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RAPPORTO sulle comunità rom a Roma, Napoli e Milano
Di Fabrizio (del 28/02/2009 @ 09:47:20, in Italia, visitato 4175 volte)

Da Roma Files

UNIRSI - Unione Nazionale ed Internazionale dei Rom e dei Sinti in Italia
Federazione delle Associazioni e dei Gruppi Autonomi dei Rom e dei Sinti in Italia
Forum Europeo dei Rom e dei Viaggianti di Strasburgo

In risposta ai recenti sviluppi politici e la più recente ondata di razzismo contro il popolo rom in Italia, una coalizione di organizzazioni, inclusa UNIRSI, ha intrapreso una documentazione di prima mano sui diritti umani in Italia (tra il 23 e il 30 maggio 2008). Dette organizzazioni hanno condotto una ricerca, intervistando approssimativamente 100 Romanì che vivevano in campi formali e informali a Roma, Napoli, Firenze, Brescia, Milano e Torino.

Le organizzazioni hanno visitato diversi campi formali e semi-formali, inlusi: Secondigliano e Centro Lima (Napoli); Salviati , Fiume , Casilino 900 e Martora (Roma); Via Triboniano (Milano); Campo nomadi di Brescia per i Sinti Italiani. La coalizione ha anche visitato i seguenti campi informali: Scampia , Ponticelli , Santa Maria e Torre Annunziata Nord (Napoli); Cave di Pietralata ed un campo senza nome accanto a Cave di Pietralata (Roma); Corsico e Bacula (Milano); Via Germagnano (Torino).

Nonostante sia il paese europeo con la più bassa percentuale di Rom/Sinti (la Grecia ne conta lo stesso numero dell'Italia, ma con una popolazione di soli 10 milioni di persone), l'Italia è indietro di almeno 25 anni rispetto a tutte le politiche d'integrazione per i Rom/Sinti.

Mentre non esiste nessun censimento ufficiale, un censimento condotto da varie organizzazioni (inclusa UNIRSI) su scala nazionale mostra che i Rom e i Sinti in Italia sono circa 170.000, di cui 70.000 con cittadinanza italiana e 100.000 (in crescita costante dalla Bulgaria e specialmente dalla Romania) dai Balcani.

Il 30% di questi 100.000 arriva dalla Jugoslavia ed il resto dalla Romania, con un centinaio di presenze dalla Bulgaria e dalla Polonia.

Le ultime due generazioni di Rom "jugoslavi" sono nati in un paese, l'Italia, che non riconosce lo "jus soli" e quindi nega ai bambini i requisiti basici per un'istruzione bilanciata ed integrazione: cittadinanza.

La minoranza dei Rom/Sinti è caratterizzata da bassa aspettativa di vita (la media è tra i 40 e i 50 anni) e dalla presenza di un'alta percentuale di bambini [il 60% della popolazione Rom e Sinti ha meno di 18 anni. Il 47% dei bambini ha tra i 6 e i 14 anni; il 23% tra i 15 e 18 anni; la percentuale rimanente (30%) tra i 0 e i 5 anni].

 I Rom e i Sinti con cittadinanza italiana sono circa 70.000. Oggi le comunità Rom e Sinte (chiamate "zingari" e "nomadi" in maniera dispregiativa ed etnocentrica) sono ancora oggetto di discriminazione, esclusione e segregazione.

 La discriminazione è estesa in tutti i campi, sia pubblici che privati, così l'esclusione e la segregazione economica e sociale dei Sinti e dei Rom diventa discriminazione etnica (Raccomandazione n.1557/2002 Consiglio d'Europa). In Italia, le diverse comunità Rom e Sinte non sono riconosciute come Minoranze Linguistiche Nazionali e perciò non usufruiscono dei diritti che questo status comporta.

Le politiche sociali rivolte alle popolazioni Rom e Sinta tendono apertamente all'inclusione sociale, e all'integrazione. Le comunità Rom e Sinte sono raramente considerate protagoniste del pensare sociale, di politiche d'integrazione, partecipazione diretta e mediazione culturale. L'Italia nega alle comunità Rom e Sinte l'applicazione delle direttive europee sulle Minoranze Linguistiche che proteggono le lingue minoritarie ed inoltre nega la Convinzione sulle Minoranze Nazionali.

In molti casi i Rom e i Sinti si vedono negati i diritti basici come residenza, salute, istruzione, lavoro. In Italia costruiamo ancora i "campi nomadi" che sono posti di segregazione che imprigionano gli individui contro la loro volontà. In Italia molti comuni, in contrasto con le disposizioni costituzionali (art. 16), negano il diritto di residenza e di movimento all'interno del territorio nazionale ai cosiddetti "nomadi" o "zingari".

In questa tragica situazione i Rom di Slovenia, Bosnia, Jugoslavia, Romania, Polonia, Ungheria stanno tutti soffrendo queste politiche estremamente discriminatorie. Intere famiglie scappano dai loro paesi nativi a causa dei conflitti etnici e delle guerre civili e l'Italia nega loro i principali diritti basici.

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