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Confermata in appello condanna per la Rom Angelica, accusata del rapimento di Ponticelli
Di Fabrizio (del 08/05/2009 @ 11:40:58, in Regole, visitato 2386 volte)

Ricevo da Roberto Malini (La ragione per cui continuo a pubblicare i suoi comunicati è semplice: sul processo ad A. non riesco a trovare altre notizie)

Confermata il appello la condanna per la giovane Angelica, accusata del tentato rapimento di Ponticelli. Molteplici le ragioni del nuovo abuso giudiziario. Necessario cambiare strada se si spera di ottenere giustizia in Cassazione

Napoli, 8 maggio 2009. La giovane romnì Angelica è stata condannata anche in appello. Non abbiamo ancora il dispositivo di sentenza, ma il verdetto è stato confermato dopo una breve udienza, senza che siano state presentate nuovi elementi, perizie o relazioni a discolpa della ragazza. Chi pensava che il verdetto sarebbe stato modificato, in assenza di nuovi elementi, sbagliava. I presidenti delle organizzazioni per i Diritti Umani EveryOne e Union Romani avevano chiesto ai legali di Angelica di lasciarsi affiancare nel procedimento di appello, ma purtroppo, ancora una volta, invano. Senza un supplemento di indagini, una video-perizia, relazioni di specialisti nella valutazione di abusi contro cittadini di etnia Rom, nuove interviste a cittadini di Ponticelli, difficilmente si poteva sperare in un capovolgimento del verdetto di primo grado. L'intervista ad Angelica apparsa ieri su Repubblica andava suffragata da altre considerazioni e avrebbe dovuto apparire almeno sette giorni fa, per avere efficacia. Ricordiamo, inoltre, che i Rom di Ponticelli si sono trovati al centro di interessi molteplici, in cui è innegabile il ruolo della criminalità organizzata, cui il razzismo (a Napoli come a Milano, dove i mafiosi nuotano come un branco di squali nelle torbide acque dell'Expo) fa comodo, visto che occuparsi di Rom, mendicanti e senzatetto distoglie l'attenzione delle autorità dagli affari dalle organizzazioni criminali. In quel clima, non si vede perché, senza nuovi elementi, il magistrato avrebbe dovuto cambiare il giudizio del suo collega di primo grado. Peccato. Peccato, perché con il Presidente dell'Union Romani Juan De Dios Ramirez Heredia in Italia, a Napoli, avremmo potuto organizzare una conferenza stampa di carattere nazionale e internazionale, sollevando un caso istituzionale, con interrogazioni parlamentari e inchieste Ue. Nonostante si fosse offerto di collaborare alla difesa di Angelica, a proprie spese, "indossando di nuovo la toga", però, il presidente di Union Romani non ha mai ricevuto il dossier relativo al caso della romnì, nonostante l'avesse richiesto con insistenza. Ci sorprende anche il fatto che nessuno dei politici di Napoli (li abbiamo contattati tutti) abbia voluto approfondire la posizione di Angelica, incontrandola in carcere o documentandosi sul suo caso, né abbia preso una posizione sulla stampa. Qualcuno si è limitato ad esprimere una generica e sterile solidarietà. Inoltre, vi è da rimarcare che la stampa locale e nazionale ha censurato regolarmente i comunicati stampa congiunti diramati da EveryOne  / UnionRomai / Coordinamento Antirazzista Sa Phrala. Solo qualche sito internet li ha pubblicati, mentre Liberazione ha risposto all'ultimo messaggio stampa, ma non ci risulta che poi abbia pubblicato le nostre considerazioni. Il giudizio di appello è un nuovo clamoroso errore giudiziario, ma è anche frutto di un clima ostile alla verità che poneva sotto pressione chi era delegato ad decidere.

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