Da
Osservatorio sulla Legalità e sui Diritti
di Paola Pierantoni*
Eccoci ancora al volantino con cui la Lega Nord promuove la raccolta di firme
per abrogare la Legge regionale (ligure, ndr) sulla immigrazione. Nessun eco,
almeno recente, sulla stampa, molto scarne anche le tracce sulla rete. E' quindi
possibile che la cosa muoia lì.
Ma il punto è che questi volantini hanno girato, hanno avuto un loro percorso
popolare, hanno fatto 'opinione'. Normale dialettica democratica. Ma dove e come
si fa contro opinione allo stesso livello popolare? Chi va a raggiungere le
stesse persone per suggerire un pensiero più complesso, più articolato, più
responsabile? Con quali mezzi?
Qui non stiamo parlando di reti televisive, ma del più scontato e datato tra i
mezzi di comunicazione politica, che la Lega Nord non disdegna affatto
suggerendo ai passanti: noi siamo qui, in mezzo a voi, siamo persone popolari,
semplici, alla vostra portata. Vi interpretiamo, vi rappresentiamo. Siamo la
vostra anima.
Cosa contrapponiamo ai volantini della Lega? Mi vengono in mente volantinaggi e
assemblee nei luoghi di lavoro, feroci e feconde discussioni ai cancelli,
seminari di formazione e discussione stile '150 ore' sulle diversità, sulla
identità, sulla disuguaglianza, sulla discriminazione, sulla paura? ma mi sento
subito come il vecchio della canzone di Guccini.
Il volantino elenca inammissibili privilegi:
- Servizi sociali: libero accesso ai servizi sociali? Leggi: è uno scandalo che
un immigrato - non importa se bambino, anziano, donna incinta, con regolare
lavoro e permesso, invalido, abusato, sfruttato? - possa avere accesso ai
servizi sociali.
- Sanità: l'assistenza sanitaria e specialistica e non solo di pronto soccorso?.
Come dire: ad essere generosi agli immigrati può essere concesso di non crepare
per strada, ma l'assistenza sanitaria con tutti i punti e le virgole va
riservata alla categoria superiore dei 'non' immigrati.
-Istruzione: formazione del personale docente per l'educazione interculturale?.
Le scuole della Liguria sono prese d'assalto da ragazzine e ragazzini di almeno
un centinaio di nazionalità diverse? E'? già tanto che gli diamo un banco,
figuriamoci se dobbiamo buttar via soldi per tener conto della loro cultura.
Tutto intorno a noi si stanno costruendo le condizioni culturali ed emotive
della 'accettazione', quella che farà apparire almeno giustificabile l'assalto
al campo Rom; considerare come nulla di grave - e in fin dei conti quasi un
gioco - è la presa delle impronte dei bambini; ritenere in certi casi
ammissibile la discriminazione (vedi il recente pronunciamento della Corte di
Cassazione che ha giudicato ammissibile la campagna del sindaco di Verona per
cacciare gli zingari 'perchè dove arrivano ci sono furti'). (Vedi NOTA in calce)
Non intendo parlare di stelle gialle sugli abiti e di campi di sterminio, ma
penso a più domestiche vicende italiane: l'esclusione degli Ebrei dalle scuole,
dal lavoro, dai luoghi pubblici, le loro improvvise scomparse dai banchi di
scuola, dalle università. La domanda su come sia stata possibile a suo tempo
l'accettazione passiva di tutto questo tormenta molti di noi nati dopo la fine
della guerra. Non vorrei che ora ci venisse data l'opportunità di osservare il
fenomeno in diretta.
NOTA: in realta' la Corte di Cassazione non ha assolto Tosi e non ha
considerato accettabile la sua campagna, ha solo rimandato il caso alla Corte
d'Appello per una nuova sentenza anche perche', sottolinea, non risulta evidente
l'insussistenza del reato (cioe' potrebbe esserci reato, ma non nei termini
espressi dal tribunale d'appello).
La Corte d'Appello di Venezia aveva inflitto al sindaco di Verona due mesi di
reclusione e il divieto di svolgere propaganda politica per tre anni
riconoscendolo colpevole di aver diffuso idee basate sulla superiorita' e l’odio
razziale. Il sindaco aveva fatto ricorso.
La Corte di Cassazione ha sottolineato che "un soggetto" (non un'etnia) puo'
essere discriminato per i suoi comportamenti criminali ed ha valutato che
discriminare un popolo in base alla presunzione che 'gli zingari siano ladri' e'
un preconcetto, non e' razzismo perche' non si basa sulla presunzione di
superiorita'.
Pertanto la Corte ha solo fatto dei distinguo ed ha messo in guardia
dall'etichettare come razzismo un preconcetto, ma ha comunque concluso che "Il
contenuto del manifesto diffuso evidenzia elementi potenzialmente
discriminatori".
* da Osservatorio Ligure sull'Informazione