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British_Roma (QUI
la puntata precedente)
28 giugno 2009 La sfida! Incontro con le
famiglie rumene che rifiutano di essere rimpatriate By Peter Popham and
David McKittrick
Alla faccia dell'odio, una manciata di rumeni ha deciso di rimanere sopra in
Irlanda del Nord. "Dicono che non vogliono che lavoriamo o rimaniamo qui, ma non
c'è nessun posto dove vivere e nessun lavoro per noi in Romania, così non
abbiamo intenzione di tornare," ha detto un uomo, padre di cinque figli.
Oltre un centinaio di questi cittadini rumeni sono fuggiti da Belfast
settimana scorsa, le autorità locali hanno organizzato dei voli dopo gli
attacchi che sono stati pubblicizzati in tutto il mondo e condannati come
vergognosi.
Ma quest'uomo ha detto di voler rimanere, uno di un piccolo gruppo preparato
ad affrontare le proprie opportunità contro quello che è definito "un piccolo
gruppo di criminali razzisti" che hanno terrorizzato le famiglie rumene che
vivono in due strade a Belfast sud.
Solo in pochi hanno optato di rimanere in Irlanda del Nord nella sfida degli
attaccanti, che hanno intrapreso una campagna di intimidazione, lanciando
mattoni contro le finestre ed in un caso minacciando di tagliare la gola ad un
bambino.
Quasi tutti gli immigrati hanno deciso di tornare in Romania, nonostante i
tentativi delle autorità di persuaderli a rimanere. Ma quell'uomo che ha parlato
a The Independent on Sunday ha detto che non partirà, nonostante le
"pressioni" di alcune persone locali che gli rendono impossibile di lavorare.
Non è la sua prima esperienza con le intimidazioni: la sua casa, che è ad una
certa distanza da quelle dove vivono gli altri rumeni, ha avuto le finestre
rotte. La famiglia si era spostata lì tre mesi fa, perché anche nella casa
precedente gli erano state spaccate le finestre.
Lui e sua moglie - che vendono giornali in un mercato - vi vivono con i loro
figli, di undici, otto, tre, due anni e tre mesi, assieme al fratello e al padre
della moglie. Compresi gli altri parenti, nella casa vivono 13 persone.
Come la maggior parte dei Rumeni a Belfast, parla poco l'inglese. Neanche
conosce l'indirizzo della casa dove vive. La nostra intervista è stata condotta
in italiano, una lingua che ha imparato quando viveva in Italia - un altro
paese, dice, dove la sua famiglia ha provato le intimidazioni.
La violenza per le strade di Belfast sud ha allontanato la maggior parte dei
Rumeni -la maggioranza è partita venerdì. Ma affrontano un futuro incerto
dovunque vadano, hanno detto ai volontari prima di partire.
Denise Wright, membro del comitato di Embrace, un gruppo cristiano che
promuove un'attitudine positiva verso le minoranze etniche, ha lavorato a stretto
contatto con i Rumeni, che hanno passato la maggior parte della settimana in
ricoveri d'emergenza.
Ha detto: "Sono preoccupati sul trovare lavoro e per il tipo di condizioni di
dove stanno tornando. Qui sono stati traumatizzati, anche se non penso che siano
stati sorpresi in ogni modo da questo trattamento. Per i Rom questa è la
normalità, così non penso che siano stati particolarmente scioccati.
Provano soltanto che questo è ciò che sperimentano in patria e altrove nel
mondo. Hanno detto che dovranno spostarsi ancora per trovare di che vivere."
Ha aggiunto che, d'altra parte, i migranti sono stati incoraggiati dall'aiuto
e dalla simpatia ricevute a conseguenza degli attacchi. "La benevolenza della
gente di Belfast nell'appoggiarli è stata molto incoraggiante," ha aggiunto.
Le autorità locali e la Commissione Alloggi in particolare hanno visto
settimana scorsa premiati i loro sforzi, come la diocesi cittadina, un gruppo
informale che riunisce oltre un centinaio di persone. Il pastore Malcolm Morgan
ha detto:
"Alcuni volontari stavano pulendo fuori dalla chiesa, quando è arrivata la
telefonata. Ho detto loro solamente: Ragazzi, abbiamo un nuovo lavoro da
svolgere - ed hanno risposto magnificamente. Ho fatto un paio di telefonate ad
un'agenzia cristiana che aiuta la gente in difficoltà, ed entro un'ora sono
tornati col cibo. Sono arrivati il consiglio cittadino, il sindaco, la Croce
Rossa. Un proprietario locale è venuto, ha dato uno sguardo e dopo un'ora è
tornato con 15 materassi. E' stato magnifico vedere gli atti di generosità - si
è mostrato il meglio di Belfast."
Un altro incidente dai toni fortemente razzisti è avvenuto nel nord della
città, con bengala lanciati contro un centro comunitario dove da tempo si è
stabilità una comunità indiana. Un membro dello staff locale ha detto: "Ci
riteniamo parte integrale della società nord irlandese. Non crediamo che questa
sorta di incidente possa danneggiare le nostre buone relazioni con la comunità
che ci ospita."
Parlando dell'esodo rumeno, il Ministro degli Interni, Margaret Ritchie, ha
detto: "Lodo il lavoro che si è focalizzato, rapido e di assistenza fatto per
sostenere le famiglie. Ha mostrato il cuore caldo della vasta maggioranza della
gente."
Florin Fekete, che settimana scorsa è ritornato in Romania con sua moglie e
due figli, ha detto: "Qui non c'è lavoro. La vita a Belfast era buona, [...] ma
non potevo rischiare la vita della mia famiglia. Ho chiesto a qualcuno che ci
attaccava: Cosa avete contro di noi? La risposta è stata: Vi odiamo perché siete
zingari".
Un uomo di 21 anni ed un ragazzo di 15 sono stati accusati per gli attacchi,
iniziati oltre tre settimana fa.