Due Rom nel Rugby
Di Fabrizio (del 22/10/2008 @ 09:31:33, in sport, visitato 1797 volte)
Tratto da
Chiesa Evangelica Zigana in Italia del 18 ottobre, la notizia era già
apparsa a fine agosto su
Sucar Drom,
Ancora una volta il rugby si dimostra un ottimo strumento per agevolare la
comprensione e l'interazione tra le persone di culture diverse. Rambo e Daniel
Costantini, 24 e 22 anni, estremo e mediano di apertura, grandi promesse del
rugby italiano, capaci di frequentare a suon di punti, mete e placcaggi, tutte
le selezioni giovanili azzurre (dall'Under 15 all'Under 21) prima della
frustrazione di dover fare a spallate per trovare un posto in squadra.
Tesserati del Calvisano campione d'Italia, Rambo e Daniel in Super 10 non hanno
ancora messo piede. Lo scorso campionato lo hanno giocato in serie B, seconda
squadra del Calvisano: Rambo ha segnato 28 mete, Daniel 282 punti e insieme sono
stati gli eroi della promozione in serie A. Eppure nessuno si è fatto vivo.
Impossibile omettere un particolare: Rambo e Daniel sono dù senghen, come
affermano loro in dialetto bresciano, due zingari. Giochiamo da quando avevamo 6
anni e mai abbiamo avuto problemi in squadra, mai un compagno o un avversario
che ci abbia fatto pesare la nostra origine. Adesso invece...». La domenica
prima della partita assiste alla funzione che papà Claudio, pastore della Chiesa
Evangelica di Brescia, tiene nel tendone tra le roulotte: «Siamo molto
religiosi, non beviamo, non fumiamo e preghiamo molto. In fondo questo ci aiuta
a essere anche dei bravi sportivi». Vorrebbero giocare, ma sono ingenui, nel
rugby del professionismo mai hanno avuto un procuratore, mai si sono allontanati
da Brescia. Zingari nella vita, non nei fatti: «Siamo gitani, la nostra storia
familiare è particolare: mamma è gitana da sempre, papà è un bresciano doc.
Rambo e Daniel chiedono solo una chance: "Ritornare a giocare" E pregano in
silenzio: «Anche prima delle partite. All'inizio nello spogliatoio qualcuno
rideva. Adesso, quando l'avversario è forte, i compagni ci chiedono di pregare
anche per loro...».
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