.
Attualmente è ospitato presso le strutture della Caritas italiana.
Convinto dall’allenatore ad entrare in squadra, decide di accettare questa
sfida, alla ricerca di nuove motivazioni per migliorare la sua vita.
Nella vita si è dovuto barcamenare con lavori umili, ma sul campo è dotato di
una tecnica sopraffina. Orgoglioso del suo “essere in campo” spiega: “Quando sei
sul terreno non conta quanti soldi o quali privilegi hai. Tutti i giocatori sono
uguali e conta solo la bravura di giocare e il loro essere in grado di fare
squadra”.
Nome: Bryan
Cognome: Toscano
Età: 18
Paese: Ecuador
Lingue: Spagnolo, italiano, inglese
Bryam arriva in Italia attraverso il ricongiungimento familiare.
Disorientato dalle mille diversità di un paese nuovo, ha finito per legarsi alle
bande latino-americane, ricercando quel senso di appartenenza che non era
riuscito a trovare nei coetanei italiani.
Nel suo progressivo desiderio di cambiare ambiente, vivendo saltuariamente
“sulla strada”, senza reali obiettivi o certezze a cui aggrapparsi, viene a
conoscenza di una squadra di calcio che utilizza lo sport come catalizzatore per
incoraggiare le persone più diseredate a cambiare vita.
Nasce in lui la consapevolezza di poter migliorare se stesso, anche attraverso
il calcio, una componente irrinunciabile della propria esistenza.
Bryan è un abile centrocampista e culla il sogno di diventare un secondo Benzemà.
E’ molto giovane per pensare a progetti a lunga scadenza, ma è sicuro di una
cosa: resterà nel mondo del calcio perché è un modo per imparare ad essere uomo
e per trovare autentiche motivazioni.
Nome: Florian
Cognome: Matei
Età: 26
Paese: Romania
Lingue: italiano, rumeno
Quando il coach Bogdan lo ha incontrato al campo rom, non sapeva una parola di
italiano, ma i suoi piedi parlavano per lui. Romeno e rom, originario della
città di Bals, ha 26 anni, vive con la compagna - in attesa di un bimbo - e la
sua bambina di tre anni. In campo è un vero jolly, perfetto per lo street
soccer: dal portiere all’attaccante con la stessa feroce determinazione e voglia
di vincere. Ma se Matei si trova bene ovunque in campo, non è altrettanto
fortunato in Italia. Non è mai riuscito ad ottenere una casa. Tra i numerosi
“traslochi”, lavori saltuari e le mille altre difficoltà quotidiane, ha perso di
vista la nazionale. L’anno scorso, Matei è riuscito a ricontattare Bogdan - che
sarebbe stato felice di portarlo in Australia - ma un cellulare smarrito e altre
vicissitudini non l’hanno permesso. Questo è l’anno buono: Matei è riuscito -
con l’ingresso nella UE della Romania finalmente da “comunitario” - a tornare in
contatto con Bogdan e a diventare un punto fermo della selezione italiana.
Peccato solo che non riesca ancora a trovare un punto fermo per vivere. Abita
ancora infatti in un campo vicino a Linate. Matei spera che la Homeless World
Cup possa garantirgli non solo un posto in squadra ma l’energia giusta per
trovare una vera casa per sé e la sua famiglia.
Nome: Giorgio
Cognome: Toma
Età: 19
Paese: Romania
Lingue: italiano, Rumeno
Convinto dalle promesse dello zio di un mondo migliore, Giorgio arriva in
Italia, inseguendo il sogno di avere una vita “normale”, un buon lavoro, una
bella casa.
Un sogno di difficile realizzazione, perchè, da subito, si scontra con le
difficoltà inerenti il percorso di inserimento, in uno paese straniero.
Attualmente Giorgio vive in uno dei tanti campi Rom, disseminati nella periferia
di Milano.
Un giorno, un amico gli parla della Nuova MultiEtnica , della possibilità di
venir a contatto con persone nella sua stessa situazione, con cui condividere
molto più che la passione per il calcio.
