Ricevo da Eleonora Casula
Il 1 di luglio la Giunta regionale approva lo stanziamento di 500mila euro
per interventi di inclusione sociale in base alla legge 9 del 9 marzo 88 , nota
legge Tiziana, a favore dei rom ospitati in campi comunali, aggiungendo tale
somma al mezzo milione di euro che il Consiglio regionale ha inserito nella
Finanziaria 2008, finalizzato al risanamento dei campi sosta presenti nella
regione, mentre Giampietro Pili, sindaco del comune di Terralba, e, consigliere
provinciale eletto nelle file dell’UDS, è riuscito finalmente a far sgombrare e
distruggere un paio di baracchine di cittadini Rom, situate in un terreno
privato, di proprietà degli stessi, in agro del comune di Terralba.
Dopo una battaglia giornalistica durata certamente più di un anno, il caso è
diventato oramai di diffusione nazionale. La scorsa settimana, a tutta pagina,
le testate locali e non, pubblicavano interviste al sindaco “minacciato di
morte” dai Rom.
L’escalation si è avuta in questi giorni quando, oltre a leggere le più svariate
notizie sulla pericolosità degli zingari residenti a Terralba, si è assistito
attoniti a dichiarazioni e articoli che solo in un clima di razzismo plateale,
come quello che vige ora in Italia, si poteva verificare.
Alle 6 famiglie Rom, oltre che allo sporcare, all’inquinare, al rendere
incoltivabili i terreni prospicienti il campo, sarebbe sicuramente imputabile un
grave problema di pubblica sicurezza che imperverserebbe su Terralba.
A noi pare assurdo che un primo cittadino possa fare simili affermazioni, come
altrettanto troviamo irreale sapere che il signor Pili non si sia minimamente
interessato a risolvere il caso in altri modi, un simile trattamento
discriminatorio ci ricorda bandi medievali contro i rom.
Se è vero come pare che i cittadini Rom vivessero in situazioni igienico
sanitarie al limite, e sia stato ottemperato il decreto di sgombero, ci pare
assurdo che il primo cittadino non si sia massimamente operato per dare ai rom
una differente soluzione abitativa, come per altro prevedono le leggi vigenti.
E’ chiaro che il signor Pili poco ha fatto, anzi oseremo dire non ha fatto
niente altro se non fomentare ed incitare al razzismo, allarmando la popolazione
di Terralba e di tutta la provincia.
A pochi chilometri da Terralba, in comune di S.N.Arcidano sorge un altro campo
rom, uno dei primi campi sosta sardi, li da sempre le politiche comunali di
amministrazioni di centrosinistra e centrodestra hanno dimostrato lungimiranza e
volontà di inclusione, infatti il campo rom è operativo e funzionante, anzi
annualmente il comune ottiene fondi utilizzabili per creare ulteriori
infrastrutture ma soprattutto riesce a portare avanti progetti di inclusione
sociale. La comunità Arcidanese deve alla presenza di numerosi minori rom il
permanere in loco della scuola materna statale e scuole elementari.
Ci pare impossibile che il signor Pili ed il suo staff non sappiano
dell’esistenza della legge Tiziana e degli altri finanziamenti pubblici che
risolvono in modo dignitoso una problematica quasi inesistente, dato l’esiguo
numero di cittadini rom ( 60 su una popolazione residente di 10mila cittadini
italiani), in questa azione di ignoranza amministrativa notiamo una ferma
volontà politica: reprimere il diverso.
Infatti noi che quotidianamente leggiamo la stampa non dimentichiamo l’immediata
richiesta di Pili al governo nazionale al varo dei nuovissimi decreti sicurezza.
