Segnalazione di
Eugenio Viceconte
(speriamo in bene, sin dai tempi di Roberto Costa, quando scrivo di Opera Nomadi
diventano tutti nervosi...)
Da
Tarantolati Sud Magazine
L’Opera Nomadi nazionale nasce nel 1966 per la tutela dei diritti civili e la
salva-guardia della cultura dei Rom/Sinti, da una evoluzione dell’Opera Nomadi
di Bolzano nata nel 1963. Riconosciuta "Ente Morale" con Decreto Presidenziale
nel 1970 l’Opera Nomadi è presente su tutto il territorio nazionale con 30
sezioni o gruppi collaboratori da Bolzano alla Sicilia con oltre 500 soci.
L’Ente è un’organizzazione democratica che ha il fine di salvaguardare e
valorizzare con ogni possibile forma d’intervento, diretto o indiretto, il
patrimonio sociale e culturale delle popolazioni rom, sinte e camminanti,
comunemente – e spesso dispregiativamente - denominate zingare, nomadi e
viaggianti, nonché di fornire concreti strumenti di sostegno a favore delle
stesse popolazioni. L’Ente per il perseguimento dei suoi scopi sociali assume
come metodo la partecipazione diretta dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti a
tutti i livelli. L’Ente è aconfessionale, apartitico e non ha fini di lucro: è
una organizzazione non lucrativa di utilità sociale.
I Rom, Sinti e Camminanti in Italia sono oltre 170.000, vale a dire la
percentuale più bassa – rispetto al complesso della popolazione gagì –
dell’intera Europa. I gruppi più numerosi sono i Rom Rumeni, i Sinti Giostrai ed
ex-Giostrai di antico insediamento, i Rom dalla Jugoslavia, i Rom
Centro-meridionali di antico insediamento.
> "In primo luogo occorre un "PATTO DI RICONCILIAZIONE NAZIONALE"
con la minoranza più discriminata d’Europa che preveda degli ammortizzatori
sociali per facilitarne l’integrazione. E quindi il riconoscimento dei Rom/Sinti
come minoranza etnica e linguistica (come i 30.000 Ladini, o i 1000 "Catalani"
di Sardegna, per esempio). Da qui occorre creare un ‘Tavolo di lavoro
Interministeriale con il Governo italiano per il popolo dei Rom/Sinti’ che
istituisca un Ufficio Governativo che si avvalga indispensabilmente di mediatori
Rom/Sinti, che valuti, coordini, orienti le politiche ed i finanziamenti
pubblici, per conoscere le esigenze verso l’integrazione sociale e la completa
autonomia dei Rom/Sinti. Rispetto al resto d’Europa abbiamo pochissimi veri
mediatori culturali Rom e Sinti riconosciuti anche dalle loro comunità.
> In secondo luogo la questione LAVORO.
Occorre attuare un censimento qualitativo delle presenze, delle esigenze, e
delle politiche attuabili nei diversi territori. Un rapporto che deve precisare
anche quali mestieri svolgono o che intendano intraprendere i Rom/Sinti, ed in
quale habitat si trovano o intendano vivere. Nelle maggiori città, al minimo in
tutti i Capoluoghi di Provincia, va attivato uno sportello di avviamento al
lavoro per Rom e Sinti, in quanto la difesa dei vecchi mestieri da rilanciare
realisticamente sul mercato e soprattutto l’avviamento al lavoro (in primis :
favorire la legalizzazione del commercio ambulante, legalizzare ovunque il nuovo
mestiere di raccolta differenziata dei rifiuti ingombranti, legalizzare tutti i
musicisti di strada) costituiscono la strada maestra per prevenire la sempre più
dilagante devianza nelle Comunità dei Rom/Sinti e Camminanti in Italia.
> In terzo luogo SCUOLA ed ISTRUZIONE ADULTI
bisogna attuare il Protocollo sulla Scolarizzazione, firmato il 26 giugno 2005 a
Roma tra Ministero dell’Istruzione e Opera Nomadi (in via di rinnovo), per
favorire l’inserimento scolastico dei bambini come momento . Occorre investire
sui bambini perché sono gli uomini e le donne (i Rom/Sinti e le Romnià/Rumrià)
di quella generazione che dovrà farsi parte dirigente del proprio popolo senza
scorciatoie demagogiche o buonismi. La rappresentanza politico-sociale autonoma
dei Rom/Sinti resta l’obiettivo di fondo dell’Opera Nomadi.
> In quarto luogo la questione HABITAT.
Noi chiediamo che i grandi concentramenti di Rom e Sinti vengano superati,
sostituendoli con l’assegnazione di case o con le microaree residenziali (anche
auto-costruite) a seconda delle specifiche esigenze dei Rom/Sinti. Soltanto in
Italia esistono "campi-nomadi". La nostra politica rifiuta i dannosissimi "campi
nomadi" che si trasformano in sacche di emarginazione, in veri e propri centri
di separazione sociale, spesso produttori di devianza e criminalità. Occorre
quindi attuare una politica della casa (per le Comunità dei Rom/Sinti che la
desiderano) che deve tenere conto di una redistribuzione sul territorio e
soggetta ad un patto sociale (i Rom/Sinti con le Istituzioni) che preveda regole
precise per i Rom/Sinti ed una parallela politica di avviamento al lavoro
prioritaria rispetto a qualsiasi altro contenuto".
Queste questioni costituiscono tutte un percorso parallelo, per un intervento
efficace, per favorire l’integrazione sociale di questi gruppi e per imparare a
conoscere e conoscersi.
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