Di solito qui si parla di attualità. Per una volta,
conosciamo meglio la storia. Da
Roma_Francais
L'ipotesi indiana
E' l'ipotesi sulla quale si accordano la maggior parte degli etnologi:
nell'India braminica, i boscaioli, i macellai, i tagliatori, i conciatori, i
becchini, gli spazzini, i cenciaioli, gli operai siderurgici, i mercenari (Rajputs)
ed i saltimbanchi esercitavano mestieri necessari alla comunità, ma considerati
impuri. Non avevano il diritto di essere sedentari ed erano fuori-casta (çandales),
come quelli che oggi si designano come intoccabili. In India, dove sono
conosciuti sotto il nome di Dom, Lôm o Hanabadoches (in hindi/ourdou), gli
antenati dei Rom erano gruppi sociali/professionali più che etnici, le loro
origini erano geograficamente e socialmente multiple, ed i loro gruppi molto
permeabili (un bambino nato da un'unione non autorizzata, un proscritto per
qualsiasi ragione, erano altrettanto "impuri" e potevano dunque aggiungersi a
loro).
Dall'India, migrarono alcuni di questi gruppi (forse per scappare al rigetto
della società braminica), verso l'altipiano iranico e l'Asia centrale, dove
vennero chiamati Kaoulis e Djâts. In Asia centrale, alcuni si misero a servizio,
come trasportatori, allevatori di cavalli, serventi ed esploratori, al servizio
dei mongoli, che li protessero e lasciarono loro, in cambio, una parte del loro
bottino. Con l'Orda d'Oro e Tamerlano, i Rom apparvero così in Europa, in
Anatolia e alle porte dell'Egitto.
Tsiganoi tra i Bizantini (da cui Tzigani), Cingene tra i Turchi, Romani-çel
tra di loro (cioè "popolo rom", da cui Romanichals per i Crociati francofoni),
Manuschen per i Crociati germanofoni e Gypsies per i Crociati di lingua inglese,
la maggior parte dei Rom, una volta apparsi in Europa, cercò la protezione dei
signori nobili e dei monasteri o abbazie, incappando così nella condanna dei
coltivatori sedentari, e continuarono ad esercitare i loro mestieri tradizionali
al servizio dei loro nuovi maestri (la loro schiavitù fu una servitù di tipo
feudale chiamata Roba nei paesi slavi, che unisce il loro nome di Rom alla
parola "Robota": lavoro). Nel XIV secolo, la maggior parte dei gruppi Rrôm che
conosciamo, avevano completato la loro installazione in Europa.
Gli studi linguistici stabiliscono, dalla fine del XVIII secolo, le origini
indiane dei Rom, ipotesi riadattata da un resoconto istorico-leggendario datato
alla metà del X secolo, la Cronaca persiana di Hamza d’Ispahan, che fu
riprodotta ed abbellita nel XI secolo dal poeta Ferdowsi. Secondo questa
cronaca, diverse migliaia di Zott, Djâts, Rom ou Dom (uomini) partirono
dall'attuale Sind, e forse dal fiume Sindhu verso l'anno 900 secondo gli ordini
del re. Dovevano raggiungere il re di Persia, per accompiacerlo grazie alla loro
cultura musicale. Da lì, si divisero e si sparpagliarono nel mondo. Da tempo
installati in Persia, questi Rom, già descritti come rifugiati che vivevano
d'agricoltura, finirono per separarsi in due gruppi migratori: uno verso il
sud-ovest e l'Egitto (Rom orientali o Caraques, termine che verrebbe sia dal
greco korakia: "le cornacchie", che dal turco kara "nero"), gli altri verso il
nord ovest e l'Europa (Rom occidentali o Zingari: parola che potrebbe essere una
deformazione del termine Sinti).
I Rom potrebbero dunque aver lasciato l'India attorno all'anno 1000, ed aver
attraversato quelli che oggi sono l'Afghanistan, l'Iran, l'Armenia, una gran
parte del Caucaso e la Turchia. Popolazioni riconosciute come Rom vivono ancora
in Iran, compreso quanti migrarono verso l'Europa e poi ritornarono. Nel XIV
secolo, i Rom vassalli dei Tatari raggiunsero i Balcani, e nel XVI secolo, la
Scozia e la Svezia. Qualche Rom migrò verso sud. Nel 1425 traversarono i Pirenei
e penetrarono in Spagna. Molti degli studiosi stimano che i Rom non abbiano mai
transitato nell'Africa del Nord, come altri pensano. In ogni caso mancano prove
indiscutibili. Alcuni mettono in collegamento i Rom e le popolazioni che oggi
vivono in India, in particolare i nomadi Banjara o Lamani dello stato desertico
del Rajasthan. Nei fatti nessuna relazione particolare è stata sinora dimostrata
specificamente tra queste popolazioni e i Rom. Sia quel che sia, contrariamente
agli scienziati ed intellettuali, di origine rom o no, gli interesati non
attribuiscono alcuna importanza a questa "origine indiana", quando non la
negano.
Da numerose generazione i Rom sono in realtà per lo più sedentari, se si
tiene conto i gruppi che si rivendicano come tali, ma non sono contabilizzati
come Rom nei censimenti. Sono le minoranze restate nomadi ed attaccate al modo
di vita tradizionale che sono serviti, dalla fine del XVIII secolo, da "modello
inevitabile" per definire i Rom agli eruditi, essenzialmente inglesi, tedeschi e
francesi. Costoro non potevano, all'epoca, concepire altro scenario che quello
del nomadismo originale e hanno cercato, invano, tra i nomadi dell'India i
cugini dei Rom d'Europa.
Asenov Aleko Alekov