Dato le feste appena trascorse, da
Roma_Francais
TUTTI I SANTI. Manouches o Gitani, la gens du voyage numerosa tutti
gli anni si raccoglie tutti gli anni sulle tombe dei loro defunti nei cimiteri
liburnesi.
Tradizioni ben ancorate
Anche se un recente sondaggio di Crédoc (Centre de recherche pour l'étude
et l'observation des conditions de vie) ha stabilito che solo il 45% dei
Francesi rispetta la tradizione delle visite al cimitero il giorno di Tutti i
Santi, presso la gens du voyage, invece, questo costume non va a
diventare desueto.
Ogni anno a Libourne, Gitani e Manouches non esitano a fare diverse centinaia
di kilometri per raccogliersi davanti alla tomba di famiglia. "Da noi il culto
dei morti è molto presente", dichiara Julien Dominique, Gitano di una sessantina
d'anni, la cui famiglia si è installata a la Bastide da più di ventiquattro
anni. "Noi altri Gitani, siamo Latini sedentarizzati".
A differenza dei Manouches come Karine Genebre, installata sull'area della gens du voyage
a Libourne dal mese di maggio. "Noi viaggiamo molto, ma ritorniamo sempre qui",
indica la giovane.
I due, Karin e Julien, non si conoscono affatto. E non si sono mai parlati.
Dalla notte dei tempi, Gitani e Manouches non si mescolano, è così. Diversi sui
modi di affrontare la vita, la morte, portano il medesimo rispetto verso gli
anziani.
Gerarchia
Sabato mattina, nei vialetti del cimitero di la Paillette, si formano dei
gruppi. Davanti alla tomba della famiglia Dominique. Una quindicina di
crisantemi formano un mazzo di fiori dai mille colori.
"Ieri, eravamo più di un centinaio", indica Julien Dominique, il patriarca.
E' a lui che bisogna rivolgersi. "E' lui che sa", dice uno dei più giovani.
Costume scuro e cappello da mandriano fisso in testa, Dominique improvvisa un
corso di cultura gitana. Appassionante.
"Da noi, Tutti i Santi dura un giorno e mezzo, da venerdì mattina a metà
sabato." Il venerdì, si riuniscono genitori e nonni. "Arriviamo al cimitero alle
8.30 e ci restiamo fino alle 17.00." Ore di raccoglimento, discussione e
comunione tra le generazioni.
Durante Tutti i Santi, gli anziani trasmettono le loro conoscenze. Storie di
famiglia, riti di passaggio, credenze e miti sono così raccontati ai più
giovani. Segreti ben custoditi che solo i membri del clan sono autorizzati a
conoscere.
Tombe impeccabili
Tuttavia, la gens du voyage non aspetta Tutti i Santi per fare la pulizia
delle tombe. "Le puliamo e le riempiamo di fiori tutto l'anno. E se partiamo in
viaggio, si domanda sempre a qualcuno di farlo al nostro posto", insiste Karine Genebre.
Sulle tombe, dozzine di targhe funerarie a memoria dei defunti. Fiori,
candele. Le tombe assomigliano a piccoli mausolei tanto sono addobbate. Al
cimitero di La Pailette, certe tombe sono anche ricoperte da capanne in
plexiglas di colore o trasparenti, dotate di porte chiuse a chiave.
"Non abbiamo paura dei ladri, è solo per proteggere le tombe dalle
intemperie", assicura Julien Dominique, che non desidera tornare sull'argomento.
Da parte sua, Karine Genebre, con suo marito ed i tre figli, sono andati a
raccogliersi al cimitero di Quinault. "Per i Manouches, Tutti i Santi è un
giorno quasi come gli altri, andiamo a trovare i nostri morti, come facciamo
tutto il resto dell'anno. E' tutto."
Auteur : Sophie Herber
PS: per chi volesse saperne di più sugli usi e costumi dei
Rom italiani,
QUI un piccolo bigino.