Di seguito alcuni (confusi) aggiornamenti:
Continua la raccolta
di firme a livello europeo contro i rimpatri forzati, mentre dalla Germania
arrivano notizie di fermi immotivati e senza possibilità di assistenza legale.
Situazione simile in Italia per Rom bosniaci
e rumeni.
Intanto come procede la situazione in Kossovo? L'inviato speciale dell'ONU,
il norvegese Kai Eide, di ritorno da un sopralluogo di quattro giorni, definisce
così la situazione: "Comprendo
che la gente non si senta al sicuro". Circa dieci giorni fa, l'assassinio
di due appartenenti all'etnia serba è stato un segnale d'allarme per quanti
ritenevano, in buona o mala fede, che la regione fosse "pacificata".
Nonostante una campagna di stampa che da ormai un anno ha toccato vari media
internazionali, i Rom profughi a Mitrovica continuano ad essere tenuti in una ex
discarica di rifiuti tossici. Il loro "spostamento" in un'area
dove non muoiano per avvelenamento da piombo e mercurio, doveva iniziare tra
settembre e dicembre 2005, ma tuttora non è stata individuata nessuna area
alternativa. In questa situazione, destano preoccupazione e sconcerto le
dichiarazioni di Soeren Jessen-Petersen -rappresentante ONU per il Kossovo, che
ha definito i profughi di Mitrovica (e forse i Rom più in generale, non
è chiaro dal contesto generale) come "un gruppo
particolarmente difficile".
E' possibile che di questi profughi non importi niente a nessuno? O che le
crescenti tensioni etniche scoraggino la ricerca di nuove aree per i rifugiati?
O ancora, che il business in Kossovo, sia quello del rientro dei rifugiati e
della ricostruzione? LA MIA PERSONALE RISPOSTA E': SI', tutte queste cose sono
possibili e allontano ogni ipotetica soluzione.
L'ultima segnalazione, allora è per ERRC, che ha presentato una causa
contro l'UNMIK (il contingente militare ONU) per la sua gestione quanto meno
complice dell'emergenza rifugiati.
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