Ricevo da Tommaso Vitale
NOTA PER LA STAMPA
Gravissima aggressione ai danni di un cittadino rumeno: il Naga chiede venga
fatta chiarezza
Milano, 23 giugno 2008. Sei giorni di prognosi per trauma cranico dopo una
notte in osservazione al pronto soccorso dell'Ospedale San Paolo:
Stelian Covaciu (rom rumeno), con la sua famiglia, sarebbe stato
"allontanato" con questi esiti dalla polizia lo scorso venerdì 19 giugno dalla
baracca lungo la massicciata della stazione di San Cristoforo dove viveva con la
moglie, i tre figli minorenni e la nuora incinta.
Secondo quanto raccontato dallo stesso Covaciu, l’aggressione segue un
episodio analogo avvenuto martedì 17 giugno, quando alle 8.00 del mattino si
sono presentate due persone, presentatesi come poliziotti, che, in assenza del
padre, hanno minacciato i componenti della famiglia Covaciu, tra l'altro
intimandoli di lasciare la baracca se non volevano venisse distrutta. Poco dopo,
i due hanno costretto i Covaciu a entrare nella sala di attesa della stazione
per un controllo, li hanno strattonati, perquisiti e lì trattenuti, fino a
quando il capostazione, richiamato dalle urla dei bambini, della madre e del
padre nel frattempo intervenuto, ha chiesto spiegazioni.
I due, nel rispondere di essere poliziotti, hanno comunque lasciato andare la
famiglia.
La notte di venerdì Stelian Covaciu è stato minacciato dalla polizia,
percosso e questa volta è finito al pronto soccorso, dove ha passato una notte
in osservazione; è stato infine dimesso alle 15.30 di sabato pomeriggio, alla
presenza di giornalisti e associazioni di volontariato.
Si aggiunga, infine, che fino ad ora alla famiglia Covaciu sarebbe stato
fisicamente impedito di ritirare i loro averi, tuttora giacenti nella baracca,
sorvegliata a vista dalla polizia.
Il Naga, che con i gruppi Medicina di strada e SOS Espulsioni offre
assistenza sanitaria e legale a chi vive nelle aree dimesse ed i campi rom della
città di Milano, chiede con forza che venga fatta chiarezza su tali gravissimi
avvenimenti, ennesimi episodi di sopruso e discriminazione a danno di rom
rumeni, persone che, benché cittadini europei, troppo spesso non sono nelle
condizioni di sporgere denuncia, per timore delle possibili ripercussioni.
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