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Francia
Di Fabrizio (del 04/11/2008 @ 09:29:32, in Kumpanija, visitato 1742 volte)

Dato le feste appena trascorse, da Roma_Francais

TUTTI I SANTI. Manouches o Gitani, la gens du voyage numerosa tutti gli anni si raccoglie tutti gli anni sulle tombe dei loro defunti nei cimiteri liburnesi.

Tradizioni ben ancorate

Anche se un recente sondaggio di Crédoc (Centre de recherche pour l'étude et l'observation des conditions de vie) ha stabilito che solo il 45% dei Francesi rispetta la tradizione delle visite al cimitero il giorno di Tutti i Santi, presso la gens du voyage, invece, questo costume non va a diventare desueto.

Ogni anno a Libourne, Gitani e Manouches non esitano a fare diverse centinaia di kilometri per raccogliersi davanti alla tomba di famiglia. "Da noi il culto dei morti è molto presente", dichiara Julien Dominique, Gitano di una sessantina d'anni, la cui famiglia si è installata a la Bastide da più di ventiquattro anni. "Noi altri Gitani, siamo Latini sedentarizzati".

A differenza dei Manouches come Karine Genebre, installata sull'area della gens du voyage a Libourne dal mese di maggio. "Noi viaggiamo molto, ma ritorniamo sempre qui", indica la giovane.

I due, Karin e Julien, non si conoscono affatto. E non si sono mai parlati. Dalla notte dei tempi, Gitani e Manouches non si mescolano, è così. Diversi sui modi di affrontare la vita, la morte, portano il medesimo rispetto verso gli anziani.

Gerarchia

Sabato mattina, nei vialetti del cimitero di la Paillette, si formano dei gruppi. Davanti alla tomba della famiglia Dominique. Una quindicina di crisantemi formano un mazzo di fiori dai mille colori.

"Ieri, eravamo più di un centinaio", indica Julien Dominique, il patriarca. E' a lui che bisogna rivolgersi. "E' lui che sa", dice uno dei più giovani. Costume scuro e cappello da mandriano fisso in testa, Dominique improvvisa un corso di cultura gitana. Appassionante.

"Da noi, Tutti i Santi dura un giorno e mezzo, da venerdì mattina a metà sabato." Il venerdì, si riuniscono genitori e nonni. "Arriviamo al cimitero alle 8.30 e ci restiamo fino alle 17.00." Ore di raccoglimento, discussione e comunione tra le generazioni.

Durante Tutti i Santi, gli anziani trasmettono le loro conoscenze. Storie di famiglia, riti di passaggio, credenze e miti sono così raccontati ai più giovani. Segreti ben custoditi che solo i membri del clan sono autorizzati a conoscere.

Tombe impeccabili

Tuttavia, la gens du voyage non aspetta Tutti i Santi per fare la pulizia delle tombe. "Le puliamo e le riempiamo di fiori tutto l'anno. E se partiamo in viaggio, si domanda sempre a qualcuno di farlo al nostro posto", insiste Karine Genebre.

Sulle tombe, dozzine di targhe funerarie a memoria dei defunti. Fiori, candele. Le tombe assomigliano a piccoli mausolei tanto sono addobbate. Al cimitero di La Pailette, certe tombe sono anche ricoperte da capanne in plexiglas di colore o trasparenti, dotate di porte chiuse a chiave.

"Non abbiamo paura dei ladri, è solo per proteggere le tombe dalle intemperie", assicura Julien Dominique, che non desidera tornare sull'argomento. Da parte sua, Karine Genebre, con suo marito ed i tre figli, sono andati a raccogliersi al cimitero di Quinault. "Per i Manouches, Tutti i Santi è un giorno quasi come gli altri, andiamo a trovare i nostri morti, come facciamo tutto il resto dell'anno. E' tutto."

Auteur : Sophie Herber

PS: per chi volesse saperne di più sugli usi e costumi dei Rom italiani, QUI un piccolo bigino.