Ricevo da Cristina Di Canio
Petru Birladeanu, cittadino rom di nazionalità rumena, era un suonatore di
organetto nella ferrovia Cumana che parte dal quartiere Montesanto di Napoli.
Tutti i viaggiatori lo conoscevano: un musicista, una persona gentile che
proponeva la sua arte per pochi spiccioli, sempre accompagnato da sua moglie.
Martedì sera un commando di 8 persone su quattro motociclette attraversa via
Pignasecca fino alla stazione della Cumana. Sparano in aria, all'impazzata. E'
l'ennesimo scontro per il territorio che vedrebbe gli affiliati del clan Sarno
di Ponticelli cercare di terrorizzare chi pensa di sostenere il ritorno su
piazza del vecchio boss Mariano, appena scarcerato.
Petru forse neanche la conosce questa storia. Ma alla stazione della Cumana
diversi colpi sono sparati ad altezza uomo, tra la folla che scappa. Forse hanno
avvistato qualcuno del clan avversario, forse sparano contro i vetri della casa
di qualche rivale, forse un errore... chissà. Un ragazzo di 14 anni viene
colpito alla spalla e per poco non ci rimette la pelle. Petru è meno fortunato:
le videocamere della Cumana lo riprendono mentre scappa e cerca rifugio come
tanti altri dentro la stazione. Il braccio intorno al collo della sua compagna,
un istintivo gesto di protezione. Ma una volta dentro si accascia: un proiettile
gli è entrato sotto l'ascella bucando cuore e polmoni. Gli lascia sul corpo uno
strano segno come di arma da taglio che inizialmente confonderà anche i medici.
Ma Petru muore "sparato", come si dice a Napoli, sparato per niente! Muore dopo
mezzora di agonia e i ritardi dei soccorsi che probabilmente hanno scontato
anche il caos e la paura che si era creata in tutta la strada. Malgrado
l'Ospedale Pellegrini fosse a 500 metri... La compagna piange disperata. Petru
aveva 33 anni...
La sua fine terribile ricorda quelle di altri, come Silvia Ruotolo, uccisa
anch'essa da un proiettile vagante al Vomero dodici anni fa. Ma la città non
condivide la stessa commozione. Forse siamo più cinici in generale, forse Petru
è "soltanto" un rom... sta di fatto che al momento in cui scriviamo non sono
previste fiaccolate, esequie ufficiali, interventi istituzionali in sostegno
della sua compagna... Nessun politico di professione o amministratore ha pensato
di prendre parola su una sparatoria così insensata nel centro della città che
dicono di voler rappresentare... Forse c'è un motivo a tutto questo.
Petru non ha avuto "l'onore" di essere veramente raccontato nei servizi di testa
dei tg, se non dentro la più complessiva e impigrita retorica sul consueto far
west napoletano. Un rom in cronaca senza essere accusato di stupro o di
omicidio, un rom vittima innocente non da dividendi politici, non serve alla
macchina della paura e della propaganda.
Anzi, alcuni quotidiani hanno inizialmente accreditato la tesi che fosse lui
l'obiettivo dei sicari..! Per qualunque "indigeno" in poche ore la polizia è in
grado di fornire un profilo attendibile su una possibilità del genere. Inutile
dire che Petru, quotidiano suonatore di organetto sulla Cumana, ben
difficilmente (!) rientrava in questo schema. Ma intorno allo straniero, per lo
più rom, si concede sempre un margine ulteriore all'incertezza, al sospetto,
anche se questo sospetto non ha nessun punto d'appoggio razionale.
Per la verità in questi giorni c'è stato un altro caso in cui l'informazione
napoletana non ha dato grande prova di sè: l'episodio che ha visto infine
l'arresto di cinque persone di nazionalità nigeriana a vico Vertecoeli. Con
l'eccezione di alcuni quotidiani, la gran parte, qualcuno perfino con imbarazzo,
ha accreditato la più inverosimile delle ricostruzioni: il rapimento premeditato
di una bambina di undici anni da parte di un gruppo di immigrati che abitavano
nel suo stesso cortile, per soddisfare le voglie di un boss pedofilo...!! A
Forcella...!
Probabilmente la più straordinaria panzana dell'ultimo anno per quella che,
da qualche racconto che è arrivato a noi, potrebbe benissimo essere una banale
rissa tra vicini. Non abbiamo certezze e non vogliamo distribuirne, né dipingere
sistematicamente il migrante come vittima innocente, ma digerire in maniera così
acritica la più improbabile delle storie, solo per la sua "notiziabilità", non
fa certo onore all'informazione.
Il tg1 ha fatto di meglio: oltre a riportare questa versione senza scomodare
nemmeno un condizionale, l'ha poi fatta seguire da un servizio sulla scomparsa
13 anni fà della piccola Angela Celentano! Così lo psicodramma collettivo
sull'uomo nero in agguato dietro la porta di casa è finalmente servito a oltre
dieci milioni di persone.
Eppure il pogrom feroce contro i rom, che a Ponticelli segui il presunto
(assai presunto..!) tentativo di rapimento di una neonata da parte di una
giovanissima rom, imporrebbe ben altra prudenza e attenzione. Ci sarebbe inoltre
la presunzione d'innocenza...
Sarebbe magari utile cercare gli avvocati dei nigeriani arrestati e
raccogliere almeno la loro versione... Qualche giornale sembra volerci provare
senza rimuovere la notizia. Se così è siamo pronti a dargli una mano.
Collettivo Napoli Internescional