Ricevo da Union Romani
QUANDO I PRETESI INTELLETTUALI SI CONVERTONO IN AGENTI ATTIVI DELLA
REPRESSIONE RAZZISTA
Sappiamo che il nostro lamento odierno susciterà polemica. Sappiamo che altre
voci si leveranno per dirci che siamo contro gli intellettuali perché dicono
cose che non ci piacciono, inclusi quanti dall'alto della loro pretesa cattedra,
spacciando dottrina di gitanità perché grazie ai gitani hanno un nome e grazie
alla generosità dell'Amministrazione raccontano ai media per realizzare i loro
studi reiterati e tendenziosi, dirà che noi, i gitani, siamo contro la libertà
d'espressione o contro il sacro principio della libertà di cattedra. Non si
confondano. Non siamo contro la libertà d'espressione - senza cui non è
possibile la democrazia - ed al contrario apprezziamo gli intellettuali ed i
ricercatori che con vero spirito scientifico e generosità verso la nostra causa
dedicano tempi e sforzi, generalmente mal pagati, a lottare contro stereotipi e
dicerie che da sempre pesano su di noi.
Detto questo, dobbiamo manifestare la nostra ripulsa più forte
all'informazione divulgata dall'Università di Granada, estratta dallo studio
realizzato sotto la direzione di un gran gitanologo, autore di infiniti articoli
sul popolo gitano, direttore di numerosi studi sulla comunità gitana andalusa,
esperto nella conoscenza dei comportamenti sessuali delle donne gitane quando si
dispongono a contrarre matrimonio, e persona amata ed ammirata dalle donne
dirigenti dell'associazionismo gitano in Andalusia e specialmente a Granada.
Quello che è certo è che i mezzi di comunicazione di tutta la Spagna han
fatto da eco al più rilevante di questo studio. Davanti alla vista abbiamo
questi titoli:
- "OTTO DI OGNI DIECI STUDENTI VEDE I GITANI COME LADRI".
- "I BAMBINI CREDONO CHE I LORO COMPAGNI DI QUESTA ETNIA SIANO VIOLENTI O
BUGIARDI".
- "L'82% DEI BAMBINI CHE CONVIVONO CON I GITANI LI CONSIDERANO LADRI".
- "L'82,1% DEI BAMBINI TRA GLI 11 E I 14 ANNI CHE CONVIVONO CON LORO IN
CLASSE CONSIDERA CHE I GITANI SONO LADRI E MALFATTORI".
- "I BAMBINI CHE CONVIVONO CON I GITANI LI CONSIDERANO LADRI".
- IL 65,4 DEI BAMBINI CHE VIVONO NELLA CITTA' CONSIDERA I GITANI
COME MALVAGI"...
A partire da qui che ognuno tragga le sue conclusioni. Come hanno agito male
sinora i gitani e le gitane compromessi con la lotta per la difesa degli
interessi del nostro popolo! Per qualcuno, un risultato come questo, dopo 30
anni di vita democratica in Spagna, può solo dar credito alle idee di chi dice
che "i gitani non hanno rimedio, che siamo asociali e fa bene Berlusconi ad
identificare i bambini gitani perché nessuno abbia il minimo dubbio di dove
siano i piccoli ladri di oggi e potenziali delinquenti e assassini di domani".
Dov'è, ci chiediamo, il limite - se esiste - nella divulgazione di
informazioni simili, pretese scientifiche, avvallate dal nome di una università
che ha quasi 500 anni e che gode del prestigio di essere una delle università
più importanti d'Europa? Cosa ha guadagnato l'Università di Granada ottenendo
che il
DIARIO DE LEÓN, per citare uno dei più letti in Andalusia, titoli la propria
informazione dicendo che "I BIMBI CHE CONVIVONO CON I GITANI LI CONSIDERANO
LADRI"?
Noi, dall'Unión Romaní di Andalusia, abbiamo dati che differiscono
radicalmente da quelli offerti in questo studio. Noi, che abbiamo fatto uno
studio ad Atarfe, Chauchina, Fuente Vaqueros, Granada, Guadix, Loja e Pinos
Puente, diciamo che il rifiuto di cui soffrono i bimbi gitani nella scuola è
solo dell'11,36% in questi centri e del 12,30% nel totale dell'Andalusia.
Tutti gli studiosi seri sono d'accordo nell'affermare che "La verità nella
scienza non solo non è assoluta, ma non è nemmeno (né può essere) permanente".
Però questo non vale, per ciò che si vede, per gli autori dello studio. Occorre
seguire mantenendo gli stereotipi, anche quando li si addolcisce dicendo - come
no! - che il 20% dei bambini intervistati considerano che i gitani "siano
allegri". Anche i nazisti la pensavano così. Una delle prime cose che fece il
professor Josef Mengele, medico e assassino che fece esperimenti con i bambini
gitani incarcerati nel campo di sterminio di Auschwitz, fu creare un'orchestra
gitana. Chiaro, noi gitani siamo tanto allegri...!
Noi, gitani e gitane impegnati a cambiare le relazioni di confronto che
durante tanti anni hanno marcato "payos" e gitani, reclamiamo l'imperativo
dell'etica anche nel campo della scienza. Sappiamo che "l'etica dello scienziato
non è differente dall'etica del politico o del giornalista, non è ne più
colpevole ne più innocente di tutti gli altri, - dicono con successo alcuni
teorici - perché la sua etica non dipende dalla sua attività professionale ma
dalla sua partecipazione alla vita della società come qualsiasi altro essere
umano".
Dalla prestigiosa Università di Granada qualcuno ha voluto renderci le cose
più difficili. Non sappiamo realmente a favore di quale ideologia o progetto
remi. Il governo italiano pagherebbe molto di più un'inchiesta come questa di
quanto abbiano potuto fare le autorità accademiche o politiche andaluse.
A noi, gitani e gitane di Andalusia, di Spagna e del mondo solo resta da
lamentarci, una volta di più, assieme ad un altro scienziato, questo sì di
maggior peso, che mai avrebbe pubblicato i dati di questo studio: E' più
difficile disintegrare un atomo che un pregiudizio. (Albert Einstein)