Riteniamo che le politiche agite da Pili siano errate e di chiara matrice
xenofoba, infatti invece di portare sconquasso tra la cittadinanza , un buon
amministratore dovrebbe tutelare tutti i cittadini, ma soprattutto dovrebbe
essere attento alle possibilità di finanziamento che da l’amministrazione
regionale. Un’amministrazione comunale ora come ora ha sempre necessità di
fondi, soprattutto per le politiche sociali e, a nostro vedere, nessuna
occasione migliore poteva essere quella sfruttare i finanziamenti previsti per
tutti quei comuni che ospitano i rom. Perché con i fondi previsti per legge
oltre che dare una sistemazione dignitosa ai cittadini rom si possono impiantare
progetti di inclusione finalizzati alla risoluzione di problematiche
conflittuali che potrebbero sorgere ma soprattutto educare al reciproco rispetto
delle diversità di tutti i cittadini.
Certamente se il sindaco di Terralba è per noi colpevole di un gravissimo atto
di discriminazione, non meno lo è il sindaco di Marrubiu, anch’egli sicuramente
poco ospitale e con una scarsissima conoscenza delle norme di tutela dell’etnia
Rom.
Si parla di stabili Ersat concessi, dopo una mediazione tra gli assessori
regionali competenti ed in particolare con l’interesse dell’ assessore alla
Sanità, ma il sindaco non vuole ospitare i Rom perché pare non vi siano
disponibilità abitative neanche per i cittadini di Marrubiu, anche qui non si
tiene conto delle leggi vigenti ma soprattutto si getta per aria la possibilità
di finanziamenti regionali che potrebbero in ogni modo essere utili ad un paese
come Marrubiu dove sicuramente l’inclusione sociale non è delle migliori, tanti
altri sindaci interpellati hanno “ovviamente” respinto i Rom, in solidarietà con
il sindaco di lavoro.
Diversamente accorso ed attento alle tematiche ci è sembrato il Prefetto, dottor
Tuveri, che in ogni modo ha lavorato per cercare soluzioni.
E’ per noi grave sia l’atteggiamento e le dichiarazioni di Pili ma soprattutto
il suo agire, incurante della presenza di anziani e minori, incitante l’odio
razziale e la discriminazione, ricco di teorie confuse su fantomatici odio
etnici e guerre tra bande di rom.
Non riusciamo a capire perché il sindaco abbia avuto questo interesse a creare
un caso nazionale mentre la Sardegna si è sempre distinta per la grande civiltà
nel promulgare leggi a favore dei cittadini migranti e soprattutto delle
minoranze Rom.
Ebbene finalmente si è scatenato il caso Terralba, tutti i giornali ne parlano,
i Rom di Terralba assurgono ad essere i più temibili d’Italia, i più
delinquenti, si leggeva di risse fra serbi e rom, quali serbi e quali rom
chiediamo noi, non ci sembra proprio di conoscere cittadini serbi, probabilmente
qualcuno che poco conosce le differenze culturali delle etnie rom addita come
serbi tutti i rom di religione ortodossa.
Non riusciamo a capacitarci delle motivazioni che hanno spinto il sindaco Pili a
creare questo caso, non riusciamo a capacitarci perché poco si sia fatto per
integrare questi cittadini.
Si è parlato dell’alto grado di rom con precedenti penali che avessero scelto
come dimora Terralba, si parla di tante problemi inesistenti.
Non possiamo però rimanere a guardare, non possiamo continuare a vedere simili
atti, uno dei più grandi sgomberi della Sardegna, ma soprattutto non può
rimanere impunito un sindaco che allontana del proprio comune minori che
comunque fino al compimento del diciottesimo anno di età hanno i medesimi
diritti dei minori italiani, incurante di ogni possibile disagio ulteriore di
questi giovani cittadini.
Per questi e tanti altri motivi, il nostro partito, alcune associazioni,
intendono far intervenire direttamente la Comunità Europea, ma anche e
soprattutto denunciare la grave violazione compiuta dal sindaco di Terralba alla
Corte di Strasburgo, affinché ad ogni cittadino sia riconosciuta pari dignità ma
soprattutto affinché nessun Sindaco abbia l’onere ed il diritto di intraprender
e battaglie etniche e xenofobe.
Eleonora Casula
PRC SE della Sardegna
Segreteria regionale
Area Diritti ed immigrazione
Alessandro Vinci
Consigliere provinciale PRC SE Oristano