Ricevo dall'Opera Nomadi di Padova
Padova, 3 luglio 2008: La schedatura con il rilevamento delle impronte
digitali su base etnica degli adulti va contro la Costituzione Italiana, (in
particolare vìola gli artt. 2, 3 e 6), contro la Dichiarazione Universale dei
Diritti dell’Uomo (in particolare artt. 1,3,7) e quella dei minori di 18 anni
non tiene conto di alcuni principi fondamentali della Convenzione Internazionale
dei diritti del Fanciullo ratificata dall’Italia nel 1991, in particolare vìola
gli artt. 2 e 3 comma 1. Inoltre, più volte il Ministro Maroni ha dichiarato che
il provvedimento è in linea con il regolamento della Comunità Europea n°
380\2008 che prevede l’identificazione biometrica di adulti e bambini dai sei
anni in su. In realtà tale regolamento ha lo scopo di identificare le persone di
paesi terzi, al fine di rilasciare il permesso di soggiorno e impedire l’uso
fraudolento di tale documento (considerazioni 3 e 7 del Regolamento).
L’utilizzo di questi metodi non riguarda il censimento né, tanto meno,
garantisce la protezione dal degrado e neppure incentiva la scolarizzazione dei
minori. Quindi le misure previste dal Ministro Maroni sarebbero compatibili con
la normativa europea solo nel caso in cui si intendesse dare il permesso di
soggiorno agli individui schedati.
Il rilevamento delle impronte è un atto di
violenza e di razzismo perpetrato nei confronti degli adulti e dei bambini che
ci riporta al fascismo. Il governo si sta accanendo contro i Rom e i Sinti
pretendendo di schedare tutti compresi gli italiani ormai da decenni. Domani,
seguendo la stessa logica razzista, il governo potrebbe allargare la schedatura
a tutti i bambini gagè perché molti di essi, presenti nel territorio italiano,
verrebbero ritenuti in pericolo e a rischio di devianza, perché, ad esempio,
figli di camorristi e-o di di mafiosi. Ciò che invece dovrebbe essere attuato è
un’indagine conoscitiva qualitativa e quantitativa, mantenendo l’anonimato,
dei Rom e dei Sinti presenti nel territorio, un progetto sociale per permettere
di conoscere soprattutto il numero dei bambini che evadono l’obbligo scolastico
e, in base a questo, poter avviare progetti di integrazione e scolarizzazione.
Per anni in tutto il territorio italiano, nessun governo - (tranne durante il
breve periodo del governo Prodi) - si è mai occupato seriamente dei piccoli rom
e sinti : bambini fantasma senza nessun diritto, soprattutto per ciò che
riguarda la salute e l’istruzione. Ora ci si accanisce contro di loro con
misure repressive senza invece impegnare risorse economiche e finanziarie per
progetti di scolarizzazione e per favorire le famiglie ad abitare in condizioni
dignitose, ad uscire dai campi nomadi e avere accesso alle risorse, superando la
logica assistenziale a cui da sempre sono stati abituate.
Una situazione, quella dei campi nomadi,
innaturale per molti Rom e Sinti, che ha portato ad enormi sperperi di denaro
pubblico, dato anche alle associazioni, per la gestione dei mega ghetti/campi
nomadi che non hanno mai permesso e che non permetteranno mai a queste persone
di realizzare un percorso autonomo e responsabile che li metta in condizione di
divenire cittadini attivi con tutti i diritti e i doveri che ciò comporta. Non
c’è mai stata la volontà politica di puntare sull’accoglienza di una popolazione
che rappresenta lo 0,3 % del totale dei residenti e si preferisce usare metodi
repressivi. Un disegno politico che, per distogliere la popolazione dal disagio
quotidiano provocato da problematiche veramente gravi, quale quello dell’aumento
esponenziale del costo della vita (stipendi, pensioni, casa, ambiente….), si
ripropone, con un’operazione di carattere ideologico, facendo diventare i Rom e
i Sinti il capro espiatorio del malessere diffuso. E perché proprio contro Rom e
Sinti? perché da sempre sono stati discriminati, da sempre sono stati vittime
del razzismo soprattutto durante la seconda guerra mondiale, eliminati nei campi
di sterminio dai nazisti, assieme agli ebrei ed agli antifascisti, pur essendo
essi l’unico popolo ad essere contrario da sempre alla guerra tanto da venir
oggi proposti da alcuni intellettuali per il premio Nobel per la pace.
Sappiamo tutti che nessuno
nasce con il pregiudizio - (questo viene invero trasmesso da padre in figlio) -,
e che alla sua base sta soprattutto la mancanza di conoscenza; esso può ridursi
solo col buon senso ed anche, e soprattutto, con la volontà politica, con
messaggi istituzionali forti che permettano alla società maggioritaria una
conoscenza più approfondita di quelli che vengono presentati come diversi :
ebrei, rom, musulmani, e lo straniero in genere.
Riguardo i recenti fatti di Verona, ribadiamo
la condanna contro chiunque sfrutti i deboli: bambini, donne. Chi agisce
in questo modo si pone contro la legge e va perseguito sia esso rom/sinto o
gagè, italiano o meno; i bambini devono essere salvati da ogni situazione di
sfruttamento, non solo economico ma anche sessuale da parte di chiunque.
Prime iniziative a seguito
dell’appello
Venerdì 11 luglio conferenza stampa degli
aderenti all’appello presso “Sala Gruppi” Comune di Padova ore 13.00.
Sabato 12 luglio alle ore 12.00 Sit-in
davanti alla Prefettura di Padova in cui si inviteranno i cittadini democratici
a lasciare le impronte digitali in risposta al succitato decreto Maroni ed in
oltre si distribuirà materiale informativo sul tema dell’integrazione;
Opera Nomadi di Padova
inviate la vostra adesione a questo indirizzo di
posta elettronica:
operanomadipd@yahoo.it -
operanomadi.padova@tiscali.it
oppure inviando un commento sui blog:
Opera Nomadi Padova
Romano Lil
Grazie a tutti.