Si ambienta facilmente e riesce a stabilire forti legami con i suoi compagni,
uniti dall’amore per lo sport, ma anche dalle comuni barriere sociali che
incontrano, cercando di affermare se stessi.
Non è solo sport, anzi è sport come coesione sociale, strumento di riscatto,
veicolo per promuovere i diritti delle minoranze.
Nome: Nicolae
Cognome: Dubai
Età: 23 anni
Paese: Romania
Lingue: rumeno
Nicolae è arrivato in Italia giovanissimo, ancora minorenne, tanto che ha
vissuto per un periodo in un celebre orfanotrofio di Milano, "I Martinitt".
Ha partecipato come giocatore alla Homeless World Cup di Cape Town 2006,
mettendo a segno più di una rete. Il calcio e la partecipazione al torneo e al
training precedente, sono state per lui una grande opportunità per crescere e
maturare. Oggi lavora e ha una casa, per quanto precaria. In campo è un
difensore roccioso e, fuori, è un vice allenatore tranquillo e capace.
Organizzatore nato, aiuta Bogdan a tenere in riga i giocatori.
Parteciperà alla prossima Homeless World Cup come team manager. Crede nella
capacità del progetto di aiutare tante altre persone, soprattutto giovani come
lui, attraverso il calcio e lo sport in generale.
Nome: Mervin
Cognome: Dugas
Età: 20 anni
Paese: Seichelles
Lingue: italiano
Intercettato e fortemente voluto dall’allenatore della squadra, Mervin è il più
recente componente della nazionale Homeless World Cup.
Dimostra fin da subito di conoscere l’area dei rigori come pochi.
Dopo un’infanzia poverissima, arriva in Italia cinque anni fa dalle isole
Seichelles e, mentre la sua vita privata è caratterizzata dalla mancanza di
punti fermi, all’interno del team Homeless World Cup, riesce ad imporsi da
subito come un importante riferimento, un’incrollabile certezza per i suoi
compagni, perché in grado di sferrare un goal dietro all’altro, ma, soprattutto,
supportarli grazie alla sua forte tenacia.
Dotato di eccellenti potenzialità, vuole allenarsi soprattutto sul tiro, sullo
scatto e sulla difesa della palla, “I Mondiali Homeless World Cup 2009
rappresentano per me” spiega entusiasta, “un’importante opportunità per
dimostrare il mio valore sul campo, ma anche un modo per promuovere la
condizione dei senza tetto e creare la consapevolezza che, non potendo scegliere
la propria origine o condizione sociale, si può migliorare se stessi, anche
grazie allo sport”.
Nome: Potru
Cognome: Florian
Età: 32 anni
Paese: Romania
Lingue: italiano, rumeno
Il colpo di fulmine è stato nell’agosto scorso, circa un anno fa. Potru è venuto
a conoscenza per caso di Homeless World Cup e da allora è una dei più grandi
sostenitori del progetto e un membro fisso della squadra, nel ruolo di
centrocampista.
Ha 32 anni, una moglie ammalata di cirrosi epatica e attualmente vive in una
tenda, perché non può permettersi di pagare l’affitto di una casa. Vorrebbe
trovare un lavoro come muratore, ma attualmente è disoccupato. Nonostante
questo, è ottimista verso il futuro.
La scoperta degli altri giocatori è stata per lui come una rinascita: persone
che hanno avuto la possibilità di un riscatto, per poter cominciare a realizzare
i propri sogni. La Homeless World Cup dà coraggio. Oltre la passione per il
calcio, Potru è entusiasta di avere la possibilità di conoscere persone con
difficoltà comuni alle sue, con cui poter combattere per migliorare le proprie
condizioni sociali.
Oggi Potru parla a tutti della Homeless World Cup come l’inizio di una svolta ed
è fermamente convinto a trovare una casa, per poter, così, offrire a sua moglie
un posto sereno dove poter guarire.