Da
L'Espresso local
di Sergio Campofiorito - "Finalmente!" esclamano in coro i due giovani
sinti che da una settimana stanno lavorando nell’area a nord dell’ex foro Boario
per costruirsi la propria abitazione nuova. Torso nudo e cappellino da baseball
per contrastare il sole cocente, pelle abbronzata, sudore e fatica, loro sono
contenti lo stesso. Juri Pavan ha 23 anni, il suo "collega muratore" Reggy, 17,
vivono nel campo nomadi di corso Australia da 12 anni. In poco meno di una
settimana hanno già messo su i quattro muri portanti del primo condominio:
saranno tre in tutto, le palazzine dei sinti, e ospiteranno dodici alloggi.
Mauro Maurizi, 40 anni, muratore da 26, è il capocantiere alla dipendenze
della ditta Cpm: è lui che guida i due ragazzi tra calce e mattoni: "Nonostante
l’inesperienza stanno facendo un ottimo lavoro - commenta il capo - non si può
chiedere più di tanto ma tra circa sei mesi contiamo di arrivare al tetto".
Da lunedì a venerdì, ogni giorno sveglia all’alba e otto ore di duro lavoro. Ma
guai lamentarsene, anzi. Virgilio Pavan, 49 anni, giostraio originario di Este e
consigliere nazionale dell’associazione Opera Nomadi, guarda i suoi ragazzi: "In
questo campo vivono undici famiglie per un totale di 35 persone, di cui molti
bambini. Attendiamo da vent’anni la realizzazione di queste case, finalmente i
fondi sono stati sbloccati e adesso ci mettiamo al lavoro con tanta felicità. Ci
teniamo a ribadire che non siamo rumeni o slavi o magrebini, siamo italiani in
tutto e per tutto: basta discriminarci".
I ragazzi, che hanno seguito un corso per l’autocostruzione, guadagnano 800
euro al mese, di cui 300 trattenuti come anticipo sull’affitto. Gli
appartamenti, infatti resteranno proprietà del Comune. Sulle polemiche esplose
dalla Lega nei giorni scorsi, Juri e Reggy ribattono duro: "Da vent’anni i sinti
aspettano queste case, adesso che ce le stiamo costruendo da soli, le
meritiamo".
Intanto, l’altra sera la giunta ha dato via libera al secondo stralcio del
progetto, autorizzando la spesa di 418 mila euro per le altre due casette,
mentre 400 mila erano stati già stanziati dal ministero della Solidarietà
sociale presieduto dell’allora ministro di Rifondazione, Paolo Ferrero.
Il gelo invernale o la canicola estiva patita dagli occupanti del campo
nomadi in tutti questi anni saranno presto soltanto un lontano ricordo.